1984. Quando l’Italia era la Mecca della Coppa America
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Quando l’Italia era la Mecca della Coppa America
Tratto dal Giornale della Vela del 1984, Anno 9, n. 2 marzo-aprile, pag 22/24
Esplode la Coppa America mania italiana, sulla scia di Azzurra. Cinque sindacati provano a conquistare il trofeo più antico del mondo. Intanto, dove sono finiti gli “eroi” di Azzurra? E debutta un giovanissimo Francesco De Angelis, lo ritroveremo, anni dopo, su Luna Rossa.
Cinque sindacati e sette barche: l’Italia, ultima arrivata nel magico mondo dei twelve, è già diventata la Mecca di queste incredibili barche. Tutte le novità e le anticipazioni.
Cinque sindacati e sette barche: l’Italia, ultima arrivata nel magico mondo dei twelve, è già diventata la Mecca di queste incredibili barche. Tutte le novità e le anticipazioni.
L’Italia è virtualmente, da alcune settimane, il paese al mondo con il maggior numero di 12 metri. Sono quattro, oltre ad Azzurra, i sindacati che si stanno organizzando per tentare l’operazione Coppa America 1987; sono sorti a Milano, Viareggio, Forte dei Marmi e Portofino. Senza barca è al momento rimasto soltanto il gruppo di Forte dei Marmi, gli altri invece hanno già concluso i loro affari in tutto il mondo. A Viareggio il consorzio che fa capo a Perini (professione armatore) ha acquistato la barca australiana Challenge 12; a Milano il gruppo che ha come riferimento lo studio Giorgetti e Magrini ha acquistato la barca inglese Victory ’83; la barca statunitense Spirit of America è stata comprata dal gruppo di Portofino mentre il sindacato di Forte dei Marmi mantiene la sua opinione sullo scafo inglese Victory ’82. Che il numero di 12 metri sia assolutamente esagerato lo possono capire anche i meno esperti, ma due incognite fondamentali lasciano perplessi. La prima riguarda gli equipaggi: chi condurrà tutte queste barche? Davvero la vela italiana è in grado di organizzare 10 equipaggi di 12 metri a livello dignitoso? Personalmente avanziamo molti dubbi, e per me parlano i fatti: i risultati della base, le classi olimpiche, nell’ultimo anno sono da definire disastrosi. La seconda perplessità riguarda il progetto. Vallicelli a parte, che per altro ha impiegato un anno a disegnare Azzurra, i nomi che si fanno per la costruzione delle barche non hanno esperienza specifica ne in barche da regata ne, tantomeno, in 12 metri. “La strada che porta a Perth (è la sede della prossima Coppa nel 1987 ndr) – diceva tempo fa Cino Ricci durante un’intervista – è lunghissima e piena di difficoltà, vedremo chi saprà percorrerla. – Lo skipper di Azzurra ha ragione, ma nonostante tutte queste complicazioni c’è chi questa strada è deciso a tentarla. Cominciamo con il sindacato che al momento è da tutti indicato come quello che ha saputo muoversi meglio. Giorgetti e Magrini (studio di progettazione milanese esperto nella costruzione di grandi barche da crociera) hanno acquistato per conto di un gruppo di sponsor ancora rimasto segreto la barca inglese di lan Howlett, Victory ’83.
Victory ’83 è senza dubbio uno dei 12 metri “classici” più veloci in circolazione
Che Victory ’83 sia una buona barca lo ha dimostrato in regata a Newport la scorsa estate, dove è arrivata alle semifinali della Coppa battuta soltanto da Australia II di John Bertrand. Disegnata in tutta fretta lo scorso anno per sostituire il Victory ’82 di Ed Dubois che appariva lento e incostante, Victory ‘83 è senza dubbio uno dei 12 metri “classici” (cioè senza alette) più veloci in circolazione. Chi condurrà in regata il Victory ’83? Il sindacato milanese ha sinora contattato tre nomi, tutti di grande prestigio: Laurent Cordelle, Stefano Roberti e Lorenzo Bortolotti. Il primo ha preso tempo, ma poi ha rifiutato; Roberti è stato più possibilista e ha chiesto garanzie tecniche. Quando poi sembrava convinto, con l’ingaggio di Lorenzo Bortolotti, Cino Ricci gli ha strappato I’impegno di gareggiare su Azzurra sino al 1987. L’aver perduto di un soffio il randista di Azzurra non ha scoraggiato il sindacato milanese che ha iniziato a corteggiare insistentemente Lorenzo Bortolotti. I primi risultati sono arrivati: la North Italia seguirà completamente, dando il suo contributo tecnico, sia Azzurra sia Victory ’83, nell’attesa che i milanesi approntino la loro barca. “Non sono sicuro di accettare l’offerta che arriva da Milano – ci ha detto Bortolotti – vorrei prima almeno conoscere chi andrà in barca”. A nostro avviso comunque finirà per dare il suo assenso, anche perché l’ipotesi di vederlo, sempre con Roberti, Freedom (la nuova lepre di Azzurra) è definitivamente tramontata. Del sindacato Victory ’83 si sa anche che è possibile all’accordo con lo Yacht Club Italiano per difendere i suoi prestigiosissimi colori; dell’operazione si sta occupando Carlo Croce.
