Cosa sono i corsi di vela creativa, l’ultima invenzione di Lele Panzeri (e come partecipare)
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Trovandomi casualmente dalle parti di Carloforte, a sud-ovest della Sardegna, la redazione del GdV mi segnala un tizio da andare a intervistare.
“Si chiama Lele Panzeri, è mezzo matto ma simpaticissimo, abbiamo pubblicato diverse volte in passato le sue bizzarre avventure nautiche sul giornale. Vai a sentirlo, sta organizzando dei corsi di vela creativa per settembre e ottobre sulla sua barca. Lo trovi al Marinatour, o più probabilmente al bar di fronte”.
Vela creativa? E cosa diavolo sarà mai?
Lo cerco prima su internet e scopro che il suddetto Lele è un noto creativo pubblicitario, autore di memorabili campagne pluripremiate del recente passato e che nella sua vita ne ha combinate di tutti i colori. Ha scritto libri, ha fatto il regista, l’autore televisivo e cinematografico, ha fatto l’attore, ha organizzato e prodotto concerti di Air Guitar dove illustri sconosciuti salivano su un palco, mettevano un disco e facevano finta di suonare una chitarra inesistente. E poi è diventato pure Maestro Implausibile della Patafisica… che tipo! Dovrebbe avere più di settant’anni, ora.
Sembra un misto tra Mago Merlino, Panoramix e il chitarrista dei ZZTop.
Lo cerco sul molo del Marinatour e lo trovo subito.
E’ a bordo della sua bella barca rossa come il fuoco, il Vampa. E’ un Baltic 39 C&C del 1979, in splendida forma.
Sta rimontando un winch che ha appena pulito.
Vela Creativa, intervista a Lele Panzeri
“Sei Lele?”
“Oggi sì” risponde con un sorriso.
Cominciamo bene.
“E tu chi sei?”
“Armando Frustalupi del Giornale della Vela… vorrei farti una piccola intervista sulla tua idea dei corsi di vela creativa”.
Mi aiuta a superare la passerella e mi fa sedere in pozzetto.
“Cosa diavolo è la vela creativa?”
“La vela, di per sé non sarebbe creativa, deve sottostare a leggi rigide e precise ma, se viene praticata da persone creative, un po’ lo diventa. I miei corsi sono dedicati a persone, probabilmente abbastanza giovani, che stanno affrontando il mio lavoro o che sono intenzionati a farlo. Ma questo, invece che sui banchi di un’università, avviene a bordo di una barca a vela che naviga in queste acque meravigliose”.
“Ok. Ho capito… insegni la creatività e la vela contemporaneamente”.
“Più o meno. In realtà la creatività non si può insegnare, ma si può affinare. E qui posso dare una mano con le mie esperienze e il mio atteggiamento nei confronti della vita. E poi la creatività assomiglia alla pratica della vela… non ci sono strade o carreggiate in mare… il tuo percorso te lo devi creare, tenendo conto di ciò che hai a disposizione e adattandoti al panorama e alle condizioni. Vorrei andare dritto ma c’è davanti un’isola. Da che parte passo? E poi, se si parla di regate, vale un po’ quello che diceva tale John Hegarty, famoso creativo inglese: “When everybody zig, zag!” . Sei ultimo? È inutile andare dietro agli altri… vai dall’altra parte e creati una possibilità”.
“Capito… mi sembra bello”.
“Stare su una barca è più o meno come stare in un’agenzia di pubblicità. Hai di fianco i tuoi colleghi che lavorano per il successo dell’azienda e dei committenti. E anche tu devi contribuire, ma devi farlo a modo tuo, secondo le tue inclinazioni e talenti. E i ruoli… Tattico, timoniere, stratega, randista, prodiere…in pubblicità sarebbe art director, copywriter, account, media, strategist, planner eccetera”.
“Hai fatto anche regate nella vita?”.
“Eccome! Sui Dinghy, sul Mattia Esse, sul Laser… e poi sono caduto nella pentola del Classe A, i catamarani da singolo di 18 piedi… tremendi, pazzeschi… in venticinque anni sono riuscito a vincere una sola regata, in Francia, per il solo motivo che non c’erano gli italiani, tranne me… e gli italiani erano i migliori…”.
“Adesso volano”.
“E’ un bel po’ che volano… sono leggerissimi, dotati di foil… si sperimentano cose che poi arrivano diritte alla Coppa America… Peter Burling, Glenn Ashby e tanti altri capoccioni dell’America’s Cup vengono dal Classe A. L’ultimo Classe A che ho avuto, pronto a navigare con scafi, piattaforma, timoni, albero, vele, derive e tutto quanto … pesava 10 chili meno di me nudo”.
