1979. Il boom del windsurf arriva anche da noi

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Il boom del windsurf arriva anche da noi

Tratto dal Giornale della Vela del 1979, Anno 5, n. 11, dicembre/gennaio, pag. 18/22.

Il 1979 è l’anno della consacrazione del windsurf, prima snobbato dai puristi perché “quella non è vela”. Se ne accorgono anche i vertici della federazione mondiale e lo propongono come classe olimpica.


La vittoria mondiale di Klaus non è certo un risultato che giunge inaspettato. In questa stagione Klaus ha infatti dominato tutte le prove cui ha preso parte, in Italia e all’estero.

Windglider: viene dai monti il primo italiano mondiale

Klaus Maran, uno dei principali artefici della diffusione del surf a vela in Italia ha coronato la sua brillante stagione agonistica dando all’Italia il secondo titolo mondiale della vela, vincendo alle Mauritius i mondiali classe Windglider.

E’ nato sul lago montano di Caldaro, in provincia di Bolzano, preferisce parlare tedesco ma, è italiano, ed è campione del mondo nella classe Windglider, il surf a vela più diffuso con il Windsurfer. Stiamo parlando di Klaus Maran, 20 anni, che il 18 ottobre ha conquistato alle isole Mauritius, nell’Oceano Indiano, il secondo titolo iridato della vela italiana dopo il successo nella classe 420 di Di Salle – Vassallo. Klaus ha il tipico aspetto dell’atleta: longilineo, alto m 1,97, spalle larghe, il viso che tradisce nei lineamenti decisi le sue origini altoatesine. Lasciamo raccontare a lui la fortunata spedizione alle Mauritius.

GdV – Raccontaci cosa è accaduto al campionato

Maran – Sono arrivato alle Mauritius dopo un viaggio estenuante che mi ha visto fermo per due giorni all’aeroporto di Fiumicino in attesa di prendere l’aereo giusto. Appena giunto sono dovuto immediatamente salire sul surf per prendere parte alle selezioni per il campionato. I concorrenti venivano divisi in due categorie di peso, la A sino a 76 Kg, la B oltre 76 Kg. Nella mia, la B, eravamo ben 350 surfisti divisi un due campi di regata

Gdv – Ma eri l’unico italiano?

Maran – Sì ero solo, con la mia prenotazione dell’albergo saltata per il mio arrivo ritardato e 40 chilometri al giorno per giungere sul campo di regata. Per fortuna ero in forma e ho concluso le regate preliminari a pari merito con Frank Peusch. il campione europeo Windglider, mio grande avversano. Queste prime regate sono servite come test. Mi sono reso conto del mio miglioramento con vento leggero. Lo scorso anno infatti stentavo ad avere un buon passo con poca aria. Tornando al campionato vero e proprio: dopo le qualificazioni nella categoria B sono stati ammessi 80 atleti.

GdV – Come era l’organizzazione?

Maran – Perfetta, i triangoli sono stati sempre mesi in modo corretto e l’accoglienza, risolto il mio problema d’albergo, è stata ottima. Il 4 ottobre è iniziato il campionato. Si articolava su otto prove con due scarti. La vittoria nella prima regata mi ha dato la necessaria fiducia. Abbiamo avuto ogni tipo di condizione, dal vento leggero, al medio a quello forte. I miei piazzamenti sono stati i seguenti: 1,6,1,1,3,2,3,1. Il mio capolavoro l’ho realizzato nella quarta prova, corsa con vento forte, dove ho staccato il tedesco Peusch di oltre tre minuti. Malgrado i miei piazzamenti però la mia vittoria non è stata facile perché il tedesco, sino alla penultima prova, era in testa a pari merito con me.  Nelle prime regate inoltre ero insidiato da uno svedese che poi, ad un controllo del peso, è risultato un paio di chili sotto il limite minimo previsto di 76 Kg, cosi è stato radiato dalla classifica.

GdV – Qual e il segreto del tuo successo?