A Portofino si attende Spirit of America
A Portofino invece si sta aspettando Spirit of America l’ultimo 12 metri costruito da Sparkman e Stephens. Forse per la barca si dovrà attendere ancora qualche giorno, sia perché la barca si trova ancora a San Diego in California, sia per difficoltà burocratiche legate alle modalità di pagamento. (A Roma si stenta a concedere il permesso per il consistente versamento di valuta all’estero). Il contratto di acquisto è stato comunque firmato e, ci ha assicurato Pino Ferlini che ha portato a termine questa operazione, Spirit comincerà i primi allenamenti nel Tigullio tra poche settimane. Chi ci sarà a bordo non è dato di sapere. L’unico nome noto è quello di Massimo Devoto (un ex di Azzurra) anche se è probabile che per il campionato mondiale di Porto Cervo arrivino a bordo velisti americani. “Sto aspettando chiarimenti in questo senso dell’organizzazione” ci ha detto ancora Ferlini. All’acquisto di Spirit molti tecnici hanno storto la bocca: “E’ un tacco” ci ha detto con espressione molto colorita un noto progettista che vuole restare anonimo. In effetti Spirit non ha risultati molto brillanti dalla sua. Voluto da Dennis Conner con soluzioni molto originali soprattutto per le uscite di poppa, il 12 metri di Sparkman e Stephens è stato subito accantonato. Speriamo che il cantiere Sangermani, incaricato dal sindacato di costruire la nuova barca, possa fare di meglio.
Il Challenge 12 e Victory ’82 per Viareggio e Forte dei Marmi
Il gruppo Perini è invece a capo del sindacato che ha acquistato Challenge 12 (il twelve più “caro” con i suoi 750.000 dollari) dagli australiani. Era stato contattato per il ruolo di skipper Tiziano Nava, ma anche lui, valutati i pro e i contro, ha finito per declinare l’invito. Challenge 12 è prossimo alla sua prima uscita a Viareggio. Con tutta probabilità alla ruota del timone ci sarà Antonio Santella anche perché il sindacato sembra che voglia appoggiarsi alla veleria Murphy, che lo stesso Santella dirige. Ultimo consorzio è quello di Forte dei Marmi. “Alla fine di febbraio – ci ha detto Paolo Gai della Compagnia della Vela di Forte dei Marmi – siamo andati a definire l’acquisto di Victory ’82.” La barca inglese non è indicata come veloce ma comunque costerà 250.000 dollari. Qui il nome del timoniere è ancora in alto mare, anche se Mario Violati, che si occupa della commissione tecnica, ha certamente qualche nome sotto mano. Tanto per restare in Toscana (ma sono solo delle ipotesi) potrebbero essere quelli di Marco Savelli o di Tommaso Chieffi, specie se quest’ultimo non riuscirà ad andare alle Olimpiadi nei 470. Fin qui i sindacati. La storia è talmente ricca di colpi di scena (solo 12 mesi fa era assolutamente impensabile prospettare 5 sindacati in Italia) da promettere scintille ogni settimana. Intanto la Coppa America 1987 ha già un vincitore, almeno per ‘Italia: è la North Sails Italia. “Stiamo preparando le dime – ci ha detto Ennio Buonomo della veleria – per produrre vele da twelve in serie. Anche questo è un bel record!
Luca Bontempelli
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