Navigare all’estero nel 2025: tutto quello che serve, dai documenti all’assicurazione
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C’è qualcosa di speciale nell’alzare le vele verso un altro Paese: l’orizzonte che si spalanca, le lingue che cambiano, i profumi di terra diversa che si sentono già prima di ormeggiare. Eppure, tra il sogno e la realtà si insinua un ostacolo invisibile, ma ben reale: la burocrazia. Se sulla carta l’Unione Europea e gli accordi di Schengen hanno abbattuto dogane e formalità, per chi arriva dal mare le cose non sono sempre così semplici. Anche tra nazioni “amiche”, il diportista deve affrontare norme, obblighi, certificati, regolamenti spesso poco chiari, talvolta disapplicati e altre volte ancora mal comunicati persino dalle autorità locali. Basta poco per trasformare una vacanza in una rincorsa tra siti web, uffici portuali e inutili perdite di tempo.
Con l’incubo di multe salate. Soprattutto se si naviga su un natante italiano, che in alcuni Paesi non viene nemmeno riconosciuto come unità “ufficiale”. E allora? Bisogna rinunciare? Tutt’altro. Conoscere in anticipo le regole, avere a bordo i documenti giusti e rispettare l’etichetta navale è il primo passo per godersi la libertà del mare in totale serenità. Ecco quindi una guida essenziale alle normative nei Paesi più vicini al nostro Stivale, le mete preferite da molti velisti italiani: Francia, Slovenia, Croazia e Grecia.
Regole generali
Navigare fuori dai confini nazionali non richiede un cambio di vele, ma di mentalità. Ogni Paese ha le sue regole e il mare non fa eccezione. Ecco cosa bisogna avere sempre a bordo, a prescindere dalla rotta.
Documenti personali
Ogni persona a bordo deve avere un documento di identità valido per l’espatrio:
- Paesi Ue: carta di identità o passaporto (in corso di validità)
- Paesi extra UE solo il passaporto
Documenti di bordo
Devono essere in originale, aggiornati e a portata di mano. L’elenco varia a seconda che si navighi con un’imbarcazione o un natante.
Per le imbarcazioni:
- Licenza di Navigazione
- Certificato di sicurezza
- Assicurazione RC (valida anche per il Paese in cui si naviga)
- Dichiarazione di potenza del motore (per l’eventuale fuoribordo)
- Licenza di Esercizio impianto radiotelefonico
- Certificato limitato di radiotelefonista (o certificato radio superiore)
- dichiarazione di Conformità CE (per le barche marcate CE)
- patente nautica
Per i natanti:
- Assicurazione RC (valida per il Paese in cui si naviga)
- Dichiarazione di potenza del motore
- Licenza di Esercizio impianto radiotelefonico
- Certificato limitato di radiotelefonista (o certificato radio superiore)
- dichiarazione di Conformità CE (per le barche marcate CE);
- anche se non obbligatoria in ogni nazione (vedi oltre) è consigliabile avere la patente nautica:
- per chi naviga con natanti è utile avere l’”Attestazione per natanti da diporto italiani” rilasciata da Confindustria Nautica.
Alcuni Paesi, essendo il natante un’unità non registrata, possono contestarne la nazionalità o l’idoneità alla navigazione nelle acque territoriali. Ma va ricordato che non è un documento che può certificare in modo formale lo status di unità italiana.
Etichetta navale
Pochi gesti semplici, ma che sono un buon biglietto da visita quando ci si approccia in una Paese straniero.
Bandiera di cortesia: si alza all’ingresso nelle acque territoriali del Paese ospite
- Nelle barche a vela con un solo albero: a dritta dalla parte più esterna.
- Con più alberi: alla crocetta principale dell’albero di maestra.
- Deve essere di dimensioni inferiori a quella nazionale e va tenuta alzata sia in porto che in navigazione.
Bandiera “Q” (gialla): si alza quando si entra per la prima volta in porto in Paesi extra UE, chiede la “libera pratica”, ovvero l’autorizzazione a sbarcare.
- Si alza alla crocetta principale di sinistra.
- Può essere integrata da una chiamata via radio VHF all’autorità marittima locale.
Navigare in Francia
Navigare in Francia è, per fortuna, poco stressante da un punto di vista burocratico. Ma occhio, anche qui non mancano piccole trappole normative soprattutto se si naviga con un natante o non si presta attenzione alle norme antinquinamento.
Natanti: il nodo dell’identificazione. Chi naviga in Francia con un natante italiano (quindi non registrato) deve avere a bordo:
- Assicurazione RC con indicazione del nome del proprietario.
