STAZIONE SATELLITARE: ECCO PERCHE’ È UN ECCELLENZA ITALIANA

A fronte del naufragio del navigatore Luca Sabiu alla Mini Transat del 2017 parlano gli uomini del team della Stazione Satellitare di Bari, grazie all’intervento tempestivo dei quali è stato possibile operare il salvataggio. Nell’ordine, il Comandante Angelo Maggio, il Direttore Tecnico Alessio Arcadio e il Maresciallo Michele Iusco.

 COMANDANTE ANGELO MAGGIO

 -Comandante, potrebbe spiegare brevemente di cosa si occupa la Stazione Satellitare COSPAS-SARSAT di Bari e perché riveste un ruolo strategico per la salvaguardia dei naviganti in pericolo?

“La Stazione satellitare italiana COSPAS-SARSAT di Bari, posta alle dirette dipendenze funzionali del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale ed operative del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, è una struttura ad alta valenza tecnologica e consolidata proiezione internazionale, integrata nella rete mondiale COSPAS-SARSAT. Attraverso gli assetti di ricezione satellitare in uso, capaci di acquisire e processare segnali provenienti da tre diverse costellazioni di satelliti (ad orbita bassa, media e geostazionaria), nonché l’associato Centro di controllo missione dotato di tecnologie di gestione/elaborazione dati all’avanguardia, riesce a “captare” e localizzare i segnali di pericoli navali, aerei e terrestri provenienti da ben 20 paesi ricadenti all’interno della propria area e dislocati tra Europa, Asia e Africa. I messaggi di allerta e le relative localizzazioni vengono, poi, rilanciati alle competenti autorità nazionali per la ricerca e soccorso che provvedono a dispiegare le forze necessarie (S.A.R. response) per il salvataggio della persona o delle persone in pericolo che hanno attivato il segnale di distress mediante l’impiego (automatico o manuale) di trasmettitori satellitari di emergenza (beacons) operanti sulla frequenza dedicata 406 MHz. Tutto questo in pochissimi minuti e con un unico, fondamentale goal: trarre in salvo la vita di chi corre pericolo nella maniera più affidabile, efficace e tempestiva possibile. Salvare vite è la nostra missione istituzionale e, mi consenta, ancora prima etica e vocazionale. Perché, come si legge nelle antiche scritture talmudiche, chi salva una vita salva il mondo intero”.

-In che modo il naufragio di Luca Sabiu ha influenzato il vostro lavoro?

“La disavventura di Luca Sabiu, alla pari di altre esperienze “estreme” di esposizione al pericolo e attivazione dell’emergenza, ci ha consentito di svolgere un’analisi di feedback sulla correttezza e tempestività di quei processi di gestione dei flussi di dati nei quali si sostanzia il nostro lavoro. Il sistema COSPAS-SARSAT si compone di tre segmenti: trasmettitori, satelliti e stazioni riceventi terrestri. La regolare interconnessione e distribuzione dei dati tra di essi garantisce la piena funzionalità del sistema. E l’esame “a freddo” di quanto avvenuto in eventi legati a emergenze reali e significative come quella di Sabiu aiuta a comprendere se tutto abbia funzionato a dovere oppure se sia necessario apportare azioni correttive o migliorative”.

-Oggi grazie ai dispositivi di segnalazione personali come l’Epirb e il Plb, all’evoluzione delle comunicazioni e ai sistemi satellitari navigare negli oceani è più sicuro. In caso di emergenza tuttavia la mancanza di un feedback al Mayday è un problema. Il suo team come sta lavorando per risolverlo?

“Nella gestione di una qualsiasi emergenza l’aspetto psicologico riveste un’importanza fondamentale, talora determinante. Avere la conferma che, a seguito dell’attivazione del proprio trasmettitore satellitare, le autorità preposte al soccorso sono state allertate e che la “cavalleria”, dal cielo o dal mare, sta certamente arrivando, contribuisce a corroborare la tenuta mentale e morale di chi versa in una situazione di pericolo imminente o, addirittura, teme di perdere la vita. È proprio partendo da tale assunto che gli esperti della Commissione Europea hanno progettato e reso esecutivo, nell’ambito del sistema COSPAS-SARSAT, il Return Link Service (RLS), un nuovo servizio associato alla costellazione europea di satelliti a media orbita GALILEO. Si tratta di una funzionalità che consente a colui che lancia un mayday digitale attraverso il proprio beacon di ricevere, sullo stesso dispositivo, la conferma che la sua richiesta di soccorso è stata correttamente recepita ed instradata.