“E regate con i cabinati?”.
“Poche volte. Non mi appassionano. Mi sembra di gareggiare sulla pista di Monza con un camper… non fa per me… preferisco “navigare” e andare a spasso con gli amici”.
“Hai fatto l’Atlantico o sbaglio?”.
“Sì, per due volte… una volta con il leggendario Chica Boba 2 di Austoni… glielo abbiamo riportato a casa dopo che aveva fatto la Ostar dell’80… e poi una decina di anni fa col mio GS46 che poi ho venduto a Santo Domingo”.
“Ma in redazione mi hanno parlato di un’altra tua avventura strana su un Mini…”.
“Oh, certo! Volevo suicidarmi a modo mio e ho comprato un Tè Salt 6,50, praticamente un Mini, e son partito verso Ovest a metà novembre, all’età di 58 anni, contro vento… con l’insano proposito di raggiungere i Caraibi o di morire dignitosamente, facendolo”.
“Non sei morto?”.
“Evidentemente no. Anzi, ho ricominciato a vivere, sono uscito dalla depressione che mi aveva ghermito improvvisamente e, pur essendo arrivato solo fino a Gibilterra (solo?), ho conosciuto tutti i bar delle Baleari e della costa spagnola e le relative cameriere. I due mesi più belli della mia vita. Al giornale, presso cui tenevo un blog/diario di bordo, mi hanno soprannominato “il più grande cialtrone del Mediterraneo”. Avevano ragione. Nella mia vita ho sempre tentato l’impossibile in ogni campo. A volte ci sono riuscito, molte altre no. Ma… echissenefrega? Son fatto così”.
“In effetti sembra che non ti vergogni di nulla”.
“Sono stato un bambino povero, triste, timido, malmostoso… un vero rompicoglioni… poi, improvvisamente mi sono trovato tra il pubblico del concerto di Jimi Hendrix, a Milano, al Piper nel 1977… mi ha cambiato la vita. E la nuova vita mi è piaciuta di più.. ed eccomi qui, dopo più mezzo secolo… uguale”.
“E il Vampa?”
“L’adoro, è veloce e maneggevole, un amore. Io lo amo teneramente e vengo ricambiato, credo”.
“Concludendo, vuoi dare un messaggio ai potenziali clienti dei tuoi corsi?”
“Ok. Durano una settimana. Sono un concentrato di scuola “pratica” di vela e di creatività. Si vive insieme, si naviga insieme, si impara insieme. Due corsi al prezzo di uno… scusa mi ritornato fuori il mio animo di pubblicitario… ahahah… vuoi un caffè?”
“Sì grazie… ultimissima domanda… quanto costa una settimana con te sul Vampa?”
“Non lo so ancora, il mio consulente sta facendo i calcoli complicatissimi che io non capisco. Prima o poi mi dirà una cifra. Adesso apro una pagina Facebook dedicata e ci metterò tutte le notizie del caso. Stay tuned!… ah… a proposito… salutami tanto Luca e Tommaso.. è un po’ che non li vedo…”
Lo saluto e me ne vado lungo il molo. Ho la netta impressione che chi farà il suo corso, come minimo, non si annoierà.
Armando Frustalupi
Vela Creativa, per avere info
Volete avere info sui corsi di Vela Creativa di Lele Panzeri. Potete scrivergli direttamente alla mail gabriomauriziopanzeri@gmail.
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5 commenti su “Cosa sono i corsi di vela creativa, l’ultima invenzione di Lele Panzeri (e come partecipare)”
BELLA INIZIATIVA, COMPLIMENTI
firmato Fratello BERNARDO BOIFAVA
Peccato, mi manca il titolo professionale per poter partecipare 🙁
È da un paio di anni che sto pensando di tornare a navigare a vela. La mia parente risale a gennaio 2002 alla Capitaneria di Genova.
Non mi hanno mai convinto le esperienze di una settimana a Dervio – Lecco.
Questa proposta mi ha convinto a rimettermi alla prova a 79 anni.
Ho inviato la richiesta stamane.
Basilio
E ci credo che il concerto di “Jimi Hendrix, a Milano, al Piper nel 1977” gli ha cambiato la vita, a chi non cambierebbe la vita il concerto di uno che è morto 7 anni prima !?
Solo per dire che forse era il 67..
Il Vampa era la barca mio papà ❤️❤️❤️