- Se il comandante non è il proprietario: una dichiarazione (meglio bilingue, in italiano e in francese) che attesti l’autorizzazione all’uso dell’unità.
Perché serve? Perché in passato i nostri natanti, non essendo iscritti nei registri marittimi, venivano frequentemente multati per mancanza di “riconoscibilità”, specie in Corsica e Costa Azzurra. Questa documentazione è frutto di un accordo tra autorità italiane e francesi, e resta tuttora consigliata.
Acque nere: serbatoi obbligatori. In Francia la tutela delle acque è prioritaria. Per accedere a porti, ormeggi e ancoraggi in mare tutte le barche (estere comprese) dotate di wc marino, devono rispettare queste regole:
- Se costruite dopo il 2008: avere un serbatoio dove scaricare le acque nere;
- Se più vecchie e senza serbatoio: vietato scaricare in mare, bisogna servirsi dei servizi a terra, in ogni caso è proibito scaricare acque nere a meno di 12 miglia dalla costa.
- Alcuni marina non accettano l’ormeggio se a bordo non è presente un sistema di raccolta delle acque nere.
Aree protette: l’app indispensabile. La Francia è ricca di aree marine protette con vincoli di transito, ancoraggio e ormeggio. Per essere sempre aggiornati su regole, limiti territoriali e altre informazioni di navigazione si può consultare l’app gratuita Donia disponibile per iOS e Android. Info: https://donia.fr/
Navigare in Slovenia
Un piccolo tratto di costa, meno di 50 chilometri, ma con un fascino tutto suo punteggiato da calette, porti storici e baie dalle acque turchesi. Tuttavia per navigare qui bisogna fare attenzione alle regole, che la Slovenia applica in modo rigoroso soprattutto con i natanti.
Natanti: vietato l’ingresso. In Slovenia i nostri natanti (non registrati) non possono navigare. La normativa slovena impone infatti l’immatricolazione nei registri marittimi ufficiali per quasi tutte le unità, comprese quelle straniere. Con poche eccezioni:
- tender
- imbarcazioni a remi
- kayak
- scafi sotto i 3 metri con motore inferiore a 3,7 kW
“Attestazioni per natanti”: non riconosciuta. La Capitaneria di Porto di Capodistria ha confermato di non considerare valido il nuovo documento italiano ‘“Attestazione per natanti da diporto” pensato proprio per evitare questi problemi ai natanti che si recano all’estero. I natanti italiani quindi non possono navigare né transitare in acque slovene nemmeno se sono diretti in Croazia. La rotta quindi deve restare fuori dalle acque territoriali slovene.
Imbarcazioni: per le imbarcazioni che si recano in Slovenia non ci sono particolari requisiti se non
- avere un’assicurazione RC valida per navigare in queste acque
- l’obbligo di navigare a 250 metri dalla costa nelle zone frequentate da bagnanti
Patente: sempre necessaria. In Slovenia è previsto l’obbligo di patente nautica a chiunque conduca:
- barche con lunghezza superiore ai 3 metri o
- barche con motore di potenza superiore ai 5 cv
Navigare in Croazia
Con oltre 1.700 chilometri di coste e più di 1.100 isole (la maggior parte disabitate) la Croazia è un vero paradiso per i velisti. Attenzione però, oltre al mare cristallino e ai marina ben organizzati, la burocrazia qui non scherza. Tasse, regolamenti, controlli sono all’ordine del giorno. Vediamo come evitare brutte sorprese.
Documenti della barca: serve tutto. Oltre ai documenti standard (licenza navigazione, certificati radio, assicurazione, etc.) bisogna avere a bordo:
- Un attestato di proprietà (copia contratto, ricevuta di acquisto)
- Se il proprietario non è a bordo: procura scritta (in italiano e inglese) che autorizza all’uso dell’unità
- In caso di noleggio: contratto a bordo
Patente: obbligatoria. La patente è richiesta per condurre ogni tipo di unità a motore.
Tassa navigazione (ex vignetta): in Croazia bisogna versare una tassa per la sicurezza e la protezione del mare se si naviga con unità:
- di lunghezza maggiore a 2,5 metri
- con motore con potenza superiore ai 5kW
La tassa è annuale (scade il 31 dicembre), si calcola in base alla lunghezza della barca e alla potenza del motore e si può pagare:
- presso la Capitaneria di Porto locale
- tramite il portale online e-Nautika.
Tassa di soggiorno: due opzioni. È obbligatoria per tutte le unità oltre i 7 metri di lunghezza. Si può pagare in 2 modi:
- Forfettario: in base alla lunghezza della barca e al numero di giorni previsti in Croazia (sono previsti periodi standard di 3, 8, 15, 30, 90 giorni e 1 anno)
- A persona/notte: la tariffa standard è di 1,33 euro per persona a notte (previste riduzioni per anziani, bambini, disabili, etc.).
