1989. A Napoli il capolavoro di Brava che vince la One Ton Cup
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One Ton Cup: Napoli Milionaria
Tratto dal Giornale della Vela del 1989, Anno 15, n. 05, giugno, pag. 48-53.
Reportage del campionato del mondo più importante della vela d’altura dove finalmente il bellissimo Brava vince a Napoli. A bordo ci sono un certo Paul Cayard e il giovanissimo Francesco De Angelis.
Anzi, miliardaria. II Brava di Pasquale Landolfi vince alla grande il campionato mondiale con un capolavoro di regolarità, bordi vincenti e l’indispensabile dose di fortuna. Napoli premia il suo armatore di punta in una cornice di gran festa, complici il caldo, la coppa UEFA calcistica e le disavventure di Aria
Al quinto tentativo della sua generosa carriera di armatore di one tonner, Pasquale Landolfi porta il suo Brava sul gradino più alto del mondo vincendo a Napoli il titolo iridato della specialità. Il Brava ha sbaragliato i suoi ventisette avversari con una regolarità straordinaria, senza mai uscire dai primi dieci in classifica nelle cinque prove e conducendo le due regate d’altura con grande acume, molto coraggio e anche, inutile negarlo, ricevendo qualche spintone dalla fortuna. A bocce ferme, con la saggezza del dopo, la vittoria del Brava alla One Ton Cup organizzata a Napoli per festeggiare i 100 anni della fondazione del Circolo Italia, appare come ineluttabile. Ben quindici punti di distacco rifilati al secondo arrivato, l’inglese Indulgence, brillante vincitore delle prime due regate ma poi naufragato senza gloria a centro gruppo; una severa lezione inflitta al connazionale Aria, che è forse il vero sconfitto della regata, solo quinto.

Un trionfo quello di Brava, che non a caso abbiamo indicato come di proprietà assoluta del suo armatore, il napoletano Pasquale Landolfi. La faccia, il suo inconfondibile “nasone”, i suoi occhi ebbri di gioia, il suo gran sorriso, venerdì 19 maggio al rientro in porto, con la vittoria appena conquistata, erano di quelli che non si dimenticano, come hanno mostrato di capire anche le decine di spettatori accalcati sulla banchina per salutare il rientro in porto. Non a caso le sue prime parole scese a terra sono state: “voi sapete quanti sacrifici mi è costata questa vittoria”. E in effetti per ritrovare un’altra vittoria di questa importanza per lo IOR italiano delle classi maggiori bisogna tornare al 1983 quanto un’altra Brava, un prima classe, vince la mitica regata del Fastnet nel corso dell’Admiral’s Cup. Sei lunghi anni senza mollare mai, partecipando a tutte le regate in giro per il mondo.

Tutto sembrava dimenticato nelle acque del porticciolo di Santa Lucia nel tradizionale “tuffo’ del vincitore. Pasquale Landolfi si è trovato spesso in contrasto (un carattere difficilino il suo) con i dirigenti della vela italiana. E ancora non a caso sono stati proprio il presidente Gaibisso della FIV con il presidente della Commissione Altomare Dalla Vecchia tra i primi a congratularsi con Landolfi. Abbracci, lacrime, uno splendido tramonto napoletano ha incorniciato una giornata trionfale per la vela italiana. Sin dalla mattina il golfo di Napoli era al suo meglio per la regata finale, 6 metri di vento da 210, sole. Brava si presentava all’epilogo con 7 punti di vantaggio sull’inglese Indulgence. Un vantaggio tranquillo per una regata di controllo. Ma Napoli è la capitale della superstizione, no? Dunque, ora possiamo dirlo, Brava aveva il solito equipaggio del campionato italiano con una sola crudele (per lo sbarcato) modifica per far salire a bordo Raimondo Cappa, tattico di fiducia del timoniere Francesco De Angelis. Il sempre più italiano (in prospettiva Coppa America) Paul Cayard telecomandava De Angelis, mentre il robusto Steve Erickson (anche lui in via di italianizzazione) dirigeva l’equipaggio (Finzi, Volontè, Mazza, Massarini).

Il progetto di Brava è naturalmente di Bruce Farr, la realizzazione, perfetta, è del neozelandese Cockson. L’ultima regata, quella della vittoria, è finita con un agevole quarto posto, ben davanti all’ormai scoppiato Indulgence, solo tredicesimo. Eppure la One Ton Cup di Brava era partita con un nono posto frutto di un errore piuttosto grave in partenza, quando con la lettera X alzata per il richiamo individuale, Brava è tornata indietro a ripetere la partenza dopo due minuti, credendosi fuori (e non lo era!) allineamento. Poi è iniziata la marcia di regolarità. De Angelis, che è al suo secondo titolo mondiale del golfo di Napoli dopo quello dei J24 conquistato nel 1987, ha scaldato la mano che nella regata media alla svolta del campionato, si è rivelata caldissima. Sono le prime ore del mattino nei pressi di Procida. Aria di Carlo Bixio, portato dalla coppia male assortita Enrico Chieffi e Mauro Pelaschier, sta guidando il gruppo. Brava è in fila indiana, qualche centinaio di metri dietro. Poi mette la freccia, insieme al sorprendente Shardana, e sorpassa. Proprio così. Senza spiegazione tecnica, sfruttando quelle incredibili e illogiche situazioni che si creano sotto le isole; “Gran fortuna” (beh, l’espressione usata veramente è un’altra) commenteranno i superati, “capacità di trovarsi al momento giusto nel posto giusto”, spiegheranno soavi i superanti.

Così mentre lo Shardana di Melis, progetto di Paperini con Enrico Passoni al timone (bravissimo) volava per la sua vittoria parziale di prestigio (chiuderà con un assolutamente insperato alla vigilia, sesto posto), Brava ipoteca il titolo con il suo preziosissimo secondo posto. Il troppo sole appanna le idee di Indulgence, Ed Owen al timone, il noto Derek Clark alla navigazione che abdica dalla posizione di testa lasciando parte del suo bulbo sulle secche del porto di Procida. Tutto facile, tutto scontato. Certo, la regata media partiva nel giorno di San Pasquale (Landolfi), e Paul Cayard ha festeggiato il giorno del suo ventottesimo compleanno il giorno della regata finale.

La classifica finale: 1. Brava P. Landolfi (9-5-4-2-4) 158.50 – 2. Indulgence B. Walker (1-1-13-11-13) 143.75 – 3. Stockbroker J. Host (8-4-20-5-6) 139 – 4. Abap/4 H. Plattner (2-10-5-4-18) 137.50 – 5. Aria C. Bixio (3-7-11-6-14) 137.50 – 6. Shardana 2 A. Melis (12-9-21-1-7) 129.38 – 7. Bellatrix Marina Militare (24-11-8-8-1) 121.75 – 8. Saudade A. Bull (5-18-1-3-21) 121.25 – 9. Bravura I. Loube (24-6-9-14-2) 120.50 – 10. Mean Machine P. Ridder (22-3-7-17•20) 108. Seguono 18 concorrenti.
di Luca Bontempelli
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