Loro Piana Giraglia 2025, dopo regata al Race Village

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Loro Piana Giraglia 2025

Siamo a Saint Tropez. Dove parte la regata Loro Piana Giraglia, 241 miglia da Saint Tropez a Genova, passando per il mitico scoglio corso della Giraglia. Ma prima, quattro giorni di regate costiere. Per noi sul posto c’è Ida Castiglioni, che raccoglie storie, barche, personaggi atmosfera dalla grande classica mediterranea. Qui la prima puntata.

Loro Piana Giraglia 2025, dopo regata al Race Village

A dominare la scena del 2° giorno di regate inshore, quelle che precedono la Loro Piana Giraglia 2025, è stato un Mistral deciso ma non troppo, che il mattino è partito dai 20 nodi e nel pomeriggio ha toccato i 34. Vento ideale, sole e mare blu ne hanno fatto una giornata ideale per un ‘title sponsor’ che pone ogni attenzione al contesto ambientale e all’immagine che comunica.

Alcune delle boe di regata, iper tecnologiche e che si auto-posizionano grazie alla tecnologia GPS, sono del colore che Loro Piana adotta per la  sua comunicazione, ovvero un color mattone scuro (kümmel) che caratterizza il sito, gli shopper, i caratteri stampati.

Un’attenzione e un’accuratezza non più praticati. A cominciare dai fasci di fiori in albergo: peonie, rose, fiori diversi in bocciolo nelle varie tonalità dal bianco al verde. A seguire, l’allestimento dei lunghi tavoli per accogliere armatori, ospiti e giornalisti, curato personalmente dal PR Director Giuseppe Sperandio. La prima sera, sui tavoli con lunghe tovaglie bianche, una composizione continua a centro tavola di dalie, margherite e gigli di ogni tipo, nei toni dal giallo all’arancione e al rosa, tra leggerissimi bicchieri a stelo, fragole, mezze arance e limoni. Il tutto illuminato da candele protette da cilindri di vetro sottile.

Nella cena successiva a dominare i due lunghi tavoli la lavanda di Provenza mescolata a tanti fiori selvatici nelle tonalità dal lilla al viola, al verde salvia e al grigio. E poi, posate con manico in bambù, bicchieri bassi ricoperti in giunco, candele protette. Per finire, la tavola di domenica, al bordo piscina di un palazzo antico nel vecchio centro di Saint Tropez presenta un allestimento era inimitabile. Un lungo centro tavola di rose e peonie dal rosa all’arancione tra verdi steli di grano, erbe di campo e rametti di bosco. Sparse sulla tovaglia fragole, ciliegie e piccoli rapanelli, il tutto illuminato da rustiche candele verdi in sottili vetri a proteggerle.

Di fronte a me i giornalisti giapponesi sono veramente travolti da tanta bellezza. Già nei due giorni precedenti erano stati sorpresi dalla meraviglia nel vedere il luogo e la baia, nel rendersi conto della dolcezza del clima: mite e ventilato. Come chi veniva da Dubai, dove il caldo umido domina l’ambiente e mi diceva che lì non si può passare una serata all’aperto, come accade a Saint Tropez, sempre attraversata da una leggera brezza.

Tornando alle regate di domenica, l’attenzione di chi ha seguito la seconda prova dei Maxi A su una barca a motore (che in alcuni momenti fatica a star dietro ai concorrenti) è stata molto distratta dal foiler FlyingNikka di Roberto Lacorte, che naviga a una velocità impressionante, e vede l’armatore più di una volta costretto a ‘frenare’ per non correre rischi. Il vento è forte quel tanto che basta a provare qualche emozione in più a chi come Carlo Cameli, Presidente dello YCI, aveva deciso di accettare l’invito sul Flyingnikka. Raggiunti i 39’ e sotto raffica ha sentito lo scafo inclinarsi parecchio e restare un attimo sospeso su un bordo, prima di ritornare all’assetto normale. “Interessante ma molto rumoroso” ha poi commentato una volta a terra.

Non sarà facile ripetere una giornata caratterizzata dalla perfezione della cornice ambientale, con la giuria preoccupata dal previsto forte aumento del vento (che poi non c’è stato) dirama una nota in cui si ricorda agli equipaggi l’obbligo a indossare i salvagenti durante le prove.

Dopo regata di festa al Race Village. Tutti sono contenti di avere un posto dedicato in cui incontrarsi. E’ un camminamento lungo 200 metri, in pietra, appena rialzato sul mare, che unisce la Lounge Loro Piana alla Tour du Portalet. Nella Lounge è stato allestito un grande ambiente con terrazza sul mare, dedicato agli ospiti, con a fianco gli spazi dedicati ai giudici di cara e all’organizzazione. Alla base della Tour du Portalet è stata allestita la pedata destinata alle premiazioni di ogni giorno. Di fronte uno spazio che dalle 16 alle 20 è riservato agli equipaggi, scelta ideale per quest’area del porto dove il passaggio dei turisti è continuo.

All’interno del Race Village molte voci, esclamazioni, risate, richiami: è il momento per raccontarsi la regata, una manovra, un passaggio, una virata. Dopo le regate, soprattutto se fisicamente impegnative come quelle con molto vento, per gli equipaggi ci sono piccole baguette al prosciutto o vegetariane, avvolte accuratamente, oltre a bevande di ogni tipo. Mentre va in scena una premiazione con la consegna delle coppe, piena di applausi, una folata di vento si porta via un paio di bandiere destinate a chi quel giorno ha dominato le classifiche. E mi sembra la giusta conclusione di una giornata perfetta.

Ida Castiglioni

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