Vent’anni fa l’impresa di Ciccio Manzoli. Il tipografo che vinse la Ostar

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2005. Giovanni Soldini “ospite” di Ciccio Manzoli durante la prima uscita del Cotonella, i due grandi navigatori sono ottimi amici.

Il 16 giugno 2005, esattamente 20 anno, per la prima volta l’Italia vinceva la Ostar, l’epica traversata oceanica in solitario da Plymouth a Newport, 3.000 miglia nel nord Atlantico. Ciccio Manzoli, a bordo del suo trimarano autocostruito Cotonella, tagliava la linea d’arrivo di Newport dopo 17 giorni, 21 ore e 44 minuti, entrando nella storia.

Sabato 21 giugno, alle 18, all’Hotel Europa di Rapallo, si ricorda e si celebrano i 20 anni dell’impresa di Manzoli, alla sua presenza (info e prenotazioni: segreteria@circolonauticorapallo.it). Perché, come vi raccontiamo, fu una vera impresa.

Ciccio Manzoli in una foto del 2005

Ciccio Manzoli, il primo italiano a vincere la Ostar

Fermate le rotative! Un italiano ha vinto la Ostar, in barba a inglesi e francesi: si chiama Franco “Ciccio” Manzoli“, scrivevamo nel 2005 di Ciccio, allora 49enne, viso giocondo, una famiglia di tipografi alle spalle.

Al suo quarto tentativo, ha trionfato nella più dura e famosa delle regate oceaniche: come ci è riuscito? Autocostruendosi un velocissimo trimarano lungo 14 metri e largo quasi 12, Cotonella Tri, con il prezioso ausilio di un programma di disegno prestatogli da Claudio Maletto e alla collaborazione del velaio Francesco Mura.

Ciccio il solitario

E’ il 1992 e Franco entra in contatto con Franco Malingri che, desideroso di cimentarsi con la Ostar (la regata transatlantica in solitario più famosa del mond, ndr), voleva proporre a uno sponsor la creazione di una squadra italiana per partecipare alla suggestiva e importante regata d’altura.

La serie di barche si chiamerà Moana 27 e verranno affidate ai più valenti velisti del nostro paese. L’ affare non va però in porto e Malingri deve rinunciare al suo ambizioso progetto, vendendo la serie di barche. Una di queste viene acquistata da Franco che, seppur alla sua prima esperienza, e avendo a disposizione una barca di serie di soli 9 metri, riesce a piazzarsi terzo nella sua classe.

Il trimarano Cotonella a Genova

“La cosa più bella era starsene rannicchiato nel pozzetto a mangiare pasta e fagioli pensando che quello che stavo facendo era proprio una figata. Visto che era così figo e non navigavo certo nell’oro” continua Ciccio, “decisi di tornare indietro nel modo più economico possibile, girai la prua e puntai verso casa”. Nel ’96 Franco ci riprova con la barca Adventure 30, piazzandosi al quarto posto e notando qualcosa che lo colpisce: “tra le onde vidi spuntare un multiscafo di 28 piedi che filava come un fulmine. Decisi di contattare Malingri per progettarne uno per la successiva edizione. Purtroppo la classe fu soppressa e vendetti il catamarano”.

L’avventura Cotonella

E’ ora di far entrare in scena un personaggio importante di questo racconto, Leonardo Servi, uomo dall’anima grande, che decise di imbarcarsi nella nuova avventura di Franco desideroso di partecipare alla Ostar del 2000, la sua terza consecutiva, mettendoci lo scafo della nuova imbarcazione, mentre Ciccio si sarebbe occupato dell’albero e della messa a punto. Le cose non vanno come previsto e dopo soli quattro giorni Manzoli è costretto a ritirarsi.

Leonardo lavorava per l’azienda di produzione di biancheria intima Cotonella e grazie ai suoi contatti con l’azienda di intimo che Franco ottenne la sponsorizzazione per la Ostar successiva. La storia di Manzoli sembra adatta a un sceneggiatura cinematografica, e in particolare alla stesura di una commedia e, come in ogni commedia che si rispetti, gli imprevisti non mancano.

Leonardo Servi e Ciccio Manzoli (a sinistra) in una foto recente.

Uno su tutti: ai tempi della progettazione del Cotonella, Franco non riusciva a trovare nessuno studio capace di aiutarlo, erano tutti troppo occupati, confidò così nella proverbiale arte dell’arrangiarsi, cara a ogni italiano, e progettò e realizzò il trimarano lui stesso, con il prezioso ausilio di un programma di disegno prestatogli da Maletto (noto progettista) e alla collaborazione di Francesco Mura (costruttore e velaio). E’ il 2003 e il multiscafo è pronto. Per la prima volta Ciccio ha tutto sotto controllo e ha il tempo di cui necessita per allenarsi.

Tutto pronto, si parte

Il 29 maggio 2005 dal porto britannico di Plymouth parte finalmente la dodicesima edizione della Ostar. A mezzogiorno vengono issate le vele che spingeranno i temerari partecipanti fino alla costa americana, a Newport. La regata è da subito appassionante e ricca di colpi di scena, dopo pochi giorni di navigazione molti concorrenti sono costretti al ritiro a causa delle condizioni meteo decisamente avverse, tra questi anche tre degli avversari di Franco, prima il britannico Ross Hobson, poi la francese Anne Caseneuve e il franco-americano Etienne Giroire sono fuori dai giochi.

A questo punto a contendersi la leadership sono rimasti in tre, Roger Langevin sul cinquanta piedi Branec IV, Pierre Antoine sul 43 piedi Spirit, e Franco Manzoli, che danno vita a una lotta serrata con un finale degno del nostro film: il quattordici giugno Cotonella accusa un ritardo da Langevin superiore alle 200 miglia, ritardo che è ridotto in ventiquattro ore a meno di due miglia grazie alla scelta tattica di tenersi più a nord dove soffia un vento più fresco. Manzoli è primo.

Arriva a Newport alle 8.41 del sedici giugno, dopo 17 giorni di regata come vincitore assoluto della Ostar – Original Singlehanded Trans Atlantic Race -, nata nel 1960 da una scommessa fra il celeberrimo Sir Francis Chichester e il colonnello Blondie Hasler. E’ giustamente considerata come la più prestigiosa delle regate in solitario. Al quarto tentativo Manzoli riesce a catturare la chimera tanto inseguita. Il lieto fine è finalmente scritto.

Guarda anche: la mitica Ostar, con Ciccio Manzoli e Alberto Bona

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1 commento su “Vent’anni fa l’impresa di Ciccio Manzoli. Il tipografo che vinse la Ostar”

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