Cambio di vele, quando in regata il tempismo è fondamentale per ottenere un vantaggio

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In navigazione durante la 151 Miglia 2025 con il Rodman 42 Cheyenne.

Il cambio di vele è una delle manovre più comuni quando prendiamo parte a una regata d’altura su un percorso che non preveda il classico bolina-poppa tra le boe ma navigazione offshore o costiera. La frequenza del cambio di vele dipende dal corredo in dotazione alla barca.

Una barca d’altura attrezzata con un set un minimo completo dovrebbe avere 3 o 4 fiocchi, un A0/Code Zero, e almeno tre vele da andature portanti (simmetriche o asimmetriche) per coprire varie intensità di vento e andature. I codici dispari (es. A1 – A3 – A5) sono per gli angoli stretti, viceversa i pari (A2, A4) sono le vele per navigare più poggiati. Più il numero del codice è alto più si tratta di una vela da vento sostenuto. A queste vele si possono aggiungere altre varianti come il wind seeker o il J 0, vele utilizzate nella bonaccia, la staysail (spinnaker stay o Genoa stay a seconda dell’angolo di utilizzo). Va da se che con un corredo completo i cambi di vele, per cercare di condurre sempre la barca al 100% delle sue performance, sono piuttosto frequenti.

Come va impostata quindi la strategia dei cambi vele e quando conviene veramente farli?

Cambi di vele, come prepararsi

La prima cosa da fare è avere una tabella esaustiva sull’angolo e l’intensità di vento a cui va utilizzata ogni vela. Questa tabella andrebbe sviluppata di uscita in uscita, man mano che si conoscono le vele e il loro range d’utilizzo con esattezza. Una volta in regata, un ruolo cruciale lo giocano le previsioni meteo. Gli uomini di prua devono essere informati dal tattico o navigatore dell’evoluzione a breve termine del meteo: per esempio se ci aspettiamo un calo del vento con rotazione, o al contrario un aumento. In base a ciò, a prua oltre alla vela armata che sta lavorando, devono sempre avere pronta la sua sostituta. Se per esempio stiamo navigando al lasco profondo con un A2 e brezza fresca, ma ci aspettiamo dopo poche miglia un calo del vento, la prua deve avere già pronto l’A1, perché probabilmente sarà quella la vela successiva che giocherà.

Come decidere la tempistica del cambio di vela? Una strategia d’attacco suggerisce che il cambio di vela è da fare anche se durerà solo pochi minuti. Soprattutto nelle condizioni di poco vento per esempio, avere per pochi minuti una vela più corretta rispetto al tuo avversario diretto può fare la differenza tra l’allungarsi su una brezza trovando un vantaggio o subirlo.

Per questa ragione i cambi vela generalmente non vanno troppo ritardati a meno che non ci siano delle ragioni oggettive: una manovra non pronta, un problema tecnico. Ma nel momento in cui notiamo che per alcuni minuti le condizioni sono uscite dal range d’utilizzo della nostra vela, converrà iniziare a ragionare sulla manovra di cambio vele. Se non lo faremo, ci sarà certamente un avversario che lo farà prima di noi provando ad ottenerne un vantaggio.

Saranno gli strumenti della barca, in particolare quelli del vento che indicano intensità e direzione, a suggerirsi quando ci stiamo avvicinando al crossover tra una vela e un’altra. Altri elementi come lo sbandamento della barca, o il “Portare” o meno di un asimmetrico, ci faranno capire che le condizioni del vento sono variate ed è il momento di agire.

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