1982. Intervista a German Frers. Per lui parlano le barche

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Benvenuti nella sezione speciale “GdV 5o Anni”. Vi stiamo presentando, giorno dopo giorno, un articolo tratto dall’archivio del Giornale della Vela, a partire dal 1975. Un consiglio, prendete l’abitudine di iniziare la giornata con le più emozionanti storie della vela: sarà come essere in barca anche se siete a terra.


 

Intervista a German Frers. Per lui parlano le barche

Tratto dal Giornale della Vela del 1982. Anno 8 n.8, settembre-ottobre, pag. 32/33.

Il progettista americano German Frers ha disegnato molte barche vincenti. “Alla gente interessa solamente che i miei scafi siano belli, vincano e durino”.

 

German Frers
German Frers, argentino di nascita e newyorkese di adozione, ha collaborato con lo studio Sparkman & Stephens dove ha maturato una notevole esperienza nel settore dei maxi yacht.

German Frers è diventato il progettista più famoso del mondo. Tutti lo vogliono, lui concede un’intervista confessione al GdV in cui spiega i suoi segreti e come è diventato il più richiesto e amato. Come quando spiega come ha progettato Flyer che ha appena vinto il Giro del Mondo Whitbread.

Argentino di nascita e newyorkese di adozione, German Frers è uno dei progettisti navali più affermati a livello internazionale. Le sue barche quest’anno hanno vinto tutto il possibile. Basti ricordare Flyer, trionfatore assoluto della Whitbread Round the World Race, e Retaliation, che si è imposto senza mezzi termini all’ultima edizione del SORC. I suoi disegni, mai estremi, costituiscono l’evoluzione della linea di yacht-design elegante e veloce, caratteristica delle barche di Sparkman & Stephens, che deriva a Frers dagli anni di collaborazione con il famoso studio di New York.

L’amore per il mare German lo ha ereditato dal padre, che negli anni sessanta partecipò alle competizioni veliche impegnative d’oltreoceano. In conclusione, è la grande preparazione tecnica, unita ad una grande passione che fa disegnare a German Frers scafi che assurgono facilmente al ruolo di protagonisti sulla scena internazionale della vela. Citiamo Blizzard, Gitana VII, Bumblebee IV, Tatoosh (ora Rroselavy), Guia 2000, Kriter I, Evergreen e Regardless, ma l’elenco potrebbe durare ancora per molto. Frers viene unanimemente considerato uno dei più grandi yacht designer del mondo, eppure l’impegno che mette in ogni nuovo progetto è quello entusiastico del neofita. Trovarlo e rubargli un po’ di tempo per un’intervista è una difficile impresa, perché è quasi sempre in giro per il mondo, per seguire da vicino e nei minimi dettagli la costruzione delle sue barche. Cordiale e amichevole, ma anche piuttosto riservato, è sempre molto conciso: risponde con poche parole anche alla domanda più complessa e articolata.

L’intervista di Frers al Giornale della Vela

«Le mie interviste migliori sono le barche – dichiara — è inutile dilungarsi tanto sui concetti. Alla gente importa soltanto che i miei scafi siano belli, vadano forte e durino più di qualche stagione».

GdV – Allora Mr Frers, Flyer vince il Giro del Mondo, Retaliation il SORC, Evergreen viene considerata la novità più importante della stagione, Morning Star è nel team americano della Sardinia Cup. Qual è la «ricetta» delle sue barche?

Frers – La professionalità nel disegno, con un po’ di fortuna mi ha portato ai risultati elencati. Io credo che per un progettista moderno sia indispensabile la conoscenza approfondita dei metodi costruttivi più all’avanguardia; oggi infatti l’utilizzo di certi materiali permette di realizzare scafi estremamente più leggeri e sicuri di quelli di qualche anno fa. Infine, almeno per quanto mi riguarda, cerco sempre di esaminare i motivi che spingono il cliente a chiedere una determinata imbarcazione. Quando Conny van Rietschoten è venuto da me voleva una barca che vincesse il Giro del Mondo, e io ho studiato per lui uno scafo che fosse innanzitutto sicuro, solido e che garantisse abitabilità a un equipaggio di quattordici persone per più di un mese. Cosi è nato Flyer, che si è dimostrato anche estremamente veloce.

GdV – Quanta parte ha il progettista nel successo di una barca?

Frers – È difficile rispondere. La riuscita di una barca dipende da molti fattori. Credo che il disegnatore debba offrire uno scafo che sia il più studiato possibile per l’utilizzo che poi il proprietario ne vuol fare e che sia adeguato alle più recenti modifiche dei regolamenti. Naturalmente, poiché la vela è uno sport, i risultati della barca sono in gran parte determinati dal suo equipaggio. Le vele e le attrezzature, ormai, a un certo livello si equivalgono tutte e vengono scelte secondo il gusto dell’armatore. Può capitare infatti di disegnare una barca reputandola superveloce e scoprire poi che non ottiene nessun risultato e il successo magari arriva da una barca su cui avevi riposto minori speranze. Questo paradarosso serve a esemplificare quanto dicevo prima, ma, per quanto riguarda i miei disegni, tutti sono studiati per cogliere i massimi risultati.

