Antigua Sailing Week: Irina scampata dalla guerra in Ucraina grazie alla vela
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Siamo all’Antigua Sailing Week, la grande festa della vela caraibica dove la nostra Ida Castiglioni è a caccia di storie (qui la prima puntata e la seconda puntata). Oggi Ida ha incontrato in banchina Irina Shakarovska, ucraina di 30 anni a cui la vela ha “risparmiato” la guerra. Ecco la sua storia.
Irina il marinaio
Ho conosciuto Irina lungo un molo dell’Antigua Yacht Club mentre lavorava a bordo del Pan, il catamarano su cui tra cinque giorni prenderà il mare con il fidanzato, che è un velista italiano, per traversare l’Atlantico e portare la barca in Grecia.
La nostra intervista video
In coperta, una grande pentola in cui si sta raffreddando una crema al cioccolato con cui poi farcirà la torta che ha cotto. Vuole che la assaggi e mi da un cucchiaino: buona e dolce! Lei è una trentenne esile, instancabile nel fare e nell’organizzare: ha lunghe liste di riparazioni e pezzi da sistemare a bordo ed è un po’ ansiosa per la traversata in due che si avvicina.
Iryna è nata in Ucraina, in un piccolo villaggio che si trova vicino a Kharkiv, a 15 km dal confine con la Russia. I suoi genitori sono lì, non hanno rifugi sotterranei ma non se ne vogliono andare e non vogliono diventare russi.
Lei si è risparmiata la guerra per puro caso. Lavorava come hostess su un superyacht in Mediterraneo e – come tutti gli altri anni – dopo aver sistemato la barca alla fine della stagione, stava passando a casa dei genitori i mesi più freddi, da novembre a febbraio-marzo.
A metà febbraio del 2022, il responsabile dell’equipaggio aveva chiamato perché anticipasse la sua partenza: l’armatore voleva mettere la barca in acqua all’inizio della primavera. E così Iryna aveva lasciato Kharkiv in gran fretta, appena due giorni prima che Putin lanciasse la sua ‘operazione speciale’.
Per lei la scelta di quel lavoro era nata un po’ per caso: i genitori avevano un conoscente che viveva in quella striscia di terra che da Odessa si spinge lungo il Mar Nero, sotto e oltre la Moldavia, davanti all’isola dei Serpenti. In questa zona a sud dell’Ucraina un gran numero di persone fa i lavori del mare e ci sono molte possibilità per i giovani di trovare un buon posto sulle navi da crociera.
A Irina l’idea piace e così si trasferisce a Odessa per frequentare, finite le superiori, una scuola speciale dove si imparano i lavori del mare. Sono corsi di lunga durata dove si studiano le lingue e insegnano a superare le emergenze, come spegnere un incendio o far fronte a un danno, ad usare gli strumenti di comunicazione e ad essere professionali. Ed è a queste scuole che si rivolgono gli uomini incaricati dai comandanti di navi private e grandi motoryacht a formare l’equipaggio.
Il primo posto di lavoro è nel 2016 su uno yacht che fa base in Turchia, lo Jaaaa, motoryacht di 24 m con 3 persone d’equipaggio. Particolare è il contratto successivo: dieci mesi passati tra il 2017 e il 2018 a bordo di Al Salamah, lo yacht di 139 m su cui il Re dell’Arabia Saudita fa brevi navigazioni nel Mar Rosso partendo da Jeddah. Iryna, che è responsabile degli 8 ponti della nave, è uno 94 membri dell’equipaggio che lavorano a fianco dei 56 membri dello staff. Il personale è addetto alla gestione dei saloni, degli spazi all’aperto, delle cabine e delle cucine. A loro in navigazione si aggiungono decine di militari che girano armati.
A bordo c’è posto per 40 ospiti in 22 cabine. La navetta ha un enorme garage e ogni genere di servizi: dai 3 ospedali, ai saloni di bellezza, alle gallerie d’arte. Lo yacht, disegnato da Terence Disdale e costruito da Lurssen, realizzato inizialmente per Prince Sultan bin Abdul-Aziz Al Saud, regalato poi al Crown Prince of Bahrain, era alla fine entrato nella proprietà del King of Saudi Arabia.
L’imbarco seguente, per la stagione del 2018, è su Entre Cielos, una barca a vela d’epoca di 31m con un equipaggio di 5 persone, che fa base al Pireo. L’imbarco successivo è su Gatto, un motoryacht italiano di 32 m con 6 persone d’equipaggio, dove Iryna lavora dal 2019 al 2023. Ed è proprio durante la sosta a Horta di Gatto alle isole Azzorre che incontra il velista italiano di ritorno con la sua barca a vela dai Caraibi. Da allora, solo barche a vela e adesso una traversata dell’oceano in due sul Pan, un Marc Pinta Pastorale, catamarano di 60”.
Intanto, come vanno le regate all’Antigua Sailing Week
Due vittorie per Caccia alla Volpe
Dopo la giornata di riposo del 30 aprile, che ha visto gli equipaggi confrontarsi in spiaggia in una serie di giochi a premio, le prove sono ripartite ieri con due regate. Nessuna festa per il 1° maggio ad Antigua e condizioni meteo variabili con venti leggeri e uno scroscio di pioggia.
Nella classe Racing 1 il Volvo 70 di Roy Disney Pyewacket si è aggiudicato anche queste due ultime regate, dopo aver dominato tutte le precedenti, mentre al 2° posto si sono alternati il VOR65 Sailing Poland e il VO65 Sisi.
Nel Racing 2 ha stravinto entrambe le prove lo X Yachts XP50 DNR, seguito dallo Swan 58 WakeWolker e dal Beneteau First 47,7 Dauntless.
In Racing 3 entrambe le regate vinte dall’RP 37 Warthop mentre al 2° posto si sono alternati i due J122 inglesi: El Ocaso e Oystercatcher on Liquid.
Nella classe Racing 4, Caccia alla Volpe (barca che ha 47 anni) di Carlo Falcone ha conquistato due primi posti. A bordo, anche i due vincitori della Young America’s Cup di Barcellona Federico Colaninno e Rocco Falcone, figlio di Carlo. Al 2° posto si sono avvicendati il J105 More Zessin e il Frers 46 Quintessence. Oggi sono in programma le ultime regate di questa Antigua Sailing Week, seguite dalla grande festa che di solito accompagna la premiazione finale.
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