Loro Piana Giraglia 2025, se una regata classica diventa “di moda”

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Siamo a Saint Tropez. Dove parte la regata Loro Piana Giraglia, 241 miglia da Saint Tropez a Genova, passando per il mitico scoglio corso della Giraglia. Ma prima, quattro giorni di regate costiere. Per noi sul posto c’è Ida Castiglioni, che raccoglie storie, barche, personaggi atmosfera dalla grande classica mediterranea.

Loro Piana Giraglia 2025: se una regata classica diventa di moda

La prima volta l’avevo vista ventenne, quando anche lei aveva la mia stessa età, con in gara tante barche di giovani che avevano voglia di mare e affrontavano per la prima volta una navigazione lunga. Parlo della Loro Piana Giraglia, la regata che quest’anno è alla sua 72° edizione e la cui partenza, programmata per l’11 giugno, è preceduta da 4 prove inshore nel Golfo di Saint Tropez, specchio d’acqua perfetto per andare a vela.

Avevo per anni tenuto il mio Impala a Portosole, quando direttore del porto era il Comandante Franco Gavagnin, instancabile fumatore nel suo ufficio al porto. Rimanevo spesso a chiacchierare con lui: mi parlava di barche e di mare ma ogni tanto mi regalava piccoli flash assolutamente inediti su Italo Calvino, suo amico storico. Franco mi aveva raccontato di quella volta in cui nel 1952 Beppe Croce e lui erano andati a Parigi a parlare con René Levainville, presidente dell’Union National des Croiseurs. Gavagnin, uomo di frontiera, cercava un modo per ricostruire, dopo la fine della guerra mondiale, un rapporto ufficiale con gli amici dei circoli francesi, forse passando per la vela e le regate

La storia della Giraglia

La proposta da far accettare ai francesi era molto ambiziosa, ovvero quella di ‘copiare’ in Mediterraneo il Fastnet (che era stata ‘inventato’ nel 1925). Sarebbe stata una regata lunga, anche se non così impegnativa come quella che partiva ogni due anni da Cowes, nell’isola di Wight, superava Land’s End, raggiungeva le coste dell’Irlanda, girava attorno al Fastnet Rock, tornava verso la Gran Bretagna e, dopo aver passato a sud le isole Scilly, arrivava a Plymouth.

Il mitico scoglio della Giraglia simbolo della regata

Era il 1952 e a Parigi i tre si erano visti, avevano parlato, discusso, analizzato diverse possibilità e alla fine – al tavolino di un bistrot – si erano accordati per organizzare La Giraglia, questa nuova competizione d’altura: il percorso scelto prevedeva che le barche andassero a girare attorno allo scoglio della Giraglia (che si trova al largo di Capo Corso e sostiene un potente faro).

La prima edizione venne corsa nel 1953 da 22 imbarcazioni con partenza da Cannes, la Giraglia come boa e arrivo a Sanremo. La prima edizione viene vinta da una barca francese che taglkia il traguardo dopo 21 ore e l’anno successivo si invertono i porti di partenza e di arrivo. La regata ha cambiato format diverse volte e negli anni successivi i porti di partenza e di arrivo sono cambiati più volte: Tolone, Genova, Saint Tropez e a un certo punto viene anche introdotta una regata notturna di avvicinamento con partenza da Sanremo.

Ricordo che – quando la regata era a luglio e l’arrivo in Francia – questo avveniva giusto in tempo per partecipare alla festa nazionale del 14 luglio. Ma dal 2000 la partenza è stata definitivamente confermata da Saint Tropez attorno alla metà di giugno. Nel 1997 la manifestazione diventa la Rolex Giraglia Cup e dal 1998 il format è rimasto invariato e coinvolge lo Yacht Club de France mentre la Société Nautique de Saint Tropez entra nell’organizzazione dal 2002. La Giraglia è stata corsa ogni anno salvo che nel 2020, quando viene annullata per la pandemia. Nel 2023 i 70 anni della regata sono stati festeggiati con 183 barche iscritte.

