Coppa America a Napoli: quanto costerà e le incognite su Bagnoli. Un’occasione storica, ma…
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Passata la sbornia da annuncio della Coppa America 2027 a Napoli, con Louis Vuitton a sponsorizzare l’evento, è già tempo di fare qualche riflessione su quella che per l’Italia e il capoluogo campano si annuncia come una sfida dall’enorme fascino, un evento di portata storica, ma anche dal coefficiente di difficoltà alto.
Come da annuncio ufficiale, le dichiarazioni del Ministro dello Sport Andrea Abodi e del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi parlano delle regate che si svolgeranno nel Golfo di Napoli, tra Castel dell’Ovo e Posillipo, e delle basi dei team che avranno sede nella zona di Bagnoli. Due aspetti sui quali, soprattutto il secondo, vale la pena fare delle riflessioni.
Coppa America a Napoli – Dove, come e quanto costerà
Partiamo dal constatare che il campo di regata di Napoli è praticamente perfetto per le regate degli AC 75. Condizioni meteo ideali con una brezza termica che soffia robusta nei mesi estivi con l’alta pressione, anche tra i 15 e i 20 nodi, onda moderata, e un lungomare di grande estensione e fascino e fare da tribuna naturale.
Chi ricorda le regate preliminari della Coppa America 2012 avrà in mente come fossero perfettamente seguibili per gli spettatori da terra, con le barche che quasi si toccavano con mano. Certo gli AC 75 forse non si potranno spingere così sotto costa come facevano gli AC 45, ma il campo di gara, grazie anche a una direzione della brezza termica che spesso soffia quasi parallela al lungomare o di poco inclinata, sarà decisamente apprezzabile dalla costa.
C’è la grande incognita di quanti team ci saranno al via, ma a questo punto, in una location come Napoli e con un pubblico come quello italiano che sono garanzia totale di affluenza, in mare e a terra, forse poco cambia. Certo, a Grant Dalton e a chi organizza la prossima Coppa, agli sponsor che la finanzieranno, avere tanti sfidanti in corsa è decisamente preferibile.
Ma dal punto di vista del coinvolgimento del pubblico anche, esagerando volutamente, un match a due tra Luna Rossa e Team New Zealand sarebbe di enorme attrazione. Anzi, una sfida a due sarebbe non un match, ma THE MATCH, una sorta di The Rumble in The Jungle, come l’incontro di pugilato cult tra George Foreman e Muhammad Ali che si svolse allo Stade Tata Raphaël di Kinshasa nello Zaire nel 1974. In fin dei conti la Coppa America, quella vera, è sempre e solo stata una sfida a due. La questione della selezione sfidanti è, anche storicamente, qualcosa di collaterale.
Coppa America a Napoli, la questione Bagnoli
Fin qui quindi tutto bene, ci sono però anche delle zone d’ombra in tutta la vicenda, e riguardano ovviamente i costi dell’operazione, e soprattutto il coinvolgimento delle zona di Bagnoli come base logistica per i team. A Bagnoli sorgeva l’ILVA, che per oltre un secolo ha prodotto ghisa e acciaio.
Dopo la chiusura della fabbrica a inizio anni ’90 si aprì il problema della bonifica dell’area, la cosiddetta “colmata a mare”, 195 mila metri quadrati di cemento che tombarono la costa coprendo tutti gli scarti dell’altoforno. Li si trovano amianto, arsenico e mercurio e altre sostanze tossiche e inquinanti, ed è da quell’epoca che si parla della grande opera di bonifica di Bagnoli per restituire alla città quel tratto di costa.
Stime ufficiali governative parlano di 1,2 miliardi di euro come fondi necessari per bonificare e riqualificare l’intera area. C’è stata una riunione ufficiale a marzo del 2025, alla quale hanno partecipato Tommaso Foti, il Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione, il Commissario Straordinario per gli interventi nei Campi Flegrei, Ing. Fulvio Maria Soccodato, il Commissario Straordinario per la Bonifica di Bagnoli, Gaetano Manfredi che è anche Sindaco di Napoli.
