Ecco perché il 38 è il “numero fortunato” di Comar Yachts
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C’è un numero “fortunato” per lo storico cantiere italiano Comar Yachts.
Il “lucky number” di Comar Yachts
Questo numero è il “38” e vi spieghiamo perché con due belle storie di vela e di mare, dai Caraibi al Mediterraneo.
Conquistare la ARC (e i cuori americani) con un C-Cat 38
La prima storia ve l’abbiamo già raccontata qui e arriva dai Caraibi. A Saint Lucia, precisamente, dove Massimo Guardigli, ceo Comar Yachts e C Cat. Col suo C-Cat 38 Bellamossa – Città di Fiumicino, ha vinto alla ARC (la traversata atlantica dalle Canarie ai Caraibi, più di 3.000 miglia) la sua categoria multiscafi. Bastano 38 piedi (11,73 metri x 5,84 di baglio) per vincere la ARC, quindi.
Ci ha spiegato Guardigli: “Ho voluto farmi progettare dal cantiere un catamarano che fosse il più piccolo possibile. Siamo andati alla fine sulla misura di 38 piedi che presenta grandi vantaggi, compreso il fatto che un cat di questa taglia, dentro, ha lo spazio di un monoscafo di 50 piedi: oltre a quello innegabile del budget, alla fine un 38 piedi per quanto lo carichi è comunque una barca leggera. E leggerezza vuol dire muoversi bene anche con poco vento e non solo di poppa. L’abbiamo visto nella prima parte della regata dove, lasciato Las Palmas, di bolina con vento leggero abbiamo performato meglio di alcuni catamarani più grandi e tirati, tenendo il passo dei monoscafi della nostra categoria. Un altro punto interessante è la gestione di un armo più facile da controllare“.
E a proposito di sicurezza: con la configurazione di pozzetto scelta così riparata, alla fine a bordo di Bellamossa – Città di Fiumicino non hanno praticamente mai dovuto mettere la cerata, il che vuol dire stare asciutti, stressare meno il fisico e anche questo, è sicurezza. Molto interessante.
Ma la vittoria della ARC è stata solo il primo dei successi. Il secondo è stato quello di portare il nuovo C-Cat 38da Saint Lucia, via Antigua, verso Miami, per esporre la barca al salone nautico statunitense. La partecipazione al Salone di Miami ha suscitato molto interesse e stupore per aver navigato 6.000 miglia dall’Italia, per aver certificato le prestazioni sorprendenti con la vittoria della ARC e divertimento puro anche in regata. Gli amatori americani si sono dimostrati sempre più attratti dall’appeal sportivo, dalle velocità elevate e dalla versatilità dei catamarani C-Cat, nati per offrire il perfetto equilibrio tra comfort da crociera e adrenalina da regata. A conferma di questa tendenza, Comar ha nominato Navigator Yacht Group come dealer ufficiale del cantiere per il mercato statunitense.
Podio alla Giraglia con un Comet 38S del 2010
La seconda storia legata al numero “38” arriva dalla Loro Piana Giraglia, la grande classica di altura sulla rotta Saint Tropez – Giraglia – Genova.
Li riconoscete qui sopra? Dovreste. Sono Leonardo Servi, con i suoi formidabili co-armatori Lorenzo Merlini Manzoni e Alessandro Bianchi, affiancati da Franco “Ciccio” Manzoli (primo italiano a vincere la Ostar, come vi abbiamo raccontato qui), Matteo Teglia, Giuseppe Filippis (detto affettuosamente “Peppone”) Francesco Izzo e Lee Musarò. Un equipaggio che definire eclettico è riduttivo, salito sul podio della Loro Piana Giraglia 2025 con un meritato terzo posto assoluto a bordo di Scricca, il Comet 38s varato da Comar Yachts nel 201o che di storie da raccontare ne avrebbe a decine.
Ma la parte migliore? Il timoniere, Leonardo Servi, è ormai un veterano della Giraglia: questa era la sua settima partecipazione, e già nel 2016 si era portato a casa la vittoria – sempre con Scricca, che nel frattempo è passata di mano, per poi, come tutte le cose ben fatte, tornare a casa.
“L’ho riacquistata dopo qualche giro” racconta Leonardo “barca di seconda mano già allora, ma costruita con cura, ottimizzata con intelligenza e capace di grandi soddisfazioni: la vittoria alla Palermo-Montecarlo, alla Roma x Tutti, alla Roma x2, e nel 2019 quella alla 151 Miglia, overall. Cercavamo una barca performante e, come spesso accade, la risposta era già nel nostro passato.”
Una scelta che si è rivelata tutt’altro che nostalgica: Scricca si è dimostrata competitiva oltre ogni previsione, e in molti, già in banchina a Saint-Tropez, non hanno mancato di far notare quanto fosse ben rifinita. A bordo, invece, niente romanticismi: solo allenamenti costanti da febbraio, una messa a punto meticolosa in cantiere, con il tocco esperto di Matteo Polli, e la determinazione tipica di chi sa che le barche del 2010, se ben curate, sanno ancora far tremare i polsi ai modelli più freschi di cantiere.
Alla Giraglia è andata in scena la migliore delle risposte. Partenza brillante, una bolina da manuale in cui Scricca ha mostrato i muscoli, poi un’intera traversata sempre a fianco delle barche più grandi, nella Classe 1. Il passaggio alla Giraglia è avvenuto alle 1900, con un bel vento portante e una poderosa uscita con vela 0, poco prima che l’aria decidesse di prendersi una pausa. E lì, 18 miglia in 12 ore: un rallentamento che, per una volta, ha colpito tutti con equanimità. Solo chi ha saputo resistere, con pazienza e nervi saldi, è arrivato al traguardo. Scricca c’era, perché mollare non fa parte del suo vocabolario. L’equipaggio guarda già avanti: appuntamento a ottobre con la Middle Sea Race, dove correranno in ORC e IRC. Una regata tanto affascinante quanto impegnativa, perfetta per mettere ancora una volta alla prova barca e uomini. Con un team su misura e, ça va sans dire, una determinazione che non ha bisogno di presentazioni.
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