Ogni porto italiano dovrebbe essere “sostenibile” (che non vuol dire solo “green”)
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Il Marina di Chiavari – Calata Ovest è uno dei porti che hanno aderito al progetto “Porto Sostenibile” con l’ottenimento di una certificazione che premia impatto ambientale, ma anche servizi e governance della struttura. Vediamo di cosa si tratta.
Nei sogni del velista che naviga lungo costa o parte per una crociera c’è sicuramente quello di approdare in un porto o in un marina turistico efficiente e che rispetta l’ambiente e si fa promotore della salvaguardia del Mediterraneo. Una struttura capace di offrire tutti i servizi necessari a chi viaggia per mare, dalla corrente elettrica, all’acqua dolce, dai servizi igienici al rifornimento di carburante. Ma anche che si impegna a far sì che tutto questo abbia il minore impatto ambientale possibile educando i naviganti a comportamenti ecosostenibili.
In Italia, dove si contano 537 porti turistici e approdi, per un totale di 160.000 posti barca, esistono ormai apposite certificazioni che attestano la qualità di porti e approdi, a livello di gestione e anche dal punto di vista ambientale. Uno dei porti che di recente ha ottenuto la certificazione di “Porto Sostenibile” è il Marina di Chiavari – Calata Ovest che si trova nel Golfo del Tigullio, il suggestivo tratto di costa affacciato sul Mar Ligure. È qui che peraltro si svolgerà il prossimo 3 maggio una delle tappe della mitica “Vela Cup” organizzata dal Giornale della Vela.
La qualità di un porto passa dalla sua sostenibilità
Fa ancora più piacere, dunque, che il Marina di Chiavari – Calata Ovest, che fa parte del Gruppo Marinedi, oltre a essere uno scalo di riferimento per quanti navigano in Liguria, sia anche sostenibile e “amico dell’ambiente”. “Il nostro Marina fa parte delle 17 marine italiane che per prime hanno adottato il modello “Porto Sostenibile” ottenendo, a partire dall’anno 2022, le certificazioni ISO17033 e UNI PdR 102 del “Rating ESG di Organizzazione” e del “Sustainability Report” secondo lo schema FidESG approvato da ACCREDIA – spiega Chiara Vigo, direttore della struttura – ‘Porto Sostenibile’ certifica le prestazioni di sostenibilita di un Marina misurate attraverso indicatori ambientali, sociali e di governance. Partendo dalle prestazioni esistenti, attraverso questi indici definiamo ogni anno degli obiettivi e i relativi piani di miglioramento, includendo target economico- finanziari, d’innovazione digitale, sociali, ambientali e di qualità del servizio che mirano a creare un valore aggiunto a lungo termine per i clienti, il territorio, la comunità locale, i dipendenti e gli investitori. ‘Porto sostenibile’ è un importante strumento di misurazione, analisi e pianificazione strategica della competitività del nostro Marina e siamo estremamente soddisfatti di aver intrapreso questo percorso”.
Cosa significa essere un porto sostenibile?
Quindi la sostenibilità di un porto non attiene solo all’ambiente, anche se questo è un elemento sempre più importante per i naviganti. Ma come si misura tecnicamente la sostenibilità di un porto e come si può aderire al programma di gestione “Porto Sostenibile? Ce lo racconta Fabrizio Cananzi,CEO di FidESG Srl Società Benefit “Programme Operator” dello schema FidESG.“Porto Sostenibile è il modello settoriale dedicato ai porti turistici dello schema (o programma) FidESG, nato dalla collaborazione con Assonat per rispondere alle esigenze dei Concessionari di gestire e fornire ai cosiddetti ‘stakeholder’ informazioni credibili e affidabili sul livello di esposizione ai rischi ESG – spiega Cananzi – è stato sviluppato in accordo con le principali normative comunitarie e internazionali di rendicontazione di sostenibilità ed è accessibile ai marina attraverso una piattaforma Saas (Software as a service) integrata allo Schema, che permette di misurare le performance di sostenibilità di un porto attraverso oltre 150 indicatori quantitativi, distribuiti su 5 ambiti ESG considerati strategici per la competitività del settore: Transizione Ecologica ed Energetica, Responsabilità Sociale e Sicurezza del Lavoro, Gestione Aziendale e Qualità dei Servizi, Trasformazione Digitale, Performance Economiche e Finanziarie”.
Il marina è in sintesi guidato attraverso il tool digitale in un percorso strutturato in 10 step che conduce all’emissione di due asserzioni etiche di sostenibilità. Quali sono? “L’Organization ESG Rating e il Sustainability Report contenenti le prestazioni di sostenibilità esistenti e previste dal marina – spiega ancora Cananzi – tali asserzioni vengono sottoposte alla verifica e validazione di Enti Terzi indipendenti accreditati ISO 17019 da ACCREDIA che rilasciano annualmente le “attestazioni di sostenibilità” a garanzia della veridicità, trasparenza e affidabilità dei dati ESG dichiarati dal marina e resi poi disponibili alla consultazione degli stakeholder”.
Non è un premio, ma una certificazione
In tema di riconoscimenti di sostenibilità dei porti, i velisti sentono parlare da tempo di “Bandiere Blu” o riconoscimenti similari. In cosa è diverso “Porto Sostenibile”? “Nel nostro caso stiamo parlando di uno schema basato su norme internazionali e sottoposto a controlli sistematici e rigorosi da parte di Accredia che si focalizza e riconosce la capacità dei gestori dei porti turistici di effettuare investimenti su 86 temi specifici ESG per ottenere risultati tangibili e misurabili, valutati da soggetti terzi indipendenti – afferma Cananzi – Non è un’etichetta estemporanea, ma il risultato di un impegno quotidiano che coinvolge tutto il team del porto nel miglioramento continuativo di target di sostenibilità stabiliti sia per rendere ottimali gli effetti che le attività del marina possono avere sull’ambiente circostante e sul contesto economico e sociale in cui opera, che per mitigare gli impatti che l’ambiente esterno può produrre sul marina”.
Oltre al Marina di Chavari – Calata Ovest, i porti italiani che ad oggi hanno aderito al programma di gestione e ottenuto certificazione “Porto Sostenibile” sono: Marina di Cala Galera, Yacht Broker, La Marina, Marina di Pescara, Marina di Procida, Porto di Lavagna, Marina di Teulada, Marina di Villasimius, Marina di San Rocco, Marina di Salina, Marina di Policoro, Porto di Barricata, Venezia Certosa Marina, Marina di Brindisi, Porto Turistico di Rodi Garganico e Marina di Porto San Giorgio. Speriamo se ne aggiungano tanti altri…
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2 commenti su “Ogni porto italiano dovrebbe essere “sostenibile” (che non vuol dire solo “green”)”
Molto interessante, una visione davvero “sostenibile”, complimenti.
“Sostenibile” dovrebbe indicare anche la sostenibilità economica per far si che anche la piccola nautica dovrebbe poter utilizzare i porti e le marine i cui costi di affitto annuale sono raddoppiati in pochi anni e questo fa si che la piccola nautica sta scomparendo a discapito dei ricchi e benestanti.
La vela dovrebbe poter essere per tutti cosi come avviene nelle altre nazioni europee.