In questa sede si è stabilito che rimuovere l’intera colmata è di fatto impossibile, perché troppo dispendiosa e perché rischia di avere impatti ambientali ancora peggiori. L’attuale progetto prevede invece inizialmente la rimozione di circa il 20% della colmata, e di sigillare la sezione della stessa che rimarrà sulla costa, oltre che la bonifica degli arenili e dei suoli circostanti.
Coppa America a Napoli, quanto costerà?
Costi stimati? Per questa parte di progetto si parla di oltre 30 milioni di euro per le bonifiche e di circa 300 milioni per la sigillatura, poi arriveranno le restanti opere di riqualificazione, con cantieri che dovrebbero terminate tra la fine del 2028 e l’inizio del 2029, ben dopo l’inizio della Coppa America previsto nella Primavera del 2027. Va da se quindi che la Coppa si svolgerà in un’area solo parzialmente riqualificata. Verosimilmente il Comune e i Ministeri interessati, di concerto con i due Commissari straordinari, si affretteranno a mettere in sicurezza e bonificare/riqualificare, le aree necessarie alle basi dei team, nella speranza (forse remota), che tutto intorno però non sia un cantiere in movimento.
Quanto costerà quindi la Coppa a Napoli? O forse è meglio dire, quanto ci costerà la Coppa America? Le richieste ufficiali di Emirates Team New Zealand non sono note ufficialmente, tuttavia la cifra che si mormora e che appare realistica è di oltre 200 milioni di euro (100 di “fede” per avere l’evento, il resto in spese per strutture a terra), che unita ai costi di bonifica/sigillatura della colmata porterebbe a un totale di quasi 600 milioni di euro. Va da se che questa cifra che stiamo calcolando è un “esercizio”, in quanto il progetto della bonifica di Bagnoli nasce prima dell’idea di fare la Coppa a Napoli. Il gioco vale la candela?
Se ciò servirà ad accelerare le opere di bonifica di Bagnoli, e se consentirà di fare affluire anche fondi comunicati nel progetto, probabilmente si, perché si restituirebbe al territorio una risorsa importante, la città beneficerebbe di introiti significativi durante la manifestazione, innescando un conseguente circuito virtuoso. L’esempio è Trapani, che per ospitare i Louis Vuitton ACT del 2007 venne sottoposta a un processo di “performative mapping” che ridisegnò la zona del porto, diede il via a numerosi lavori di restauro al centro storico, trasformando di fatto la città in senso turistico.
Non vanno costruiti impianti sportivi come nel caso delle Olimpiadi invernali, che impongono alcune sportive che poi hanno difficoltà ad essere reimpiegate fuori dai Giochi. Insomma il gioco potrebbe valere la candela, considerato anche quanto la città e il territorio guadagnerebbero dall’afflusso di pubblico. A patto però, di non fare figuracce all’italiana. Con la Coppa America a Napoli ci giochiamo tanta credibilità, un’occasione da non perdere. Perché si, vogliamo questo The Rumble in The Jungle.
Mauro Giuffrè
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3 commenti su “Coppa America a Napoli: quanto costerà e le incognite su Bagnoli. Un’occasione storica, ma…”
San Gennaro….pensaci tu !!!!!
come sempre all’ultimo momento, ma ce la faremo!!
La bonifica consisterà in un’altra colata di cemento . Napoli avrà un grande sviluppo in una direzione che io ,personalmente non augurerei a nessuno.
Avrete voglia di trovare sviluppo tecnologico e beneficio economico,a Napoli sarebbe servito altro ma ormai tutti i progetti sono orientati verso una nautica per ricchi e verso navigazioni di venti minuti con il casco in testa,un videogioco specchio dei tempi.
Raniero Sandrelli