“Così le orche hanno attaccato la mia barca”. La testimonianza di Alessandro Tosetti
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Il navigatore italiano Alessandro Tosetti era impegnato nel “Global Solo Challenge” il giro del mondo in solitario, quando nelle acque dello Stretto di Gibilterra la sua barca “Aspra Sail” è stata assalita da un branco di orche.
Ancora una volta le orche “assassine”
È successo ancora una volta. Un branco di orche ha aggredito una barca a vela che stava navigando nelle acque dello Stretto di Gibilterra e per poco non si è rischiato un naufragio. Protagonista dell’incidente, dallo schema ormai noto, è stato il velista italiano Alessandro Tosetti che stava completando il “Global Solo Challenge”, il celebre giro del mondo in solitario ideato da Marco Nannini.
Partito da Auckland, in Nuova Zelanda, Alessandro dopo una lunga navigazione di 78 giorni, aveva da poco scapolato le isole Azzorre ed era in procinto di attraversare lo Stretto di Gibilterra. È proprio in questa zona invece che la sua corsa contro il tempo si è fermata.
All’improvviso “Aspra” è stata circondata dai cetacei
Non appena è entrato nel Golfo di Cadice, Tosetti pianificava di passare lo stretto in serata e rientrare in Mediterraneo dopo 30.000 miglia di oceani alle spalle. Aveva anche preparato la sua barca “Aspra Sail” per affrontare una tempesta prevista nei due giorni successivi nel Mare di Alboran. E invece all’improvviso è stato circondato da un branco di orche che hanno iniziato a urtare con violenza la poppa della barca.
Il racconto del navigatore è piuttosto inquietante: “Mi ero posizionato in un corridoio a Sud con poche navi per riposare un pò. Mai avrei immaginato che un gruppo di orche mi assalisse nello Stretto di Gibilterra. Animali di grossa taglia sui 5 metri che per circa mezz’ora hanno malmenato ‘Aspra Sail’, in particolare il suo timone – spiega Tosetti – Durante l’attacco ho eseguito la procedura di emergenza: ho spento il pilota automatico e il sonar, e ho chiuso anche le vele. Ma non è servito a nulla, dopo i primi colpi la parte idraulica del pilota è infatti scoppiata con tutto l’olio in sentina, i frenelli attorcigliati sul settore e mi sono ritrovato alla deriva in mezzo allo stretto con le navi in transito”.
Danni gravi al timone e l’incertezza di ripartire
A quel punto al velista italiano non è rimasto che allertare i soccorsi: “Ho chiesto soccorso all’unita ‘Search & Rescue’ di Tarifa con l’idea di farmi trainare. Mentre li aspettavo sono riuscito a liberare il timone che sembrava ruotare ancora. Al volo ho montato la barra di emergenza e con sorpresa ho visto che riuscivo a governare. In questo modo a motore ho navigato per 12 miglia fino al porto di Tarifa scortato dal rimorchiatore che nel frattempo mi aveva raggiunto. Peccato però che lì ho scoperto che la pala del timone era stata spezzata. Asse e cuscinetti sembrano salvi, spero di riuscire a tornare a casa così”.
Ecco chi sono le orche protagoniste dell’attacco
Il gruppo di mammiferi che ha assalito la barca di Alessandro Tosetti è stato riconosciuto dall’associazione scientifica “GT Atlantic Orca” che da anni lavora per la conservazione e gestione dell’orca spagnola, presente in circa 50 esemplari raggruppati in 5 famiglie che vengono costantemente monitorate. Vengono dall’Atlantico e vengono nelle acque dello Stretto di Gibilterra a cacciare il tonno rosso per tutto l’inverno fino al mese di giugno. Tra i protagonisti dell’attacco alla barca di Tosetti gli scienziati hanno individuato anche l’esemplare noto come “Gladis Albarracín”, una femmina presente fin dal giugno 2024 in questa zona e che non ha mai smesso di interagire con le barche fino ad allora”.
Al momento Alessandro Tosetti ha ormeggiato “Aspra Sail” all’interno del porto di Tarifa ed è già al lavoro per riparare la parte idraulica del timone e ricollegare il pilota automatico. Spera di ripartire al più presto e concludere la sua navigazione intorno al mondo.
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1 commento su ““Così le orche hanno attaccato la mia barca”. La testimonianza di Alessandro Tosetti”
Ormai sono una presenza costante e gli attacchi frequenti da settembre – ottobre a giugno. Il pinger anti predazione pare avere una certa efficacia: l’argomento è dibattuto, ma per la spesa irrisoria perché no. L’unica manovra evasiva che ha buon successo è il Quick stop e dare motore indietro tutta in cerchio.