Classic Boat Cult | Polluce: la rinascita dell’Half Tonner della Marina Militare
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A poppa di tutte e 223 le imbarcazioni a vela della Marina Militare compare una scritta: S.V.M.M. E’ così da ben 90 anni. Era infatti il 1935 quando, con Foglio d’Ordini Ministeriale, nasceva lo Sport Velico Marina Militare, eredità ancor oggi viva sotto quella che conosciamo come MARIVELA, l’Ufficio Vela dello Stato Maggiore Marina Militare. Quella che però interessa a noi in questo articolo è una singola poppa, una ben specifica. Quella di un Half Tonner, unico di 6 costruiti a sopravvivere e regatare ancor oggi: Polluce (ITA 10511).
Classic Boat Cult | Polluce, l’Half Tonner S.V.M.M. che continua a regatare
Costruito da De Cesari in lamellare (West-System), Polluce viene varato nel 1986, ultimo della serie HT-MM (Half Tonner Marina Militare) progettata dall’eccezionale Studio Vallicelli &C. Estremamente tirata, gemella della pluridecorata Castore, Polluce nasce per la Half Ton Cup e per il Campionato Italiano di Chioggia, per poi continuare a regatare sotto l’S.V.M.M, anche ben oltre i suoi stessi limiti, entrando a pieno titolo sui campi IMS –per i quali viene ottimizzata a inizio anni ‘90. Ma, anagrafica a parte, quanto interessa a noi avviene in tempi ben più recenti, ad opera della Sezione Velica M. M. di Messina, che tiene viva e competitiva questa pietra miliare della vela italiana, garantendole un futuro e lanciando un segnale positivo a tutto il mondo della vela Classica e IOR.

Polluce: 39 anni di attività e aggiornamenti
Concepita e progettata alla fine degli anni ’90 sotto l’International Offshore Rule, con l’avvento dell’IMS (International Measurement System) Polluce diventa uno scafo tendente all’obsolescenza. A salvarla, in quel caso come oggi, interviene però la volontà di Marivela che, opportunamente, ne pianifica ed esegue un aggiornamento di ottimizzazione, dando il là ad un susseguirsi di costanti e mirati interventi di aggiornamento e manutenzione. A partire da fine anni ’90, sotto l’attenta gestione della Sezione MM di Messina, il susseguirsi di vari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria hanno consentito a Polluce di rimanere sempre in piena efficienza operativa, divenendo una pietra miliare dello S.V.M.M.

In quest’ottica, emerge così l’ultimo intervento di conservazione; un refit filologico che, nell’ottica di mantenerne la storicità, restituisce nuova vita a Polluce –tanto che, per celebrare il 90° anniversario della costituzione di Marivela, la stessa Polluce ha rappresentato la Marina Militare al 31° Campionato Italiano Assoluto d’Altura…

Oggi interamente refittata e in attività, Polluce è stata oggetto di un importante intervento di risanamento conservativo in seguito all’emergere di alcune criticità strutturali dovute al corso degli anni. Dopo una serie di sopralluoghi del personale tecnico della M.M. si è deciso di eseguire un’opera di consolidamento destinata principalmente al sistema di ancoraggio delle lande e del rigging
Costruita in lamellare e nell’ottica di essere uno scafo estremamente leggero e performante per un periodo di tempo comunque limitato, Polluce nasce infatti con crocette in linea e sartie a scarico diretto su lande vincolate per saldatura ad un ragno in tubi inox non adeguatamente collegato alla vicina paratia strutturale. Nel corso degli anni però, gli sforzi del rig non trasmessi uniformemente al complesso lande-scafo hanno provocato delle deformazioni che hanno richiesto un intervento di restauro capace di garantire la necessaria sicurezza strutturale dello scafo, ripristinando in primis, gli equilibri originari.

In quest’ottica, l’Architetto Matteo Zunino –già militare di leva presso la Sezione Velica MM di La Spezia– sotto la supervisione del personale della Marina Militare, ha redatto un progetto mirato ad intervenire principalmente al consolidamento strutturale di sostentamento del rig e, più in generale, anche verso l’assetto totale dello scafo –tendenzialmente appruato (catene IOR)– restituendo al complesso lande-albero una posizione più congeniale alla sua originaria e, così, più vicina alla paratia strutturale di corrispondenza. Una scelta che ha così comportato ben due vantaggi principali:
1) da una parte, l’intervento è andato a ridurre l’area di sovrapposizione tra genoa e randa;
2) dall’altra –insieme con lo spostamento complessivo delle masse di albero, sartiame e motore– la traslazione del centro di gravità verso poppa (di circa 4 cm) ha determinato un aumento dei bordi liberi a prua di circa 3 cm ripristinando un assetto di galleggiamento vicino a quello del progetto originale (foto di seguito).
Un complesso che, considerata l’originale vocazione della barca ad esprimere il suo meglio in condizioni di ‘arietta’, ha consentito di esaltare la reattività dello scafo nel range di destinazione, quello compreso tra i 4 e i 12 nodi.
Interessante, sul fronte del restauro, la soluzione con cui la geometria definita è stata implementata. Infatti, nell’ottica di restituire assetto e struttura al complesso originale, è stata progettata e realizzata una nuova centina in acciaio inox per l’ancoraggio delle sartie, collegata a tutte le strutture esistenti — fondo della barca, paratia strutturale e ragno inox originale — con l’obiettivo di rendere tutti gli elementi collaboranti e ridurre i picchi di sollecitazione, nonché le deformazioni conseguenti, sui singoli componenti. Un lavoro ineccepibile, peraltro, realizzato e messo in opera con le maestranze interne della Sezione Velica di Messina
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