2011. Le barche più esagerate della storia: J Class
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Le barche più esagerate della storia: J Class
Tratto dal Giornale della Vela del 2011, Anno 37 n. 09 ottobre pag 76-82.
Tutte le barche moderne hanno un debito di riconoscenza verso le regine dei mari, i J Class. Scoprite la storia di queste barche esagerate, nate per la Coppa America del 1930 lunghe 40metri con 700 metri quadrati di superficie velica e con uno spi di 1600 mq.
Il ritorno dei mitici J Class
Tutte le barche moderne hanno un debito di riconoscenza verso le vere regine dei mari, i J Class, che sono rinati a nuova vita. Scoprite la loro gloriosa storia e il luminoso futuro che le attende. A partire dal 21 luglio 2011.
Sir Thomas Lipton finalmente vinse, dopo tante sconfitte. Non mise la prua davanti a tutti per mare, ma nelle aristocratiche stanze del New York Yacht Club, dove un “bottegaio” come lui non era certo ben visto. Dopo aver perso per quattro edizioni consecutive la Coppa America, il ricchissimo commerciante di tè irlandese riuscì a far passare un nuovo regolamento per le barche di Coppa America. Finalmente, per l’edizione del 1930, cambiavano gli scafi della regata più antica del mondo, dopo dieci anni di stop causati dalla crisi che seguì la prima guerra mondiale e quella del 1929. Nascevano così i rivoluzionari e modernissimi J Class: lunghezza fuoritutto massima di 40 metri, al galleggiamento sui 26 metri e una larghezza massima attorno ai 6,50 metri. Il dislocamento era di 150 tonnellate di cui ben 110 di zavorra. Il regolamento prevedeva che gli interni dovessero tassativamente ospitare tutto l’equipaggio, previsto in una trentina di persone. L’armamento velico era esclusivamente a sloop (un solo albero) con randa e due fiocchi per un totale di oltre 700 metri quadrati e un’altezza dell’albero di 46 metri con pennaccino e tre o quattro ordini di crocette. L’albero doveva anche avere un peso minimo di 2.900 chili per prevenire pericolose rotture causate dalla ricerca, già allora esasperata, di riduzione di peso. Lo spinnaker, allora chiamato “fiocco pallone” poteva raggiungere la mostruosa superficie di 1.600 metri quadrati. Il lunghissimo boma venne soprannominato Park Avenue, ricordando quella che era allora la strada più lunga di New York. I materiali di costruzione ammessi, oltre al legno, erano acciaio, bronzo, alluminio e le sue leghe. Venivano accettati oltre ai winches anche i coffee grinder con le loro maniglie a forma di pedali di bicicletta. Per finire, in coperta non ci dovevano essere candelieri. Sir Lipton, ormai ottantenne, pensava di avere finalmente la Coppa in mano: era convinto che il suo nuovo Shamrock V, disegnato da Charles Nicholson, fosse imbattibile. Invece, nel 1930, perse per la quinta volta consecutiva con un secco 4 a 0 da Entreprise del New York Yacht Club, con a capo l’altro super-ricco Vanderbilt, che sfoggiava un avveniristico albero in alluminio e un rivoluzionario sistema di regolazione dell’enorme randa.
Il simbolo dello yachting moderno
Il merito di Lipton è di aver contribuito a far nascere quelle che unanimemente oggi vengono considerate le barche simbolo della storia moderna dello yachting. A tal punto che entro il 2012 saranno in acqua ben undici esemplari di J Class, uno in più di quelli che vennero costruiti originariamente nel periodo dal 1930 al 1937 per le tre edizioni della Coppa America (1930/34/37) in cui le regate si svolsero con queste barche. Ottantadue anni dopo, nel 2012, almeno sei J Class degli undici esistenti si sfideranno, in coincidenza con le Olimpiadi di Londra, in tre memorabili eventi in Inghilterra.
Eventi memorabili nel 2012
Si comincia dal 26 al 30 giugno 2012 in Cornovaglia a Falmouth, si prosegue nel mitico canale del Solent nella J Class Regatta dal 18 al 20 luglio, per finire con l’evento clou: la One Hundred Cup (Coppa delle Cento Ghinee, la regata del 1851 preludio della Coppa America). Alle 10 del 21 luglio i J Class si sfideranno lungo il percorso originale della prima edizione, vinta dalla goletta America in una regata di flotta, partendo da Cowes per poi fare il giro dell’isola di Wight per un totale di 75 miglia. Lo spettacolo sarà sicuramente memorabile e segnerà il ritorno definitivo di queste barche, simbolo dell’essenza della vela e dello sviluppo tecnologico.
Le barche di oggi ringraziano
È grazie agli avveniristici J Class se oggi le barche hanno alberi in alluminio e carbonio, se i piani velici armati a sloop sono diventati il punto di riferimento per tutte le barche da crociera, se il tessuto delle vele è sintetico, se sono nati i tagli delle vele moderne, se i winches si sono sviluppati. Potremmo proseguire per pagine a descrivere le innovazioni che ancor oggi le nostre barche utilizzano, grazie alle soluzioni che per prime sono state adottate sui J Class nei lontani Anni ’30.
J Class: Le barche più belle del mondo
Ed è anche per questo che oggi i J Class sono rinati. Della flotta esistente sono solo tre i J Class originali dell’epoca: Shamrock V, Velsheda e Endeavour. Gli altri otto J Class naviganti o in costruzione sono delle repliche. Due (Lionheart e Svea) addirittura non vennero mai costruiti all’epoca, ma solo progettati. Per la attuale realizzazione sono stati recuperati i disegni originali. Ma non crediate che i J Class che potete ammirare oggi siano la replica esatta e documentale degli scafi originali dell’epoca. L’odierno regolamento della J Class permette di “contaminare” queste barche lunghe quasi 40 metri con l’uso di materiali modernissimi, come il carbonio (per alberi e boma) o l’uso di software per l’ottimizzazione della costruzione che oggi avviene in alluminio (contemplato nel regolamento originale). I puristi delle barche d’epoca storcono il naso, ma il solo fatto di far rinascere le barche più belle del mondo, come sono universalmente riconosciuti i J Class, è di per sé un merito.
Luca Oriani
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