Andrea Lacorte: “la mia vela è da corsa”, intervista all’armatore timoniere che ha stupito nei Tp 52
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

La classe Tp 52 è ancora oggi uno dei vertici nel mondo della vela professionale, e riunisce nella propria flotta tantissime superstar della vela olimpica e della Coppa America, con un livello tecnico in acqua che poche barche possono vantare. Classe box rule, i Tp52 hanno un circuito, le 52 Super Series, che quest’anno ha visto al via 13 team di altissimo livello, con la classifica finale che, al termine di 5 tappe, ha visto la vittoria di American Magic Quantum Racing.
In quarta posizione, e primo tra i timonieri owner driver, c’è una barca italiana, Alkedo Powered by Vitamina, del pisano Andrea Lacorte, portacolori dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa con il supporto dello sponsor Cetilar. Co-fondatore, insieme al fratello Roberto, e Presidente, di Pharmanutra, azienda oggi quotata in borsa che si occupa di ricerca, sviluppo e commercializzazione di integratori alimentari, dispositivi medici e prodotti farmaceutici.
Andrea Lacorte è un grandissimo appassionato di vela e di regate. Per lui anzi la vela è stata una “cosa” di famiglia, trasmessa dal padre.

Dopo anni di militanza in varie classi monotipo, e prima ancora nella vela d’altura a rating, nel 2025, a 64 anni, Lacorte ha deciso di mettersi in gioco nella classe regina dei monoscafi, i Tp52, con una stagione da rookie che ha stupito gli addetti ai lavori, subito competitiva. Grazie a un team di alto livello, ma grazie anche ai tanti anni di gavetta in classi veloci e competitive, che lo hanno fatto arrivare pronto al salto di categoria.
Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua stagione in Tp 52, e capire cosa c’è dietro la passione di un armatore che ha deciso di mettersi in gioco in uno dei palcoscenici più difficili.
Andrea Lacorte e la vela da corsa

Come nasce la tua passione per le barche e come arriva quella per le regate.
La passione per le barche nasce in famiglia, mio padre aveva sempre avuto barche a vela, anche di legno e in parte fatte in casa, poi arrivarono quelle in vetroresina. Ho cominciato però ad andare a vela da un punto di vista competitivo a 40 anni, quando ho comprato la mia prima barca.
Mi sono voluto subito lanciare nel mondo delle regate, ma per 7-8 anni non ho mai timonato le mie barche, facevo altri ruoli, albero, centrale, tailer, mai la tattica perché non ne ho il bagaglio tecnico, che si crea con la vela giovanile e le derive. Prima di arrivare al timone ho cercato di capire al meglio che potevo come funzionasse il gioco.
A 40 anni la prima di una lunga serie di barche..
Si, la prima fu un X-332, poi un First 36.7, e ne arriveranno altre, incluso un Salona 41 con cui fecimo alcune stagione in ORC a buon livello, prima di passare ai monotipi col Melges 32, classe in cui ho timonato per circa 7 anni. Da li siamo saltati al ClubSwan 36 e poi abbiamo fatto 2 anni sul ClubSwan 50. C’è stata anche l’esperienza con il catamarano M32, due stagioni, barca molto fisica che a 64 anni era difficilissima da timonare.
Tornando al periodo col Salona 41 posso dire che rimasi deluso quando la barca diventò poco competitiva dopo un aggiornamento dei regolamenti ORC, da una stagione all’altra, di li nacque il mio interesse per i monotipi e per una formula più equa di regate. E ho fatto 16 anni di monotipia pura, anni in cui vedevo il TP52 come un sogno, ai tempi irraggiungibile. Il Tp 52 sono una barca box rules, ma ormai gli scafi sono tutti molto simili e le prestazioni delle barche identiche, tutti possono vincere, ma vincono solo i più bravi.
Perché la scelta di regatare in Tp 52 e che sensazione da timonare un Tp?

