Se i big della vela mondiale si sfidano sul lago. Che edizione questa Coppa dei Bravi!
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Mettici dodici timonieri di grande fama, un weekend sul ramo lecchese del Lario, quattro monotipi della emergente RS21 Italian Class, una raccolta di fondi per giovanissimi disagiati avviati allo sport e alla vela, ed ecco che dal cilindro, meglio sarebbe il “cappellaccio” di manzoniana memoria, esce la “Coppa dei Bravi Interlaghi” match-race trofeo Kong.
Coppa dei Bravi, Colaninno prendi-tutto
Ed è bello rilevare che il successo sia andato ad un giovane quale Federico Colaninno, da Gaeta, trimmer del team di Luna Rossa Prada vincitore della Youth America’s Cup di Barcellona sugli AC40. Uno dei giovani candidati a far parte del gruppo di velisti che parteciperà all’America’s Cup 2027 di Napoli con Luna Rossa (sugli AC75). Insomma, il futuro italiano alla disperata ricerca di poter mettere le mani sulla tanto desiderata “brocca d’argento”.

Un po’ di storia
E Federico, classe 1999, non era ancora nato quando nel 1981 alla Canottieri Lecco si organizzava la prima edizione della “Coppa dei Bravi”. In Italia, in quel periodo storico, si cominciava a parlare sottovoce di sfide veliche “uno contro uno”, i cosiddetti match-race della leggendaria Coppa America. Così, seguendo le orme della Congressional Cup statunitense e della Coppa degli Skippers francese, grazie ad una intuizione di Giovanna Negri di Negrinautica, la Canottieri Lecco, appunto, propose la prima edizione della “Coppa dei Bravi”.
Si gareggiò su barche di tipo Rivetto di cui Giovanna Negri era “madrina”, barche che fecero la storia della vela. La regata si distinse fin da subito per il suo formato innovativo (percorso di cinque miglia con tre boline e due poppe), ispirato, appunto, alle sfide più prestigiose della Coppa America.

Il successo andò ad un giovane Mauro Pelaschier che due anni dopo divenne skipper della leggendaria “Azzurra” con il debutto italiano in America’s Cup a Newport. In regata oltre a Pelaschier c’erano “Dodo” Gorla, Gianluca Lamaro, Stefano Roberti, Giovanni Sicola e Fabio Albarelli. Due anni dopo, sempre a Lecco, fu Tiziano Nava (in Coppa America poi con Azzurra e il Moro di Venezia) a battere l’amico Mauro Pelaschier.
La rinascita
Quindi un lungo vuoto sino al 2024 quando la Canottieri Lecco, in occasione del 50° anniversario del Campionato Invernale Classico, decise di riproporre la “Coppa dei Bravi” invitando otto timonieri di prestigio per una due giorni benefica, a favore di “Projeto Grael”. La vittoria andò a Maria Vittoria Marchesini del team femminile di “Luna Rossa” vincitrice della “Women’s America’s Cup”.

Coppa dei Bravi 2025, che parterre de roi!
Ma torniamo ai giorni nostri. Questa volta a Lecco il parterre era di dodici timonieri: Torben Grael, Lorenzo “Rufo” Bressani, Mattia Cesana, Tommaso Chieffi, Federico Colaninno, Flavio Favini, Guido Gallinaro, Maria Vittoria Marchesini, Roberto Spata, Alessandro “Dado” Castelli, Paola Amar e Pierluigi Puthod.
Una due giorni di match-race intensi, difficili viste le condizioni meteo non favorevoli con il Tivano (vento da Nord) ballerino ma che ha comunque permesso di completare il programma delle sfide. Certo lo spirito era quello di far del bene a favore di “Projeto Grael”, la Fondazione di Torben Grael che, dal 1998, ha sostenuto oltre 20.000 bambini brasiliani.

Così un timoniere con cinque medaglie olimpiche nel cassetto si è ritrovato in equipaggio con giovanissimi o velisti di “primo pelo”; ma il fine giustifica tutto e i sorrisi a terra non sono mancati magari davanti ad un piatto di pasta fumante dopo tanta acqua presa a lago.
Intendiamoci però: nessuno vuole perdere e la lotta non è mancata guardando gli ingaggi e le manovre di chi di “barra” se ne intende. Insomma, divertimento ma anche agonismo puro.
Federico Colaninno si è portato a casa il trofeo Kong (tra l’altro i premi sono stati ricavati anche utilizzando e restaurando pezzi di una vecchia barca in legno irrecuperabile del presidente della Canottieri Lecco Marco Cariboni…) con quattro vittorie e una sconfitta precedendo Tommaso Chieffi (uno dei velisti italiani “monumento”) colui che ha inflitto l’unico stop al “boys” di Luna Rossa.

Sul terzo gradino del podio il mito brasiliano della vela Torben Grael che non ha avuto neppure il tempo di ambientarsi al fuso orario, messo subito in barca: ma ne valeva la pena perché in fondo la “Coppa dei Bravi” è stata una festa della vela e della gioia di poter regatare con i campioni.

Per la cronaca questa è la classifica della “Coppa dei Bravi Interlaghi 2025” – Trofeo Kong: 1. Federico Colaninno (4 vittorie); 2. Tommaso Chieffi (3); 3. Torben Grael (3); 4. Paola Amar (3) e Flavio Favini (3); 6. Roberto Spata (2); 7. Mattia Cesana (2); 8. Pierluigi Puthod (2) e Guido Gallinaro (2); 10. Lorenzo Bressani (2); 11. Alessandro Castelli (0); 12. Maria Vittoria Marchesini (0).
Il prologo
La “Coppa dei Bravi” aveva avuto un prologo, venerdì 31 ottobre, con una serata proposta da Canottieri Lecco Vela e Panathlon Club Lecco sul tema: “L’America’s Cup in Italia, una prima volta storica”. Serata deliziata dalla presenza e dalle splendide foto di Carlo Borlenghi con all’attivo ben tredici campagne di Coppa, da “Azzurra” del 1983 a “Luna Rossa” di Barcellona 2024. Borlenghi ha intrattenuto il numeroso pubblico accorso a Palazzo Falck con aneddoti, testimoniando e documentando il passaggio dalle barche tradizionali ai catamarani, sino alle attuali “barche volanti”.
Interessanti anche le testimonianze di timonieri di fama quali Tommaso Chieffi (già nei team di Italia e del Moro di Venezia in Coppa America), Flavio Favini (Mascalzone Latino), Alessandro “Dado” Castelli (ingegnere al servizio in Coppa con Fast 2000), Lorenzo “Rufo” Bressani, Mattia Cesana (campione del Mondo Switch 2025), Roberto Spata, Pierluigi Puthod e il trio di giovani promesse del Team di Luna Rossa Prada giunto a Lecco poche ore prima dalla base di Cagliari e cioè Maria Vittoria Marchesini, Guido Gallinaro e Federico Colaninno.
Tutto qui con una sola domanda: torneranno i “Bravi” in barca a vela anche nel 2027. Visto l’entusiasmo e il successo dell’edizione appena conclusa ci sono buone possibilità.
Marco Corti
Foto di Marius Bunduc
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