E’ una regata che è entrata nella storia della vela, la più prestigiosa regata italiana, che da sempre ha visto al via imbarcazioni di ogni tipo e che potrebbe illustrare l’evolversi in questi decenni della modalità costruttiva degli scafi. All’inizio erano le barche storiche in legno, poi quelle in lamellare, per passare all’alluminio, alle resine e infine al carbonio. Con coperte che in 70 anni sono tornate pulite come quelle di una deriva, mentre tutti le parti tecnologicamente complesse sono sotto coperta. Soprattutto tra le imbarcazioni più piccole, equipaggi farmati da gruppi di amici, mentre sui maxi racer, barche tirate di ultima generazione, portate dai professionisti della vela.

L’importanza del “gentleman yachting”

Quest’anno siamo alla 72° edizione, la seconda che vede Loro Piana come ‘title sponsor”. Il marchio Loro Piana è stato acquisito dal 2013 dalla multinazionale francese del lusso LVMH di Bernard Arnault e l’azienda italiana è in grande espansione soprattutto per la qualità dei ‘material’ e dei prodotti. Il marchio ha deciso di legarsi al mondo della vela, ma niente Coppa America, SailGP o giri del mondo, manifestazioni legate al mondo dei professionisti, ma regate che vedono impegnati i ‘gentleman’, una categoria particolare di velisti, ovvero quelli appassionati di vela che stanno alla ruota della loro imbarcazione, pur grande che sia.

Infatti, una delle regole della Loro Piana Giraglia 2025 è la ‘owner-driver rule’ per cui la barca deve essere timonata dall’armatore. Loro Piana ha scelto di legarsi anche a una manifestazione che si è tenuta in Italia il mese scorso, la Tre Golfi Sailing Week. L’evento di Saint Tropez è stato l’occasione per Damien Bertrand, che finora era Amministratore Delegato di Loro Piana, di presentare a tutti Frédéric Arnault, il quarto figlio di Bernard, che lo sostituirà, mentre lui diventerà vice amministratore delegato di Louis Vuitton.

La cena ufficiale per gli armatori a Saint Tropez

L’ingresso di Loro Piana in questa manifestazione ha veramente cambiato l’immagine dell’evento in ogni singolo aspetto. Dall’attenzione alla grafica, alla cura dei luoghi destinati all’ospitalità, dove i fiori sistemati ai tavoli diventano opere d’arte, alla professionalità e gentilezza nell’approccio con chi è coinvolto sia come tecnico, ospite o giornalista.

Pier Luigi Loro Piana e la vela

Il legame di Loro Piana con il mondo delle barche parte quando Pier Luigi Loro Piana ha 18 anni e comincia ad andare a Caprera per seguire i corsi di vela. Ci va ogni anno, gli piace e decide di comprare una piccola barca e poi una un pochino più grande e poi un’altra ancora più grande e più veloce. E così passa molto tempo, sia in crociera che in regata, con la famiglia e con il fratello Sergio, costruendo negli anni un solido legame con il mare.

Il ClubSwan 80 My Song di Pier Luigi Loro Piana

Frequenta Saint Tropez e nel 1978 partecipa per la prima volta a la ‘Nioulargue’ che dal 1981 diventerà ‘Les Voiles de Saint Tropez’, una serie di competizioni che si svolgono in questo paradiso della vela tra fine settembre e inizio ottobre. Da allora prende sempre parte alle regate che si corrono nel Golfo e più volte negli anni partecipa alla Giraglia.

La Loro Piana Giraglia, grazie all’abbinamento con un marchio così prestigioso ma soprattutto a un gruppo di velisti appassionati ha dall’anno scorso iniziato un percorso di rinnovamento che sta trasformando una manifestazione classica in un evento di alto livello. Determinante è stata la decisione di fare premiazioni giornaliere e la costruzione di un Race Village, un grande spazio a la Tour du Portalet, dedicato e con ‘dj set and drink’, dove gli equipaggi, i progettisti, i soci dei circoli organizzatori e i giornalisti possono incontrarsi ogni giorno alla fine delle regate (dalle 4 alle 8) ha permesso di avere una zona davvero riservata al di fuori del porto, dove l’andirivieni dei turisti è incessante e dove il ritmo è frenetico.

Le icone Loro Piana e la vela

La passione per la vela ha attraversato tutta la vita di Pier Luigi e Sergio Loro Piana, tanto l’andare a vela ha inciso sul loro modo di vivere e di vestire ma anche nella mission della loro azienda, basata da sempre – come accade nel mondo delle regate competitive – sulla qualità e la durata dei materiali. In questo caso il ‘material’ è proprio il tessuto tecnico con cui sono strati realizzati alcuni dei capi iconici della Loro Piana, idealmente legati al mondo del mare. Sono dei capi sportivi che nascono proprio dalla loro esperienza personale, dal loro modo di vivere in barca.