Come dicevo c’è una rigida box rule che nel tempo ha portato a barche molto simili, quindi conta molto il tuning della barca, lo studio della forma delle vele e le regolazioni e ovviamente il modo di condurla in team. A 64 anni sono arrivato a un momento della mia vita in cui potevo avere un budget, con dei limiti nelle spese, che potesse però garantirmi di entrare nel mondo TP52: abbiamo acquistato la ex Azzurra, che fu poi anche Interlodge, una barca contesa perché molto efficiente e performante.
Abbiamo messo su questa campagna con molto timore reverenziale verso dei team con tanti anni d’esperienza e tante super star della vela mondiale. Il prossimo anno arriverà un nuovo team svedese, e ci sarà un ricambio tra vari armatori, è una classe molto viva, con una galassia di velisti fortissimi intorno.
Quando si lavora in allenamento da soli rimani stupefatto da quanto è facile timonarla e dalle accelerazioni che ha. Quando però vai a regatare il discorso ovviamente cambia, ti ritrovi a fare dei corpo a corpo strettissimi come se fosse una regata di un monotipo piccolo, l’adrenalina va alle stelle, hai il cuore a mille con la barra in mano. E poi velocità altissime di poppa, anche 24 nodi, e la barca resta molto marina anche con vento duro, è una delle sue caratteristiche.
Qual è stato il momento più difficile e quale quello più felice di questa stagione?

Il più difficile è stata l’ultima tappa a Porto Cervo, siamo andati oggettivamente male, quello più felice a Cascais, con tanto vento, due regate vinte su 10 con tantissima onda, e ovviamente la vittoria numero 1 alla tappa di Saint Tropez. Da un punto di vista umano la classe ci ha dato un grande benvenuto, sia da parte degli altri armatori, che dall’organizzazione e dei velisti.
Come si mette su un team di professionisti come il tuo?

Avevamo 5 velisti professionisti del precedente equipaggio della barca, anche un boat builder, volevamo un core del gruppo che conoscesse già il mezzo per recuperare tempo dato che ne avremmo avuto poco prima delle prime regate. Abbiamo fatto un’operazione ibrida, ovvero prendendo parte del team vecchio, tra cui il tattico Cameron Appleton, avevamo un coach olimpionico britannico, e una parte di team del mio equipaggio storico del ClubSwan 50, oltre ad alcune new entry.
La cosa incredibile è stata la buona sintonia che siamo riusciti a mettere su velocemente, nonostante il poco tempo di allenamento che abbiamo avuto a disposizione perché in un training iniziale abbiamo avuto un problema al rig e abbiamo rotto l’albero. Un altro brutto momento della stagione che però è stato alla fine una molla probabilmente decisiva. In totale abbiamo fatto appena 8 giorni di allenamento prima della regata d’esordio, avevamo insomma ancora tutto da imparare eppure siamo riusciti a funzionare in acqua. Il disalberamento paradossalmente è stato un collante per tutta la squadra, è stato uno stimolo fortissimo.
Cosa ti aspetta la prossima stagione?
Assolutamente almeno altri due anni in TP52, l’obiettivo è questo, una volta provato non vuoi più smettere.
Ci sono solo regate nella vela che piace ad Andrea Lacorte?
In crociera in famiglia ci vado, e mi piace molto, ma attenzione, lo faccio però su una barca a motore che si chiama Vitamina Grande. Scusate, ma per me la vela è solo da corsa.
a cura di Mauro Giuffrè
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche

Transat Café l’Or: altro colpo di scena per i Class 40, può cambiare ancora tutto
Diciottesimo giorno di regata alla Transat Café l’Or, con i Class 40 ancora nel bel mezzo dell’Atlantico per una regata che per loro si sta rivelando molto più lunga del previsto. Qualcuno inizia anche a lamentare ridotte riserve di energia

Che bravi Zorzi e Gamenara alla Mini Transat! E intanto i Class 40 alla Transat Café l’Or…
Dopo lo splendido secondo posto di Francesca Clapcich alla Transat Café l’Or, con il quarto di Ambrogio Beccaria, c’è ancora tanta Italia che fa parlare di se in Oceano. Dalla Mini Transat, con gli arrivi in Guadalupa, alla lotta ancora

Tigullio Race 50 Event: che festa per i 50 anni del Campionato invernale del Tigullio! VIDEO e CLASSIFICHE
Sabato 8 novembre il Golfo del Tigullio ha accolto la Tigullio Race 50 Event, regata aperta a tutte le imbarcazioni a vela, indipendentemente da dimensione o età. Una vera e propria festa della vela. Tigullio Race 50 Event L’evento è

Transat Café l’Or: colpaccio Francesca Clapcich, sorpasso su Macif e secondo posto in Martinica!
Siamo alle battute finali della Transat Café l’Or per la classe Imoca 60, con Charal di Jeremie Beyou e Morgan Lagraviere che ha centrato una meritatissima vittoria dopo avere condotto la regata per quasi tutto l’Atlantico. Attenzione però, perché nelle