GdV – II SORC è l’avvenimento sportivo che inaugura la stagione delle regate d’altura. E’ in quella sede che vengono presentate in anteprima le novità progettuali, costruttive e le attrezzature che caratterizzeranno il 1982. Ci può dare un suo commento sull’edizione di quest’anno?

Frers – Senza esagerare, penso che il SORC sia una delle regate più interessanti del mondo; fondamentalmente perché gli americani sono, da qualche anno, la nazione guida della vela d’altura. Quest’anno io ho assistito solo a due delle cinque regate previste e quindi ho pochi elementi per rispondere alla sua domanda. Da quello che ho visto posso dire che c’erano molte barche estremamente veloci, anche se credo che le condizioni metereologiche quest’anno abbiano favorito le barche piccole. Quello che mi ha colpito di più è stato vedere come ormai le tecniche costruttive degli scafi siano diventate preminenti rispetto ad altri fattori che compongono un moderno racer. In fibra, in alluminio o in legno, ho visto scafi veramente all’avanguardia da questo punto di vista, il che è fondamentale per lo sviluppo di questo sport e in genere per la nautica: sperimentare soluzioni nuove permette di acquisire dati che nessun calcolo o laboratorio ci possono dare.

Nella foto sopra Retaliation, vincitore assoluto dell’edizione 1982 del SORC. Questo 51 piedi è stato costruito nel cantiere Gustom Marine a Saybrook Connecticut.

GdV – Prima dell’inizio di queste regate una delle sue barche, Evergreen, era data tra le favorite alla vittoria finale; poi ha vinto un altro suo progetto, Retaliation, di cui si era parlato poco o niente in sede di pronostico. Ci può parlare di queste due barche?

Frers – Si è parlato molto di Evergreen più per la personalità del suo armatore, Mr. Green, che per l’effettiva novità del disegno; comunque questa è certamente una barca che si discosta dallo standard del mio «style» soprattutto per le soluzioni trovate per il piano di coperta; la poppa aperta; un grande pozzetto dove sono raccolte le manovre delle volanti e della centralina idraulica a poppavia del timoniere; un albero a quattro crocette pensato appositamente da Stern. Queste soluzioni, effettivamente interessanti, colpiscono stampa e pubblico ed è per questo che, di Evergreen si è parlato molto. Evergreen è una barca molto sofisticata e ha bisogno di una lunga messa a punto, che ancora non aveva in queste regate; comunque la sua affermazione «overall» nella Lipton Cup ha dimostrato quanto valga questa barca. Per quanto riguarda Retaliation credo che ci sia poco d’aggiungere al fatto che ha vinto, se non che si tratta di una barca classica, senza forzature. Un’evoluzione certamente, di tutto ciò che è stato modificato nei regolamenti e dalle esperienze fatte con altri miei disegni delle stesse dimensioni. Un ottimo equipaggio (Dennis Connor al timone e Ron Love come sail-trimmer ndr) e un poco di fortuna hanno fatto il resto.

Serve più chiarezza nelle regole

GdV – Anche quest’anno c’è stato un problema di stazze: Victory che aveva vinto, è stata squalificata perché irregolare secondo un successivo controllo. E possibile secondo lei risolvere questo problema?

Frers – Credo sia molto difficile, se si mantiene l’attuale formula di stazza, che per forza di cose è estremamente complicata perché deve tenere conto di moltissimi fattori. Per questo motivo credo che ci possa essere differenza tra misurazioni successive fatte da stazzatori diversi, fermo restando la buona fede degli armatori. E’ logico poi che tutti gli equipaggi e anche noi progettisti tentiamo di ottenere il rating più favorevole possibile ma questo non significa automaticamente malafede o inefficacia della formula di stazza attuale.

GdV – In quale barca ha riposto il maggior numero di speranze per il futuro?

Frers – In tutte. Ogni mio disegno è pensato per ottenere il massimo dei profitti rispetto allo scopo che mi viene richiesto.

Testo e foto di Bruno Belli


 

 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

2023. A bordo di un gommone a vela un sogno lungo 4.000 miglia

Benvenuti nella sezione speciale “GdV 5o Anni”. Vi stiamo presentando, giorno dopo giorno, un articolo tratto dall’archivio del Giornale della Vela, a partire dal 1975. Un consiglio, prendete l’abitudine di iniziare la giornata con le più emozionanti storie della vela:

2011. L’inventore della barca che sembra una vasca da bagno

Benvenuti nella sezione speciale “GdV 5o Anni”. Vi stiamo presentando, giorno dopo giorno, un articolo tratto dall’archivio del Giornale della Vela, a partire dal 1975. Un consiglio, prendete l’abitudine di iniziare la giornata con le più emozionanti storie della vela:

Torna in alto