Ecobonus motore barca 2025, hai tempo fino all’8 maggio. Come ottenerlo
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Come forse saprete fino all’8 maggio c’è l’opportunità di usare gli incentivi statali dedicati al diporto per rinnovare i vecchi motori termici delle nostre barche e dei rispettivi tender, per sostituirli con moderni motori elettrici. Semplificando, l’ecobonus motore.
Chi ha diritto all’ecobonus motore barca 2025
Sono oggetto del provvedimento solo quelli di propulsione, di potenza compresa fra i 0,5 e i 12 Kw di tipo fuoribordo ed entrobordo. I piccoli fuoribordo con batteria integrata potranno contare fino a €2.000 di contributi, mentre per tutti quelli con batteria esterna si può arrivare fino a €10.000. I privati potranno richiederli per un massimo di due motori, fino a un contributo complessivo di €8.000, mentre le imprese fino a €50.000 per più motori. L’agevolazione è concessa sotto forma di contributo a fondo perduto e nella misura massima del 50% delle spese ammissibili.
Come presentare la richiesta
Per richiedere l’ecobonus per un motore barca, si deve accedere allo Sportello di INVITALIA e c’è tempo fino alle 12:00 dell’8 maggio 2025. Invitalia gestisce le domande di agevolazione previste per l’acquisto di motori elettrici o la rottamazione di motori marini.
Ecobonus motore barca, perché può valerne la pena
Sia per come è stato formulato il cosiddetto “bonus elettrico”, sia per questioni meramente tecniche, gli incentivi per sostituire i motori termici, a livello diportistico, risultano molto più invitanti per il mondo della vela che non per quello a motore. Il motivo è legato alla diffusione ormai preponderante di scafi plananti nel mercato del motore, per i quali un buon rapporto peso/potenza è fondamentale. E la tecnologia delle batterie, da questo punto di vista, deve ancora fare notevoli passi in avanti, affinché sia una strada appetibile dal punto di vista economico. Per la vela è invece vero il contrario: la maggior parte delle barche, specialmente i natanti, sono scafi dislocanti che hanno bisogno di poca potenza e non patiscono troppo il peso di un pacco batterie. Senza contare i benefici a livello di spazio a bordo, data la compattezza di queste soluzioni. Quindi quale occasione migliore di rinnovare vecchie e obsolete motorizzazioni?
Ecobonus motore barca 2025, serve la DCI. Come averla
Per accedere al suddetto bonus è necessario presentare la DCI (Dichiarazione di Costruzione o Importazione) del natante al quale si vuole sostituire il vecchio motore termico con uno elettrico. La DCI è una sorta di carta d’identità della barca che ne contiene i dati essenziali stampati su un foglio di carta, richiedibile online sul portale dedicato di Confindustria Nautica.
Ma come fare per quei natanti che non hanno marchiatura CE o, addirittura, alcun tipo di documento? Situazione tutt’altro che rara quando si parla dei tender, di piccoli natanti, magari con qualche anno sulle spalle. Vuoi perché sono vecchi, figli di un’epoca in cui non tutto aveva bisogno di un certificato in triplice copia, e quindi non l’hanno mai avuto, vuoi perché è andato perduto, magari nei precedenti passaggi di proprietà. In questo caso, c’è la possibilità di presentare una autodichiarazione di mancato possesso dei documenti tecnici, e poi compilare la scheda in cui vengono richiesti i dati dell’unità. La pratica costa circa una trentina di euro.
DCI, perché è utile
Questo documento, la DCI, sta diventando sempre più richiesto, non solo per ottenere gli incentivi per i motori elettrici, ma anche per nuove immatricolazioni ai fini del rilascio della licenza di navigazione, l’iscrizione nell’Archivio telematico, il rinnovo o la convalida del certificato di sicurezza o di idoneità al noleggio, l’attestazione della proprietà e della nazionalità dei natanti per navigare in acque nazionali estere.
E molti altri impieghi che potete trovare sul portale dedicato (link: https://dci.confindustrianautica.net/).
Vista la diffusione di questo documento, forse può valer la pena richiedere l’attestazione di idoneità rilasciata da un Organismo tecnico in luogo dell’autocertificazione. Abbiamo preso come riferimento il RINA. I costi chiaramente variano in base al tipo di unità, ma ci sono stati chiesti 500 euro più tasse per l’ispezione di un 7 metri (qui il preventivo che ci è stato stilato). Ma ulteriori variazioni possono essere attribuite alla zona d’Italia in cui vi trovate rispetto ai loro ispettori, o a seconda che la barca si trovi in secca o in acqua.
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6 commenti su “Ecobonus motore barca 2025, hai tempo fino all’8 maggio. Come ottenerlo”
Ma perchè continuate a spingerci nella schiena questa vaccata dei motori elettrici ? Solo uno sprovveduto andrebbe per mare con uno di questi “ordigni” .
Come si può consigliare a chi va per mare di passare a un motore elettrico ??? Se scarichi la batteria chi ti aiuta.??
Gli incentivi sono frutto di una politica dissennata, senza i reali presupposti tecnici ed economici, ma, diceva Pulcinella, “o mare no tiene taverne” !!
Vale la pena sostituire il motorino del tender, da pochi cavalli, che totalizza sì e no 10 ore di moto per stagione, il cui impatto ecologico è zero, infilandosi in queste pastoie?
Il motore termico va benissimo ed è sicuro, quello elettrico è altrettanto affidabile? E le batterie dove e come le carico? Quando si è in mare le mode non servono a niente.
Il problema più grosso, oltre alla limitata autonomia è il rischio connesso all’uso delle batterie al litio, dato che in caso di “Termal Runeway” o di un banale danneggiamento, l’incendio che ne consegue non può essere spento in alcun modo e per non propagarsi si deve ricorrere all’immersione in acqua e al raffreddamento della stessa. Anche se le statistiche danno una percentuale minore di probabilità di incendio rispetto ai carburanti, se questo avviene in un porticciolo affollato si rischia un disastro immane!
Vedo un sacco di gente commentare, senza essere minimamente informati della tecnologia moderna.
Sempre a dar fiato alle trombe senza avere un minimo di conoscenza, i motori elettrici non valgono nulla? Motiva la tua risposta con dei dati, altrimenti il tuo commento vale meno di zero.
Un incendio a bordo, è devastante sia che provenga da un impianto elettrico, sia che arrivi da una batteria o da un serbatoio di benzina. Tutti gli incendi che vedo d’estate, anche sui social, derivano da “barche tradizionali”, quindi che si fa? Si smette di produrle?