Meteo Pratico – Mappe di pressione. Come usarle per prevedere che tempo farà

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“Non dobbiamo prendere le previsioni come verità assolute”, ci spiega il “guru” della meteorologia marina Riccardo Ravagnan, a capo di Meteomed, costola specialistica di 3BMeteo e leader italiano della meteorologia applicata alla nautica da diporto.

L’esperto meteorologo Riccardo Ravagnan di Meteomed

Chi meglio di lui, in vista della stagione estiva, può spiegarci come si possono sfruttare le sue conoscenze e gli strumenti che Meteomed mette a disposizione dei diportisti per prevenire le “bozze” climatiche che sempre più spesso influenzano il nostro mare? In sei tappe, per sei mesi, condivideremo con voi delle pillole di meteorologia da tenere sempre a portata di mano.

Il primo strumento da consultare: le mappe di pressione.

Quale deve essere, quindi, il primo strumento che un navigante dovrebbe consultare? Ravagnan afferma che sicuramente sono le mappe di pressione, la porta di ingresso della meteorologia. “Le mappe di pressione sono il primo passo della nostra Checklist del Meteorologo per Navigare in Sicurezza, una guida pratica che noi di Meteomed abbiamo sviluppato per accompagnare ogni navigante (principiante o esperto) e disponibile per chi la richiede scrivendo a info@meteomed.it.

Una mappa di pressione

Cosa sono le mappe di pressione?

Una mappa di pressione (o carta isobarica) è una rappresentazione cartografica che mostra la distribuzione della pressione atmosferica in una determinata area. Le linee che uniscono punti di uguale pressione si chiamano isobare e vengono utilizzate per identificare centri di alta e bassa pressione, come anticicloni e depressioni: l’insieme di queste linee, disegnate su una carta, generano una mappa di pressione.

Le mappe di pressione ci permettono di comprendere il contesto sinottico, ossia di avere la fotografia dell’atmosfera su una scala vasta come il bacino del Mediterraneo. Utilizzando queste mappe, si riesce a capire dove si trovano e come si stanno muovendo i principali centri d’azione, ovvero le aree di alta e bassa pressione. È lì che nasce tutto: i cambiamenti del vento, i fronti perturbati e le zone di instabilità o di calma piatta.

Come si leggono?

Per prima cosa bisogna osservare l’andamento delle isobare: se sono molto ravvicinate, indicano un gradiente di pressione forte e quindi venti intensi, mentre se le linee sono sono distanziate, il vento sarà debole. Il gradiente di pressione è una misura generalmente espressa in millibar della variazione della pressione atmosferica su una determinata distanza orizzontale. E’ importante capirlo e saperlo leggere perchè il gradiente determina la direzione del vento, che fluisce dalle aree ad alta pressione a quelle a bassa pressione, seguendo una traiettoria perpendicolare alle isobare.

La rappresentazione delle isobare

Poi dobbiamo localizzare i centri di alta e bassa pressione, ma soprattutto capire dove si trovano i fronti, che sono strutture dinamiche che portano con sé cambiamenti repentini del tempo: un fronte può trasformare una giornata serena in un pomeriggio burrascoso.

In sostanza, la mappa di pressione ci dice cosa aspettarci e perchè; secondo Ravagnan: “Non dobbiamo più prendere le previsioni come verità assolute, ma imparare a leggerle in relazione al contesto. Lo scopo è sviluppare un senso critico, basato sulla conoscenza e sull’osservazione. L’epoca delle “icone meteo” è finita: oggi serve comprensione. Solo così possiamo dire di rispettare il principio di diligenza previsto anche dalle normative sulla sicurezza in mare”.

E dopo le mappe…

Il secondo step è leggere il bollettino generale gratuito del Mediterraneo, che Meteomed pubblica ogni settimana. È uno strumento ad altissimo valore, perchè i meteorologi leggono le stesse mappe che chiunque può consultare, ma le interpretano con occhio esperto, segnalando fenomeni instabili e zone critiche.

Un bollettino generale del Mediterraneo

Grazie a questa prima tappa, abbiamo imparato ad utilizzare la famosa checklist per acquisire consapevolezza e il bollettino per una conferma professionale. Imparare ad usarli insieme significa sviluppare un vero e proprio linguaggio condiviso con l’atmosfera.

Federico Lanfranchi

 

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1 commento su “Meteo Pratico – Mappe di pressione. Come usarle per prevedere che tempo farà”

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