Team Django chiude terzo l’Admiral’s Cup: decisivo il Fastnet con un meteo atipico
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Tempo di bilanci a Cherbourg per la Rolex Fastnet Race, con gli arrivi che stanno volgendo al termine e le classifiche che prendono definitivamente forma, inclusa quella dell’attesissima Admiral’s Cup.

Andando con ordine, la prima barca a tagliare il traguardo è stato il trimarano Ultim Lazartigue di Tom Laperche, che per l’occasione vantava a bordo la super star Peter Burling. Il primo monoscafo invece è stato Black Jack 100, che si conferma uno dei maxi più da “linea d’onore” che ci siano in circolazione.
Per la classifica IRC overall, che assegna la vittoria generale del Rolex Fastnet, al momento una delle barche più accreditate per la vittoria finale sembra essere il JPK 1050 Leon di Jean Pierre Kelbert.
Rolex Fastnet, i verdetti dell’Admiral’s Cup

A più di 20 anni dall’ultima edizione l’Admiral’s Cup, la regata a squadre che vale come un Mondiale di Vela d’altura, ha un nuovo padrone, lo Yacht Club de Monaco con il team messo insieme da Pierre Casiraghi e Peter Harrison, che schierava in acqua il Fast 40 Jolt 6 e il Tp 52 Jolt 3, con diversi velisti italiani a bordo.

Importante la vittoria in classe Admiral 2 di Jolt 6, considerando che Jolt 3 invece ha chiuso il Fastnet in settima posizione in Admiral 1.
Al secondo posto si piazza il Royal Hong Kong Yacht Club con il team di Karl Kwok, che schierava il Tp 52 Beau Geste e il Fast 40 Beau Ideal. Un Fastnet difficile per entrambe le barche, che hanno chiuso rispettivamente in nona e ottava posizione.
Terzo posto per Team Django, la squadra italiana di Giovanni Lombardi Stronati in rappresentanza dello Yacht Club Costa Smeralda, che schierava il Wallyrocket 51 e il JPK1180. Il 51 ha chiuso il Fastnet in ottava posizione, mentre il JPK ha centrato un ottimo terzo posto. Il Wallyrocket 51 termina l’Admiral’s Cup al terzo posto in classe 1, il JPK 1180 al quarto in classe 2.
Admiral’s Cup, il bilancio di Team Django

Erano 15 i team in gara per questo ritorno della mitica Admiral’s Cup e, considerato il livello della flotta con 13 nazioni rappresentate e velisti che arrivavano dalle classi olimpiche, dalla Coppa America e dal top della vela oceanica, il terzo posto di Team Django segna una campagna di successo.

Vincere l’Admiral’s Cup del resto è un’impresa difficile: si regata tra le boe, in regate costiere, e in offshore puro come nel caso della Channel Race e del Fastnet. Ciò significa che non è semplice scegliere due barche performanti in tutte le situazioni per formare la squadra.
Quest’edizione dell’Admiral e del Fastnet è stata poi “anomala” dal punto di vista meteo, con condizioni di vento più leggero rispetto a quelle che mediamente si incontrano nel Solent in questa stagione. Condizioni che soprattutto durante le regate inshore hanno favorito molto i Fast 40, più leggeri e invelati, rispetto ai JPK che invece danno il meglio in condizioni più dure. Django JPK è riuscito comunque a tirare fuori una grande prestazione al Fastnet, finendo in terza posizione in compensato per soli 14 minuti dopo 695 miglia di regata, dopo avere guidato in varie fasi la classifica in tempo compensato.

La discesa dal Fastnet alle andature portanti, sulle quali puntava molto il Wallyrocket 51 , è stata con vento mai superiore ai 15-18 nodi, con anche delle brevi fasi di bonaccia pura. Il 51 italiano ha recuperato molta strada sui TP 52 nel rientro verso Cherbourg, ma in compensato non è riuscito a staccare abbastanza alcune barche che erano alle proprie spalle come il Ker 46 olandese Rost Van Uden e il Tyson 48 Elida.
Tirando quindi le somme possiamo dire che a determinare il terzo posto di Team Django potrebbero essere stati i punti persi per strada dal JPK durante le costiere e la lunga bolina verso il Fastnet del Wallyrocket, andatura in cui la barca nella configurazione IRC paga un po’ in termini di performance. Il 51′ con un po’ più di vento forte e continuo nella discesa verso Cherbourg avrebbe probabilmente potuto portare a casa un risultato diverso, ma nelle regate d’altura si “cucina” con gli ingredienti meteo che si trovano, e a volte serve anche un pizzico di fortuna. Resta un terzo posto finale di squadra che delinea comunque una campagna ben strutturata e preparata, con due barche che si sono comunque rivelate molto competitive dentro una flotta di altissimo valore.
CLASSIFICHE COMPLETE IN AGGIORNAMENTO
Mauro Giuffrè
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