Transat Café l’Or: i Class 40 ripartono, Maccaferri a caccia di rivincita. Il racconto da La Coruna
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Settimo giorno di Transat Café l’Or e nuovi aggiornamenti in arrivo dall’Oceano, dalla Galizia alle Canarie, con gli italiani impegnati nella flotta Class 40 adesso ripartita da La Coruna, e Francesca Clapcich e Ambrogio Beccaria che hanno appena passato l’arcipelago Canario.
La prima notizia riguarda proprio la Classe Imoca, dove segnaliamo una scatenata Francesca Clapcich, in coppia con Will Harris, che ha aumentato a oltre 20 miglia il vantaggio sul gruppo di inseguitori adesso piuttosto folto. Gli Imoca 60 hanno finalmente trovato un po’ di Aliseo, e stanno strambando a ripetizione praticamente lungo la costa africana, per cercare di infilare la traiettoria giusta nei venti portanti. Decisiva sarà la scelta di quanto spingersi a sud nel vento più forte. Ambrogio Beccaria con Allagrande Mapei guida gli inseguitori, e mai la vela italiana aveva avuto due skipper nelle posizioni di testa, della classe regina in una transatlantica.
L’attenzione però oggi si sposta per noi dagli Imoca 60 ai Class 40, che come detto sono ripartiti da La Coruna. Mare tosto da sudovest, intorno ai 3 metri, e vento tra i 20 e i 25 nodi, per queste prima ore di navigazione per passare Finisterre.
A La Coruna, poche ore prima della partenza, c’era il nostro lettore Piero Maletta, che ci ha raccontato nelle righe che seguono l’atmosfera in banchina durante il pit stop dei Class 40. La flotta è ripartita alle 12 odierne, e in corsa per l’Italia ci sono Luca Rosetti e Matteo Sericano su Maccaferri Futura (a caccia di rivincita dopo la prima tappa), Andrea Fornaro e Alessandro Torresani su Influence, 2, Pietro Luciani su Les Invincibile, Alberto Riva su Ekinox. QUI vi raccontiamo la classifica della prima tappa.
La ripartenza degli italiani nei Class 40, il racconto da La Coruna

“Pantalanes” al completo, banchine piene di colore e tecnologia qui A Coruna. La burrasca che si avvicina, una delle centinaia di burrasche atlantiche che spazzano questo angolo di terra dove vivo da quasi 20 anni, finalmente ha portato una lieta novità. I migliori Class40 del mondo ormeggiati a due passi da casa. In quella che chiamano, non a caso, “il balcone sull’Atlantico”, A Coruña.

In questi giorni di fine ottobre, tristi per il ricordo della strage che giusto un anno fa ha straziato i cuori della comunità Valenciana e di un Paese intero, A Coruña si sveglia con il tintinnare delle cime strapazzate da raffiche di 25-30 nodi. Non era in programma una doppia Leg per questa transat che da Le Havre sarebbe dovuta arrivare a Martinica. Marina Coruña non ha pensato a visibilizzare l’evento, e così come successo per la Global Solo Challenge del 2023 con partenza e arrivo nella stessa marina, molto pochi sono i curiosi che possono vedersi passeggiare sulle banchine, telefoni in mano, per poter vedere da vicino, queste fantastiche barche e conoscere qualcuno dei suoi equipaggi, autentici Astronauti del Mare.

Sono contenti della barca, sono state 600 miglia dure, che potevano fare molti più danni di quelli riportati. “Abbiamo preso tante botte che non so come non si è rotto tutto” – Alberto. Chiudono la prima LEG ottavi, “poteva andare meglio, dai!”. Giovedì è giornata di riparazioni, tutti hanno qualcosa da riparare/ripensare. Se non rompi niente non stai regatando. C’è chi impasta resina, chi sostituisce timoni, chi sale in testa d’albero con raffiche di surada (Vento del sud con molte raffiche sui 35 nodi) per verificare sartie, drizze e segnavento.
Uscendo dalla marina ci saluta un “Signore”, sulla sessantina, anche lui francese. Sai chi è quello? Desjoyeaux – dice Alberto. Tutti quelli che passano si avvicinano alla sua barca. Nuova, un mese o poco più, però con qualche tocco che rimanda a altre epoche. Se funziona bene perché cambiarlo. E poi qualche dettaglio di comodità. “Bisogna essere giovani per stare su queste barche”, illumina il Professore.

Matteo invece è in coperta. Sono arrivati da poco, 36º posto dopo un pit stop tecnico a Cherbourg. La barca è fantastica e a lui piange l’anima, di gran lunga l’equipaggio italiano (Luca Rosetti e Matteo Sericano) che peggio se l’è vista in questa prima Leg. Un guasto di natura elettrica, che non è stato possibile risolvere in mare, e coì per più di 12 ore sono stati costretti fermi a Cherbourg mentre gli altri correvano qui.
Questa seconda partenza coruñesa per Luca, Matteo e Maccaferri sa di rivincita. Anzi, la vogliono una rivincita. Sono agguerriti. Maccaferri Futura darà filo da torcere.
È venerdì, ormai siamo agli ultimi ritocchi, ripiegare vele, risalire intesta d’albero per riposizionare segnavento e anemometri, riempire i bidoni d’acqua (una cosa scontata in terra ferma).
Anche la Leg2 che li porterà a Martinica, via Azzorre, non sarà una passeggiata. Mare formato con onda di 3 metri e vento SO passando a O sui 20 nodi, quello che li aspetta una volta passati dal “chino” (boa verde del canale d’entrata al porto). Per poi trovarsi, di bolina, un fronte che toccherà le Azzorre. E poi, sottolinea Matteo Sericano, non ci saranno gli Alisei.
Ma questa sarà un’altra storia che potranno raccontare a un altro freaky del mare che li aspetterà sulle banchine di Martinica. A questi astronauti del mare, su barche più piccole e meno potenti che un Imoca, Ocean Fifty o Ultim, ma molto più dure, resta solo da augurargli Buon Vento & Buena Proa, alla spagnola.
di Piero Maletta
a cura di Mauro Giuffrè
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