Ebbene, nella consapevolezza dell’importanza di tale innovativa tecnologia, negli ultimi tre anni, nell’ambito di un più ampio e organico programma di sviluppo tecnologico denominato “Progetto Stazione Satellitare 2.0”, abbiamo proceduto a integrare i nostri sistemi di ricezione satellitare e i server associati con la funzionalità Return Link Service, sicché possiamo affermare che oggi l’Italia, quale fornitore del segmento terrestre del sistema internazionale COSPAS-SARSAT, è pienamente compatibile con tale “rivoluzionario” servizio di assistenza”.

-L’incontro con Luca Sabiu è stato un momento di scambio prezioso, dal punto di vista umano e tecnico. Quanto è importante per una struttura tecnologica come la vostra ricevere questo tipo di feedback reali dal campo?

“Direi fondamentale. Al di là dei riscontri di carattere tecnico, la visita di Luca Sabiu, il racconto della sua esperienza di naufrago solitario, ferito, in balia dei marosi e affidato alla speranza dei soccorsi ci ha davvero colpiti, proiettandoci con il suo vissuto direttamente nella “scena del crimine” di una situazione di distress molto critica e di complessa soluzione operativa. Apprendere dalle sue parole e, ancora di più, dal suo sguardo consapevole e grato le circostanze del suo salvataggio e l’importanza che, per il felice esito della vicenda, hanno avuto i sistemi COSPAS-SARSAT ha rappresentato per me motivo di profonda gratificazione. E ancora di più lo è stato per il tutto il personale militare dipendente, appartenente al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e che quotidianamente presta servizio nella nostra centrale operativa, ventiquattr’ore al giorno, 365 giorni all’anno. Personale, mi sia consentito dire con una punta d’orgoglio, altamente specializzato e di comprovata professionalità che, al di là delle tecnologie, rappresenta il valore aggiunto e il vero cuore pulsante della Stazione Satellitare”.

-Quale consiglio si sente di dare a chi naviga per affrontare al meglio una qualunque emergenza?

“Il mare è meraviglioso, non si può non amarlo. Ma il mare è anche un ambiente intrinsecamente pericoloso o che facilmente può diventarlo. Dunque, la consapevolezza di tale pericolosità e la conseguente necessità di essere adeguatamente formati, preparati e attrezzati dovrebbe sempre accompagnare chi si accinge a intraprendere una navigazione. E poi il buon senso. Che non deve mai mancare e che deve sorreggere ogni decisione, specie nella fase di pianificazione del viaggio. E che, magari, può suggerire all’interessato di dotarsi, anche laddove non fosse obbligatorio per legge, di un dispositivo satellitare quale un trasmettitore di emergenza a 406 MHz che potrebbe rivelarsi uno strumento essenziale (per esempio in assenza di campo telefonico o copertura radio) al fine di garantire la propria incolumità ed una navigazione sicura”.

DIRETTORE TECNICO ALESSIO ARCADIO

-Quali sono le strumentazioni in forza alla Stazione Satellitare COSPAS-SARSAT di Bari e quale tecnologia utilizzate?

“La Stazione Satellitare italiana COSPAS-SARSAT di Bari è dotata di sistemi di ricezione satellitare in grado di ricevere messaggi di allerta dalle tre costellazioni di satelliti LEOSAR, GEOSAR e MEOSAR, impiegate dal Programma COSPAS-SARSAT per la localizzazione dei trasmettitori di emergenza in tutto il globo. Il sistema di ricezione LEOSAR esegue il tracciamento dei satelliti in orbita polare bassa COSPAS e SARSAT posizionati a un’altitudine di 800 km circa e in grado di compiere un’orbita completa intorno alla Terra in circa 100 minuti. Il LEOSAR rappresenta il primo sistema di localizzazione utilizzato dal Programma avviato agli inizi degli Anni 80 e ancora oggi continua a fornire un valido supporto alle attività di ricerca e soccorso. Il sistema di ricezione GEOSAR operato dalla Stazione satellitare consente di ricevere messaggi di allerta dai satelliti geostazionari MSG-3 e MSG-4, in orbita a 35.000 km di altitudine. A oggi i satelliti GEOSAR sono 12 e ciascuno di essi monitora costantemente un terzo della superfice terrestre. Essendo posizionati sulla linea di Equatore, i satelliti geostazionari riescono a fornire una copertura compresa tra il 70° parallelo Nord e 70° parallelo Sud. Il più recente sistema MEOSAR, nato dalla cooperazione tra il Programma COSPAS-SARSAT e i programmi spaziali Galileo (Commissione Europea), GPS (Stati Uniti), GLONASS (Fed. Russa) e di recente anche BEIDOU (Cina), oltre a migliorare ulteriormente le performance del Sistema, ha consentito di introdurre ulteriori innovazioni tecnologiche quali ad esempio i trasmettitori di seconda generazione, il servizio di Return Link e il networking tra i sistemi di ricezione MEOLUT.

