Vi sveliamo i segreti del Wally 80 che vince le regate a 20 anni dal suo varo

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Il Wally 80′ Rose alla Superyacht Cup Palma 2025. Foto Sailing Energy / The Superyacht Cup

C’è una barca che ha 20 anni e che ha appena vinto, per la terza volta di fila, la Super Yacht Cup per la terza volta di fila, la SuperYacht Cup di Palma di Maiorca. Si chiama Rose, ed è un Wally 80 (24 metri) costruito nel 2005 (eravamo stati a bordo anche noi della barca quando si chiamava Tango G).

Quali sono i segreti dell’ “eterna giovinezza” di questa barca, capace di mettere in riga bolidi molto più giovani e grandi come il Southern Wind 108 (varo: 2023) Gelliceaux, il 39 metri Linnea Aurora (2024), il Pendennis 42 metri Vijonara (2023), tanto per citare alcuni suoi avversari a Palma? Ce li siamo fatti raccontare da chi era a bordo, nel ruolo chiave di randista. Fabio De Simoni, esperto velista e sales manager di Ubi Maior. Ecco la sua analisi del Rose.

Wally 80 Rose, storia della barca sempreverde

Rose è un Wally 80 costruito in Tunisia nel 2005 e finito di allestire a Fano con il nome Tango per l’armatore italiano Carlo Sama. Valida più che mai l’espressione “chi ben comincia è a metà dell’opera”, la barca è stata costruita senza molta attenzione al budget con i migliori materiali e le migliore tecnologie disponibili all’epoca.

Il progetto del cantiere/brand fondato da Luca Bassani fu affidato ad una delle firme più importanti della nautica moderna, lo studio Farr Yacht Design. Il concetto generale, molto caro a tutti i Wally, era quello di una barca pulita in coperta per navigare veloce in equipaggio ridotto.

Il Wally 80 Rose sotto gennaker

Non nasce per la regata

Esatto, non è una barca nata per la regata ma è stata pensata per essere rapida e regalare la massima sensibilità a chi la conduce e i parametri per esserlo li ha tutti, un dislocamento leggero ancora in linea con i moderni 80 piedi tirati, un pescaggio generoso di 4,5 metri, una superficie velica importante e linee d’acqua ben studiate.

In quegli anni, è mia opinione, sono state costruite delle gran barche non solo da parte di Wally, mi vengono in mente l’X-50 e tutti i vari X-Yacht di quella generazione, il Marten 49, il Baltic 50; in quegli anni sono stati concepiti il Cookson 50 e i TP52 ma anche Black Jack (ex Esimit Europa) e Wild Oats.

Il Wally 80 Rose in regata

La golden age delle barche “all-round”

Tutte queste barche sono caratterizzate e accumunate da un notevole equilibrio generale e dall’assenza di particolari punti deboli; se la cavano mediamente bene in qualsiasi condizione e questo nelle condizioni variabili del Mediterraneo è un grandissimo punto a favore.

Se si vuole traversare l’atlantico il più velocemente possibile serve una barca che vada forte di poppa con aria sostenuta ma non serve che sia anche buona di bolina con aria leggera…

Il cambio di armatore e le modifiche

La barca nel 2013 ha cambiato proprietario e con il suo secondo armatore ha partecipato per anni al circuito di regate Wally che, partito inizialmente con uno spirito da “gentleman race”, si è poi trasformato in una competizione ai massimi livelli.

Negli ultimi anni del circuito, vale a dire fra il 2014 e il 2019, gli armatori di tutte le barche della flotta si sono sfidati a suon di modifiche per migliorare i propri mezzi  e di ingaggi dei migliori velisti in circolazione.

wally 80

Tutti i segreti del Wally 80

La barca in questo periodo è stata continuamente aggiornata, prima con un sartiame in carbonio, poi con un bompresso per murare i gennaker, poi con un nuovo albero di pari lunghezza ma più leggero e di sezione ridotta rispetto all’originale, ancora un nuovo sartiame in carbonio più leggero, poi tre diversi boma, ogni volta più leggero, un nuovo vang con uno stroppo passante molto meno pesante del precedente idraulico, nuovi sistemi di regolazione dello strallo di prua e del cunningam del fiocco, lock per le drizze e ovviamente un nuovo piano velico.

Lo studio delle vele è stato incessante sempre alla ricerca del disegno che potesse funzionare meglio.

