Joyette (1907), una regina d’Inghilterra torna a vivere per l’America’s Cup

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Rara foto d’archivio di Joyette, ex-Almara

Gosport, Regno Unito, 1906. Charles Ernest Nicholson firma uno scafo destinato a diventare il suo prediletto per linee e classe – “the prettiest he’s ever drawn” – il più piacevole che abbia mai disegnato: è Almara, disegnata per Major Calverley, che, subito dopo il varo (1907), la iscrive nel celeberrimo Royal Yacht Squadron di Cowes. Dobbiamo aspettare però il 1910 perché questa storia di porti al presente, a Napoli, alla Coppa America. Nel 1910 Almara cambia mani e, con queste, nome. Ed ecco che abbiamo Joyette, il 27 metri firmato Camper & Nicholson che, nel 2027, sarà guest-boat di lusso per i VIP dell’America’s Cup.

Joyette (1907), una regina d’Inghilterra torna a vivere per l’America’s Cup

Bacoli, Cantiere Navale Postiglione. Qui, maestri d’ascia e tecnologie avanzate si incontrano per riuscire nell’impresa, restituire nuova vita ad un classico ligneo e, conseguentemente, scriverne il futuro. È infatti presso il Cantiere Navale Postiglione che Joyette si appresta a ritrovare il suo originale stile edoardiano, merito dell’investimento di un appassionato armatore inglese che ha deciso di finanziare l’impresa. Il primo obiettivo, certamente, divenire guest boat destinata a VIP e Sponsor dell’America’s Cup 2027, ma, quello più rilevante, il secondo, quello a lungo termine: restituire al mare un eccellente pezzo di storia dello yachting, britannico e internazionale.

I cantieri Camper & Nicholson a Gosport in una foto d’archivio

Joyette | dalla Belle Époque all’America’s Cup 2027

Concepita dal proficuo e altrettanto brillante Charles E. Nicholson –firmatario di oltre 200 progetti, tra cui scafi memorabili quali Avel (1896), i J-Class di Coppa America Shamrock V (1930) e Endeavour (1934), e Bloodhound (1936), per citarne alcuni– Joyette non solo rappresenta un esemplare a dir poco significativo della progettazione britannica dei primi del secolo, ma rappresenta anche un testamento vero e proprio alla produzione del progettista stesso, che in lei vide uno dei migliori scafi della sua fase ‘giovanile’ (1890-1910).

il J-Class Shamrock V, uno dei grandi capolavori di Nicholsons

Realizzata in fasciame di teak su ordinate di quercia, Joyette misura 27,15 metri fuori tutto e 5.18 metri al baglio massimo, per un dislocamento pari a ben 90 tonnellate. Originariamente armata a ketch aurico –soluzione tipica per le barche di grandi dimensioni dell’epoca– negli anni ’30 Joyette subisce diverse modifiche, tra cui una lieve variazione d’armo e, soprattutto, l’installazione di un motore. Sarà però nel corso del restauro del 1966-1968, tenuto presso Camper & Nicholsons, peraltro, che verranno accorciati poppa e alberi, adattando la barca ai nuovi standard tecnici ma snaturandone identità e rilevanza storica.

Fortunatamente, nel 1987 Joyette è però acquisita da un armatore italiano che, con il supporto del National Maritime Museum (Greenwich), sottopone lo scafo ad un restauro filologico, recuperando i disegni originali e riportando lo scafo al suo stato originale grazie ai diversi interventi compiuti dal Cantiere Valdettaro (Le Grazie) e da Amico (Genoa). Nel 2010 arrivano una nuova proprietà e un nuovo progetto di restauro. Motivi economici bloccano il tutto e Joyette rimane ferma a Genova, peggiorando di condizioni fino all’attuale intervento, intrapreso, finalmente, da una nuova proprietà, che la trasferisce a Bacoli.

Joyette nel suo periodo più buio, 2010 Circa

Giunti al presente, l’attuale refit presso il Cantiere Postiglione mira, in primis,  al ripristino dello scafo e, in ottica filologica, al recupero dell’armo aurico originario, così come anche del piano di coperta e del piano velico, mantenendo così Joyette fedele al primo progetto di Nicholson. Fondamentale, non solo per riportare in vita un classico, ma anche per offrire un’esperienza di navigazione quanto più autentica possibile, ammodernando comunque il complesso agli standard di navigazione, sicurezza e tecnologia moderni. Il ritorno in acqua di Joyette come piattaforma ospiti per l’America’s Cup 2027 rappresenta non solo la celebrazione della maestria artigianale, ma anche l’evoluzione degli standard di restauro delle barche classiche—un equilibrio tra eredità storica, estetica e prestazioni nautiche nel contesto contemporaneo.

Joyette

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