In quest’ultimo contesto, grazie alla cooperazione tra Italia e Commissione Europea, la Stazione satellitare si è dotata di un sistema di localizzazione avanzato denominato “Network Location Processor” (NLP). Il vantaggio di questa soluzione è quella di sfruttare il collegamento in “networking” di stazioni riceventi MEOLUT ubicate strategicamente intorno alla Terra, al fine di ottenere una copertura globale del sistema di ricezione, un rilevamento in quasi tempo reale dei trasmettitori di emergenza attivi intorno al globo e di conseguenza una maggiore resilienza dell’intero segmento terrestre. A oggi l’NLP italiano è collegato alle stazioni riceventi MEOLUT ubicate in Norvegia, Cipro, Spagna e Turchia, mentre siamo in attesa di annettere una quinta MEOLUT ubicata nell’Oceano Indiano meridionale. L’obiettivo è quello di ottenere una copertura globale del sistema. I dati di allerta rilevati dai tre sistemi di ricezione confluiscono, infine, verso il nodo centrale di distribuzione che è il Centro di Controllo Missioni italiano, ovvero un sistema sofisticato di calcolo in grado di elaborare il continuo flusso di dati ricevuto dai sistemi di ricezione, calcolare le posizioni dei trasmettitori attivi per poi distribuire in pochi minuti i messaggi di allerta alle rispettive Autorità preposte al soccorso dei 20 Paesi dell’area di servizio italiana”.

-Come funziona il Sistema RLS e in che modo può rappresentare una rivoluzione nel soccorso in mare?

“Il servizio di Return Link è stato sviluppato dalla Commissione Europea e introdotto nel Programma COSPAS-SARSAT a beneficio dell’utenza che si voglia dotare di trasmettitori in grado di offrire tale servizio. Tecnicamente, il Centro di Controllo Missioni competente per l’area dove il trasmettitore di tipo RLS viene localizzato, è in grado di identificare tale tipologia di trasmettitore grazie ad una codifica particolare del segnale emesso. Il Centro Controllo Missioni, confermata la posizione del trasmettitore, invia al gestore del sistema Galileo-RLS la richiesta di emissione di un messaggio di Return Link, tramite un processo di validazione. Il gestore del servizio Galileo RLS emette, quindi, questo segnale di “feedback” verso il satellite che ha rilevato il messaggio di allerta il quale lo rilancia, a sua volta, verso il trasmettitore. A quel punto, la persona in pericolo riceve sul suo trasmettitore la conferma che la sua richiesta di soccorso è stata ricevuta e che le competenti Autorità SAR sono state allertate”.

-I dispositivi dotati di RLS sono già disponibili per i diportisti?

“Come si può rilevare dai siti dei maggiori produttori di trasmettitori di emergenza a 406 MHz, sono già disponibili i primi modelli di trasmettitore con funzionalità RLS. Contestualmente la Stazione Satellitare è in grado di poter registrare nella Banca Dati Nazionale Trasmettitori questa nuova tipologia di trasmettitori, avendo già aggiornato il processo di validazione dell’identificativo del trasmettitore. In conclusione, tengo a sottolineare che la fruizione del servizio di soccorso fornito dal Programma COSPAS-SARSAT è totalmente gratuita per l’utente”.

MARESCIALLO MICHELE IUSCO

-Che ricordo ha del naufragio di Luca Sabiu e come è stato guardare negli occhi una persona che di fatto le deve la vita?

“Per un operatore di soccorso in servizio alla centrale operativa del COSPAS/SARSAT, ogni singolo allarme che si materializza è una potenziale vita da salvare. Il mio contributo a questa operazione è stato semplicemente quello di fornire tempestivamente ogni informazione utile al raggiungimento dei nostri obiettivi. Poter stringere la mano, guardare negli occhi e interagire con Luca Sabiu invece, è stato profondamente emozionante, ho potuto percepire nel suo racconto ogni singola sensazione che lui ha provato. Riempie il cuore sapere che dietro ogni sforzo, sacrificio e impegno profusi nel nostro lavoro ci sia qualcuno che, come Luca, possa raccontare il lieto fine di una brutta disavventura”.