- Dopo il pagamento si riceve al proprio indirizzo e-mail un messaggio di conferma che deve essere conservato per tutta la durata del soggiorno a bordo dell’unità.
- Il versamento si esegue sul portale: nautika.evisitor.hr
Controlli doganali: il rischio c’è. Il ministero del Mare croato ricorda nel suo sito che anche le barche con bandiera UE possono essere oggetto di controlli doganali quando navigano in Croazia. In realtà è piuttosto raro. Meglio però avere documenti comprovanti il pagamento dell’Iva, per esempio:
- modulo T2L
- ricevuta di acquisto in originale
- documento fiscale equivalente
Natanti: accettati (per ora). Anche se più volte è stato annunciato un divieto, attualmente i natanti italiani possono navigare in Croazia. Meglio comunque assicurarsi di avere:
- la patente nautica
- l’”Attestazione per natanti da diporto italiani”
Alcool: tolleranza zero. La Croazia ha introdotto recentemente una severa legge sul consumo degli alcolici che prevede tolleranza zero per i comandanti delle imbarcazioni. Vietato il consumo di alcolici prima e durante la conduzione dell’unità. Le sanzioni sono severe.
Novità 2025. Da marzo 2025 in Croazia è in vigore un nuovo regolamento di sicurezza che ha introdotto molte novità per chi naviga. Da segnalare le nuove distanze minime dalla costa da rispettare, le regole su ancoraggi e ormeggi e i limiti di velocità. Ne abbiamo scritto in questo articolo.
Navigare in Grecia
Miti, Meltemi e isolette da sogno: la Grecia è un richiamo irresistibile per il velista. Dal placido (non sempre) Ionio allo scorbutico Egeo ogni rotta è un’avventura tra storia, cultura e fondali blu. Ma anche il mare ellenico nasconde qualche scoglio burocratico. Ecco come superarli indenni.
Controlli: a discrezione dell’autorità locale La gestione della burocrazia marittima in Grecia non è uniforme: anche se le regole sono le stesse, l’applicazione può cambiare da zona a zona. In alcune isole i controlli possono essere rigorosi, in altre inesistenti. Nel dubbio, meglio essere in regola.
Tassa di navigazione: il nome è “Tepai”. Le barche barche lunghe oltre i 7 metri sono soggette al pagamento della Tepai, la tassa di navigazione greca introdotta nel 2019. L’importo varia:
- secondo le dimensioni o il tipo di barca
- in base al tempo di permanenza (mensile o annuale)
- deve essere pagata entro il primo giorno di arrivo
– online sul sito ufficiale
– in loco presso la Capitaneria o agenzie di riscossione
Alcuni marina possono chiedere la prova del pagamento prima di autorizzare l’ormeggio.
Patente nautica: sempre obbligatoria per il comandante. È riconosciuta quella italiana.
Assicurazione RC: serve l’estensione ambientale. È richiesta con i termini del contratto scritti in inglese, deve includere la copertura ambientale (inquinamento) con massimali minimi di 150.000 euro per sinistro e 450.000 euro in totali per il periodo assicurato.
Controlli doganali: anche in Grecia le barche con bandiera UE possono essere verificate riguardo il pagamento dell’Iva. Meglio avere a bordo la prova dell’avvenuto pagamento dell’imposta, per esempio:
- modulo T2L
- ricevuta di acquisto in originale
- documento fiscale equivalente
Consiglio: se ci si sposta di isola in isola meglio avere a bordo più copie dei documenti personali e della barca in inglese o greco per velocizzare i controlli.
Fabrizio Coccia
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3 commenti su “Navigare all’estero nel 2025: tutto quello che serve, dai documenti all’assicurazione”
Dopo aver pagato il permesso di navigazione in capitaneria di porto bisogna presentare un modulo alla polizia (questo in Croazia)
ma se vado in auto me la controllano l’IVA pagata?
e la libera circolazione UE?
mah…..
La storia dei natanti in realtà ha due semplicissime soluzioni:
1) immatricolare. Altrimenti si resta a navigare in Italia
2) un registro dedicato. Se lo Stato volesse dare una mano, con le tecnologie attuali, sarebbe semplicissimo creare un registro semplificato solo per attestare nazionalità e proprietà.
L’auto è immatricolata…ed a parte qualche clamoroso caso di evasione l’imposta sul valore aggiunto deve essere pagata per avere l’immatricolazione, la medesima cosa per la barca.
La prova, con il t2L è richiesta per i natanti….nei paesi nei quali sono accettati