Sette nuovi porti turistici (e 4.000 posti barca) in Lazio. Si, ma quando?

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Il Consiglio Regionale del Lazio ha dato il via libera al nuovo Piano dei Porti di Interesse Economico Regionale. Un documento programmatico che prevede 7 nuovi porti (nei comuni di Tarquinia, Montalto di Castro, Ladispoli, Ponza, Latina – Rio Martino -, Terracina e Formia) per oltre 4.000 posti barca, servizi nautici potenziati e una visione strategica per il futuro della nautica da diporto. In teoria c’è tutto, ma i tempi di realizzazione quali sono?

Porti in Lazio, speriamo!

Sono anni che sulle pagine del Giornale della Vela sosteniamo che porti e marina turistici sono i veri snodi cruciali per diffondere la cultura nautica e il piacere dell’andar per mare in Italia. Creare strutture moderne e accoglienti lungo gli oltre 8.000 chilometri delle nostre coste è assolutamente decisivo, non solo per incrementare il turismo costiero, ma anche per rilanciare l’economia di un Paese che si trova al centro del Mediterraneo.

Sempre da anni invochiamo che la rete degli approdi nostrani faccia “sistema” con norme chiare e uniformi su tutto il territorio, concessioni trasparenti, gestori qualificati, prezzi di ormeggi e servizi equi e pratiche per la salvaguardia dell’ambiente marino comuni e diffuse. Come avviene in Croazia, Spagna e Francia.

Il Lazio sui porti cambia rotta: ecco come

Di tutto questo oggi finalmente se ne rendono conto anche le istituzioni. Nel 2023 il Governo ha approvato il famoso “Piano Mare” che riconosce la portualità turistica quale settore “industriale” capace di sostenere lo sviluppo economico e sociale del turismo del Paese e ne propone un indirizzo unitario. E ora, sull’onda di quel documento programmatico nazionale, ecco che anche le Regioni sul tema porti cominciano a muoversi.

Lo ha fatto per esempio il Lazio, dove di recente il Consiglio Regionale ha approvato il cosiddetto “Piano dei Porti di Interesse Economico Regionale”, un progetto atteso da anni che punta a ridisegnare la portualità turistica del litorale. Vediamo allora cosa prevede e quali benefici concreti potrebbe portare ad armatori, skipper ed equipaggi che navigano o approdano in questa regione.

Gli obiettivi del nuovo Piano dei Porti

Il Piano dei Porti di Interesse Economico Regionale del Lazio fa parte del Piano Regionale della Mobilità e del Trasporto (PRMTL), è stato concluso nel 2015 e aggiornato nel 2023, prima di completare l’iter per l’approvazione finale dal parte del Consiglio Regionale, avvenuta lo scorso settembre. Di fatto, è un piano di settore che ha l’obiettivo di creare un nuovo modello di sviluppo delle coste laziali partendo proprio dai porti e gli approdi turistici di questi litorali. Strutture “ferme” a livello di leggi e indirizzo al precedente Piano dei Porti che risale al 2007, ben 28 anni fa. È bene sottolinearlo.

Insomma, il nuovo documento rappresenta una sorta di “upgrade” programmatico che parte dall’esigenza di integrare il sistema portuale del Lazio con l’apparato ferroviario e stradale e con l’occasione si sforza di ripensare e sviluppare gli approdi, nuovi e già esistenti, in chiave strategica per l’economia e il turismo della regione, indirizzando la loro evoluzione in termini di qualità dei servizi, management, coordinamento e rispetto dell’ambiente e delle comunità locali (abitanti, pescatori, cantieri, associazioni).

Quali vantaggi per chi va in barca

A livello pratico il nuovo Piano dei Porti del Lazio parte dall’aumento dei posti barca disponibili nella regione e prevede la nascita di nuovi 7 approdi nei comuni di Tarquinia, Montalto di Castro, Ladispoli, Ponza, Latina (Rio Martino), Terracina e Formia. Ogni approdo sulla carta dovrebbe offrire circa 300-500 posti barca, per un totale di circa 2.500-4.000 nuovi ormeggi.

La nuova rete di porti dovrebbe consentire di superare così uno dei principali fattori di paralisi evidenziatosi negli ultimi anni rispetto allo sviluppo della “Blue Economy” nel Lazio e costituito proprio dalla mancanza di posti barca, nonostante la continua e costante crescita della relativa domanda negli ultimi anni.

Porti come realtà strategiche per le coste

All’interno di ogni porto, secondo il nuovo Piano, andrebbero quindi potenziati i servizi offerti ai diportisti, come la manutenzione delle imbarcazioni, l’assistenza tecnica, il rifornimento di carburante e acqua, e la fornitura di energia elettrica. Così come si dovrebbero rendere più sicure le infrastrutture portuali, tipo banchine, pontili, illuminazione e segnaletica. Largo spazio poi alla promozione di pratiche eco-compatibili per ridurre l’impatto ambientale, come l’utilizzo di energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e la protezione degli ecosistemi marini.

Sempre secondo il nuovo Piano dei Porti, dovrebbe essere identificata una chiara procedura cooperativa tra Pubbliche Amministrazioni ed Enti che coinvolga attivamente anche la cittadinanza, per la previsione di nuove infrastrutture portuali regionali e l’ampliamento e la riqualificazione di quelle esistenti. E in ultimo, andrebbe sviluppato un sistema informativo per l’archiviazione, il monitoraggio e l’analisi dei dati inerenti tutta la portualità regionale.

Tutto molto bello. Ma con che tempi?

Insomma, quello che si prospetta nei prossimi anni per i velisti che gravitano nell’area laziale sono più ormeggi a disposizione per tenere la barca o sostare durante le crociere lungo la costa e nelle isole. Ma anche approdi più moderni, qualificati, trasparenti e razionali al livello di gestione, capaci di creare lavoro, rilanciare l’economia del territorio e incentivare il turismo nautico. Soprattutto, porti e approdi con una nuova “visione” che guarda sia alle esigenze pratiche di chi naviga che al futuro di un Paese che per rilanciarsi nel Mediterraneo non può trascurare l’impegno di valorizzare appieno la risorsa mare.

Siccome però noi del Giornale della Vela non ci accontentiamo delle belle parole, anche se certificate in un documento ufficiale, rispetto al nuovo Piano dei Porti del Lazio rimaniamo con un grande interrogativo: quali sono i tempi di realizzazione di tutto questo? Sicuramente per ogni nuovo approdo si aprirà il balletto delle concessioni demaniali marittime di Regione ed enti locali competenti, quindi i complessi procedimenti amministrativi, Conferenza di Servizi compresa. Tempi lunghi, inciampi e incognite durante queste procedure, sia sa, sono sempre dietro l’angolo.

Lo abbiamo già raccontato nella nostra recente inchiesta sui “porti fantasma”, ossia progetti che per quanto annunciati a gran voce, finanziati e approvati da enti e istituzioni, non hanno mai trovato luce. Nonostante tutto, vogliamo essere positivi e facciamo sicuramente il tifo per i nuovi porti del Lazio. Ma insieme alla nostra comunità di lettori, come dire, rimaniamo a fare buona guardia…

David Ingiosi

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