La camicia André (che era il pittore svizzero André Piot, che collaborava con l’azienda) da portare fuori quando fa caldo, nata in denim e diventata poi sempre più leggera e morbida

Il Loro Piana Bomber (che non può essere confuso con una normale giacca a vento), inventato nel 2003 proprio per andare in barca a vela d’estate e realizzato in un materiale speciale – lo Windmate (amico del vento). Nasce proprio dall’impegno dei fratelli nella ricerca di un tessuto tecnico leggero e resistento, come quello di uno spinnaker, sottoposto poi al trattamento ‘Storm System’ per aumentarne l’impermeabilità. Il Bomber viene poi foderato in leggerissimo cashmere.

Le scarpe da barca White Sole, nate nel 1995 dopo una lunga sperimentazione in azienda e in barca, che ha permesso di renderle antiscivolo, stabili, flessibili e leggere, sono realizzate in pelle e  rifinite a mano.

Le regate di Saint Tropez

La Loro Piana Giraglia 2025 è preceduta da 4 giorni di regate inshore – dal 7 al 10 giugno – con 139 barche sulle linee di partenza, mentre il via alla regata offshore di 241 miglia viene dato l’11 giugno. L’arrivo delle prime barche a Genova è previsto a partire dal 12 giugno, contemporaneamente all’apertura dello YCI Race Village, mentre la cerimonia di premiazione avrà luogo il 14 giugno sempre nell’area dello YCI.

La prima giornata di prove ha visto una situazione meteo perfetta con sole, vento giusto tra i 10 e i 14 nodi, poca onda. Per i Maxi due prove con percorso a bastone mentre per gli scafi IRC e IOR un percorso costiero di 8 miglia per gli scafi più piccoli e di 11 miglia per quelli più grandi.

Tra i Maxi A c’era molta attesa per Django, il nuovo Wally 71 di Giovanni Lombardi Stronati, che come Magic Carpet, il Verdier 100 di Owen-Jones Lindsay, non si è presentato alla partenza. Non era invece alla partenza della seconda prova, il Club Swan 80 di Pier Luigi Loro Piana, non a bordo per impegni di famiglia, che nella prima prova si era classificato 8° ma che alla fine della regata aveva avuto un problema tecnico perché il cavo del daggerboard che ha scavallato la puleggia e si è rotto.

E’ interessante rilevare come nella classifica dei Maxi A dopo le due prove ci sia un alternarsi tra i 100’ e i 70’. I 100’ sono più performanti per la loro dimensione ma anche appesantiti dal teck in coperta e, per regate brevi come queste, sono meno performanti perchè manovrano peggio mentre i 70’ sono veri racer, più agili da manovrare. Primo posto quindi per V, del ceco Karel Komarek, seguito da Jethou, il Maxi 77 di Peter Ogden, da Galateia, il Wallycento di Chris Flowers, da Northstar of London, il Maxi 72 di Peter Rubens e da Capricorno, il Judel/Vrolijk 80

Karel, al timone del Wallycento e affiancato dal tatticco Ken Read, è appena entrato nel mondo della vela dopo aver comprato il Wallycento ex-Tango e averlo completamente attualizzato. E’ arrivato al mondo delle grandi regate attraverso Ben Bartlett. Insieme i due hanno creato, organizzato e sponsorizzato quest’inverno alle British Virgin Island la North Sound Maxi Regatta. Komarek, fondatore del Gruppo KKCG con casa a Verbier, Svizzera, ha anche una grande barca a motore che si chiama Obsidienne ma nessuno è riuscito a sapere per cosa voglia significare il V scritto sulla poppa della sua barca. (Potrebbe essere il V di Victory?)

Nel gruppo Maxi B la prima giornata ha visto in testa il Botin 65 Spirit of Lorina di Jean Pierre Barjon. I Maxi hanno regatato nel tratto di mare di fronte a Pampelonne mentre le altre classi si sono confrontate in un percorso costiero.

Nella regate costiere IRC/ORC primo in tempo reale è stato il TP52 Blue Moon dell’Arkas Sailing Team di Bernard Arkas, che allinea come tattico Martin Watts.

Ida Castiglioni

 

 

 

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