Maran – Senza dubbio l’allenamento e la partecipazione a regate ad alto livello. Come ogni altro sport regatare insieme ai più forti migliora dal punto di vista tecnico ed agonistico. Quest’anno ho preso parte a una quindicina di regate a livello nazionale e le ho vinte tutte.  Inoltre ho vinto il campionato open IOSSCA a Castiglione della Pescaia, quello Windglider di Viareggio e quello Windsurfer a Stintino.  Agli europei Windglider ero giunto terzo. La vittoria era andata al solito Peusch. Per ora il mio segreto può essere anche l’entusiasmo, la voglia di andare in surf a vela perché mi piace.

Il Windsurf mondiale si prepara all’olimpiadi

La sesta edizione dei mondiali Windsurfer si e svolta sotto tono, soprattutto per la mancanza di vento che ha costretto gli organizzatori a dei tour de force, l’ultimo giorno in particolare per far disputare almeno cinque prove per ogni classe. Oltre trecento erano i partecipanti, ma al novanta per cento di provenienza europea, visto che tutte le atre nazioni d’oltre oceano avevano preferito partecipare al «quasi mondiale» in Florida di poco precedente. Solo tre gli americani, presenti per poter dare il crisma della mondialità alla manifestazione e per suggellare la pace tra Europa e America dopo le polemiche della scorsa estate. Solo tre gli americani, ma tutti fortissimi: Cort Larned ha vinto nei pesanti, Rhonda Smith e Robby Naish sono finiti terzi, ma soprattutto per motivi atmosferici.

 

Un momento delle gare.

 

Le condizioni

Poco il vento, come dicevamo, e anche quando ce n’era molto, incostante e irregolare, il che ha finito per premiare gli atleti più tecnici (con esperienza velica) e più fortunati. Il valore generale dei partecipanti si è abbastanza livellato verso l’alto, tanto che la sola Manuelle Graveline ha nettamente dominato nella sua classe, mentre nelle altre i distacchi in classifica sono minimi. E veniamo agli italiani. La spedizione azzurra e stata massiccia: 20 partecipanti ai mondiali, più 3 alla Poseidon Cup, la manifestazione di contorno per i non selezionati. Sin dall’inizio si è capito che anche questa non sarebbe stata la volta buona perché dopo la prima delle due giornate di regate in campo maschile solo Maurizio Strazzera (5°) era nei primi dieci.

Le donne

Molto entusiasmo invece tra le donne per il 3° posto di Laura Gorgerino e il 9° di Paola Toschi. Per tutti i giorni in cui si aspettava il vento senza regatare abbiamo a lungo accarezzato il sogno di salire finalmente sul podio. Laura purtroppo con un 11° e un 13° posto nelle ultime due regate ha compromesso tutto, finendo al 7° posto assoluto dietro, ma a par punti, all’ottima Paola Toschi che dopo un quarto posto si è addirittura presa il lusso di vincere l’ultima prova in fotofinish davanti alla Graveline.

L’italiano

Pur con due brutte ultime regate, Strazzera è riuscito a chiudere al sesto posto nei leggeri dietro a campioni affermati Quali Nieuwbourg, Naish, Messmer, tutti plurititolati. Grigiore nelle altri classi che non hanno mai visto i nostri tra i protagonisti.

I vincitori

Ancora una volta hanno dominato francesi: oltre alla Graveline, Nieuwbourg nei leggeri, davanti al connazionale Descorps; Eude Thierry ha invece vinto nei medi su Stickl e Bouwmeester, primo sino all’ultima regata. Due svedesi sono invece in testa nei medio pesanti, mentre l’americano Cort ha prevalso, come detto, nei pesanti. E per finire alcune considerazioni sull’organizzazione, non ottimale; sul posto, anche in Grecia ce n’è di molto migliori: sulla sistemazione, tutti hanno rimpianto la Sardegna: sulla associazione italiana, non sarebbe stato male se ci fosse stato un rappresentante ufficiale al seguito della squadra.

Di Luca Oriani e Silvio Mursia.


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