Coppa America a Napoli, parla il “boss” dei kiwi Matteo De Nora. La nostra intervista

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Matteo de Nora

Matteo De Nora è l’uomo al vertice del defender Team New Zealand (ovvero il detentore della Coppa America dopo la vittoria 2024 a Barcellona). E’ stato colui che ne ha promosso la rinascita dopo la cocente sconfitta di San Francisco 2012. Durante la presentazione ufficiale della Coppa America a Napoli la nostra inviata Ida Castiglioni ha provato a “strappargli” qualche retroscena sulla prossima edizione italiana della Vecchia Brocca. Uomo di poche parole, De Nora ci ha risposto telegraficamente, ma tra le righe si può leggere qualche importante verità.

Intervista a Matteo De Nora, team principal di Team New Zealand

Napoli è un’opzione fortunata per la Coppa America e il Golfo di Napoli è vero paradiso per la vela. Hai avuto un ruolo in questa decisione?

Perché Napoli? Le cose hanno una ragione e un momento e in questo caso hanno coinciso.

Quando il team ha preso la decisione finale che ha poi portato a preferire Napoli ad Atene?

Nelle ultimissime settimane.

Negli ultimi mesi ho come molti avuto l’impressione che la Coppa America fosse in crisi. Che molti avessero deciso di rinunciare a lanciare la sfida perché convinti che non esistono possibilità di conquistare la vittoria. Questo dipende da un Protocollo estremamente restrittivo oppure dal fatto che New Zealand è troppo forte?

Sempre nella Coppa America ci sono tensioni. Fa parte della sua formula e del suo successo.

Per Grant Dalton gli AC75 che hanno partecipato alla 37° Coppa America di Barcellona possono essere rapidamente adattati con alcune modifiche tecniche a quanto previsto dal nuovo Protocollo. Sicuramente il team progettuale può ridisegnare la coperta ed eliminare gli alloggi dei due cyclor, ma, a mio avviso, il problema basilare è un altro: cambiare il modo di generare energia passando alle batterie vuol dire buttare molte parti meccaniche e idrauliche e ripartire da zero nella meccatronica.

Le modifiche varieranno da team a team. Ognuno cercherà di interpretare al meglio il regolamento.

Matteo de Nora - AC37_02
Matteo de Nora (a destra), Team Principal di Emirates Team New Zealand, assieme al CEO Grant Dalton

Grant Dalton mi ha anche riferito che, non appena pubblicato il nuovo Protocollo, gli sfidanti potranno far partire la costruzione della nuova barca, per essere pronti ad andare in acqua nel settembre 2026.

Il momento in cui si comincia a costruire una nuova barca è quello in cui il team progettuale ha finito di fare le sue ipotesi di progetto. Ovviamente i progettisti vorrebbero tempi più lunghi mentre il team vuole cominciare a navigare il prima possibile.

E’ chiaro che il defender da sempre è in netto vantaggio rispetto ai challenger perché i suoi progettisti hanno avuto tutto il tempo per analizzare il protocollo che il team intende proporre e ragionare sulla nuova formula. Mi sembra inevitabile.

Non credo sia così, anche perché i progetti sono condivisi e i tempi diversi dal passato.

Il team ha già deciso in quale circolo velico napoletano la Coppa resterà durante le selezioni?

Nessuna decisione è stata presa. Tutto è stato molto veloce.

MSC sarà uno degli sponsor della prossima difesa della Coppa. E’ possibile che Aponte abbia partecipato alla trattativa tra Team New Zealand, la città di Napoli e il Governo?

Non penso, ma sicuramente lui ama il territorio ed è una presenza importante e imprescindibile a Napoli.

Peter Burling ha deciso di non essere il timoniere e lo skipper della barca neozelandese per la prossima Coppa America. Quali le motivazioni?

Peter ci aveva chiesto di partecipare contemporaneamente alla Coppa America e ad altri eventi velici; Il team ha ritenuto che non fosse possibile. La preparazione richiede una dedizione totale, una collaborazione stretta di chi porta la barca con il team progettuale. Gli allenamenti sono continui, ed è necessario verificare costantemente sul campo le modifiche effettuate alle componenti dell’imbarcazione.

Mi confermi che a timonare il nuovo AC75 neozelandese sarà l’australiano Nathan Outteridge, abile secondo timoniere di ETNZ a Barcellona, che io ricordo bene qui a Napoli sull’AC45 Luna Rossa per le World Series del 2012?

Si.

Una delle clausole del Protocollo prevede che Burling non possa essere al timone di un’altra barca di Coppa America per i prossimi due anni. Potrebbe invece far parte del team progettuale di un altro sfidante? Oppure, allenare un’altra squadra?

Si.

Novità sul fronte dei challenger? Americani, francesi e svizzeri aspettano di leggere le nuove regole sul Protocollo. Ho sentito che gli svedesi sono interessati ad entrare in gioco e che forse ci saranno gli australiani. E gli inglesi? So che Jim Ratcliffe ha annullato tutte le sponsorizzazioni di Ineos negli sport e che Ben Ainslie è alla disperata ricerca di sponsor, come anche i francesi. E’ così?

Non mi risulta una sfida svedese. Diversi stanno lavorando per partecipare.

Ida Castiglioni

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