Magic Carpet E (30 m), esordio col botto a PalmaVela per il supermaxi da sogno
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Magic Carpet è un nome iconico nel mondo della vela, che racconta la storia di barche mitiche e inconfondibili, appartenenti all’armatore inglese Sir Lindsay Owen Jones. Un altro capitolo è iniziato, a La Spezia è stato costruito il nuovo Magic Carpet 100, 30 metri di lunghezza, realizzato dall’italiana Persico Marine su progetto di Guillaume Verdier. La barca ha fatto il suo esordio, con il nome di Magic Carpet E (la lettera E sta per Evolution? n.d.r.), alle regate di PalmaVela a Palma di Maiorca, la classica rassegna primaverile che raduna anche i Maxi.
Un esordio dolce amaro, perché dopo avere vinto le prime due prove, Magic Carpet E nella terza è stata protagonista di un incidente, che ha precluso il proseguimento della manifestazione a causa di alcuni danni al rig. Magic Carpet ha forzato un ingresso in partenza sul Botin 65 Spirit of Lorina, che a sua volta, secondo il parere della Giuria dopo l’ovvia protesta, non si è tenuta adeguatamente discosta. Squalifica, e ritiro dalla manifestazione, per entrambe le barche, che ha generato ampie discussioni in banchina e sul web alla luce della nuova Regola 14.
Magic Carper E – Il nuovo “tappeto volante”
Lo scafo è lungo 30,48 metri e largo 7,20 metri con le 37 tonnellate di dislocamento e un pescaggio di 7,5 metri. L’armatore chiedeva il più veloce scafo IRC possibile di 100 piedi per partecipare alle regate dei maxi, Inshore ed offshore, principalmente in Mediterraneo ma non solo, senza trascurare un po’ di crociera. Una barca che fosse più performante ancora del già leggendario Magic Carpet Wally 100. Spazio quindi a una chiglia basculante, che prevede la possibilità di muovere anche il bulbo, non solo per ottimizzare il raddrizzamento della barca, ma anche per ridurre il pescaggio all’occorrenza intorno ai 4 metri e potere entrare in porti come quello di Saint Tropez.
E ancora, il ponte è in sughero invece che il teak usato sul precedente Magic Carpet, per ridurre il peso della barca, e per ottimizzare il lavoro della chiglia quando è angolata c’è anche un canard, una deriva centrale che va in immersione quando la chiglia non lavora a centro barca. In ultimo il sistema idraulico di bordo non è affidato a generatori diesel, ma a due motori elettrici.
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