Tango, oltre all’alto livello di competitività circuito Wally in generale, ha sfruttato una competitività ancora maggiore nella classe dei “piccoli” nella quale correvano costantemente 4/5 Wally 80, e 2/3 Wally 77 così chiamati ma con una lunghezza fuori tutto e prestazioni molto simili se non pari a quelle degli 80.

Queste 7/8 barche con prestazioni molto simili e tutte portate alla perfezione dai propri equipaggi rendevano più facilmente visibili i benefici o meno di una qualsiasi modifica, questo ha portato ad uno sviluppo incredibile di ognuno di questi mezzi.

Quando sia hanno tante barche identiche o molto simili che navigano per tanto tempo sempre insieme è facile vedere se mollando due giri diagonali guadagni qualcosa o no, se una certa vela di fa scendere di più di poppa o no, questo è il motivo per cui molto spesso quando si porta una barca one design o una box rule a regatare in compensato che sia Irc o Orc ottiene buoni risultati, perché è stata più sviluppata di un prototipo che naviga solo in mezzo al mare e non hai mai la riprova visiva di quello che ti fa guadagnare o meno una modifica, ti affidi solo alle sensazioni.

Oltre alle regate, gli equipaggi, in particolare quello di Tango, erano impegnati in infinite sessioni di allenamento nelle quali si cercava di affinare ogni singola manovra per evitare errori e per renderla più efficiente.

I piani di coperta sono stati affinati e si è trovato la soluzione per rendere “veloce” qualsiasi manovra potesse capitare in regata, l’ammainata di un gennaker, un peeling, una strambata e per questo anche la potenza dei winch è stata portata a dei livelli impressionanti.

Una posizione che io adoro su questa barca è quella del randista, la scotta è su un winch captive gestito da un Joy stick proporzionale, più forte si preme la leva più velocemente si cazza o si lasca la scotta, più lentamente si preme la leva, più lentamente si lasca o si cazza la scotta senza le complicazione della gestione della scotta sul winch.

L’evoluzione tecnologica

Negli anni è ovviamente arrivata la tanto famosa randa square top e con lei le necessarie volanti con un sistema molto intelligente, un paranco 2:1 con il proprio winch dedicato per un cazzare velocemente la cima in uscita da una virata o da una strambata mentre sull’altro capo del paranco agisce un pistone regolabile attraverso due semplici bottoni sulla console del timoniere, questo permette una regolazione continua ed immediata da parte del randista, che non deve comunicare il proprio volere a nessuna altra persona e anche questo senza le complicazioni della gestione della cima su un winch, togli dal self tailing per lascare, rimetti per cazzare etc inoltre il pistone non si stanca mai.

Wally 80

Questa combinazione del joystick per la scotta e dei vari bottoni sulla console della timoneria per la gestione della base randa, del cunningam e delle volanti permette al randista una regolazione continua e in tempo reale di tutte le manovre senza sfridi ne perdite di tempo, lo adoro, è un sistema che io riporterei anche su racers puri.

Oggi la barca ha un programma di regate più tranquillo rispetto a prima ma è ancora tenuta in splendida forma e tutto il lavoro fatto in quegli anni rappresenta un patrimonio inestimabile.

L’equipaggio attuale è composto da professionisti riconosciuti a livello internazionale e amici dell’armatore, amatori di buon livello, senza rock star ma sempre gli stessi negli ultimi 4 anni.

Wally 80 rose

Per concludere e voler trovare una “ricetta” alla longevità di questa barca direi che l’equilibrio del progetto e l’ottima realizzazione da parte del cantiere costituiscono la base per avere un mezzo che va sempre mediamente bene in tutte le condizioni, lo sviluppo e il continuo aggiornamento negli anni lo rendono un mezzo più a punto di altri sul campo di regata.

Fabio De Simoni


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1 commento su “Vi sveliamo i segreti del Wally 80 che vince le regate a 20 anni dal suo varo”

  1. Vincenzo Moavero

    Un elemento di cui non si parla mai perché non è considerato fine parlarne,
    è il livello ,credo enorme,di denaro per continuare ad aggiornare ed affinare le varie componenti della Barca,oltre a tutto il necessario per farla regatare,
    trasferimenti equipaggi etc. etc.
    Buon per loro.
    Ma e’ come confrontare la formula uno ad una utilitaria.
    Sognare fa bene,ma con i piedi per terra.

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