TEST Grand Soleil Blue, il primo weekender (10m) di Cantiere del Pardo sembra un superyacht

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Con Grand Soleil Blue per la prima volta il cantiere di Forlì entra nel mondo dei day-cruiser, lo fa con una barca attenta alla sostenibilità, dallo stile “chic” e dagli ottimi numeri in navigazione. L’abbiamo provato per voi in anteprima sul lago di Garda!

Il design, interni ed esterni, del Grand Soleil Blue è di Nauta, l’architettura navale è di Matteo Polli

Grand Soleil Blue – La nostra prova

Una “gentleman, o gentlewoman, boat”, un mezzo per armatori evoluti. Una barca raffinata con cui godersi il piacere dell’andare a vela per un’uscita di un giorno, o nel week-end. Grand Soleil, con il suo Blue, fa il suo debutto nel segmento dei day-cruiser di lusso e lo fa in maniera tutta sua.

Prima di tutto in termini di stile: è evidente il forte forte richiamo alle “big boat” del Cantiere di Forlì, la gamma “Plus”. Tughino affilato e molto in avanti, pozzetto lungo, bordo libero basso e baglio importante. A vederlo navigare inganna l’occhio: non sembra un natante, un scafo un centimetro sotto i dieci metri di lunghezza, quanto piuttosto un dodici metri o qualcosa di più. Anche in banchina, osservandolo esattamente da prua, sembra veramente un “maxi”, ma in piccolo.

Lo specchio di poppa si può aprire e ribaltare x facilitare l’acceso all’acqua

Le sue forme, non a caso, sono state ideate da Nauta Design, che di maxi se ne intende decisamente (l’architettura nautica è opera di Matteo Polli) . Già un numero, da solo, dice molto: la larghezza massima di GS Blue è 3,70 metri: tra i 70 e i 100 centimetri in più degli altri “weekender chic” con cui dovrà vedersela sul mercato (Saffier e Tofinou su tutti).

Tutta questa superficie a disposizione libera spazio per un pozzetto sconfinato e soprattutto per un grande prendisole a poppa che è veramente una delle “briscole” più pesanti che il nuovo Grand Soleil ha da giocarsi con la concorrenza.

I pannelli solari Solbian sulla tuga offrono fino a 340 W di energia a bordo

Blue di nome, green di fatto

Nuovo nelle linee ma nuovo anche nella sostanza, nella costruzione e nella propulsione. GS Blue è infatti realizzato interamente in sandwich e sottovuoto. Inoltre, grazie alla collaborazione con NL Comp, utilizza resine termoplastiche anziché le tradizionali termoindurenti. Qual è la differenza?

Le prime, a fine vita della barca, permettono il riciclo integrale del composito che, sottoposto ad un processo termico/chimico, rende possibile separare la resina dalla fibra di vetro per poterle riciclare. In quest’ottica è progettata e costruita tutta la barca: impianti, attrezzatura e cablaggi sono già installati nell’ottica del disassemblaggio e del riciclo.

La propulsione di GS Blue è elettrica, 6 kW di potenza con trasmissione diretta Pod Drive di E-Propulsion. Il pacco batterie è da 4 kWh, tempo di ricarica in banchina circa 7 ore. La barca può anche contare anche su un pacco di pannelli solari Solbian sulla tuga, per un totale di 340 W. In questo caso la ricarica totale delle batterie avviene in circa sei/sette giorni, il che significa, nei calcoli del cantiere, ritrovarsi il “pieno” da un week-end all’altro anche senza restare allacciati alla corrente in banchina.

Infine, sempre in termini di autonomia, durante la navigazione il motore Pod Drive di E-Propulsion consente di ricaricare le batterie sfruttando l’idrogenerazione, il flusso d’acqua generato dal movimento dell’elica mentre l’imbarcazione procede a vela. Qui il sistema garantisce una ricarica minima di 250 W ad una velocità di circa 6 nodi.


 

Sono quattro le cuccette a disposizione su GS Blue. 5. Sulla sinistra trova posto un piccolo angolo cottura, a destra invece il bagno.

Interni

La barca è un vero day-cruiser, al massimo un weekender. Non è, e non vuole essere, un mezzo per trascorre lunghi periodi a bordo. La vita si svolge fuori, non dentro. Il GS Blue ha quattro cuccette, due a centro barca, ricavate dalle sedute dei divani che fronteggiano il tavolo da pranzo centrale, due nel tradizionale triangolo di prua. Qui è possibile una doppia configurazione: uno schienalino abbattibile consente infatti di trasformare il letto matrimoniale in un terzo divanetto in testa al tavolo.

Le altezze sono contenute, circa 140 cm, ma è la necessaria conseguenza di un progetto centrato da un lato sulla vivibilità esterna e dall’altro sull’equilibrio estetico. Su una barca di dieci metri per avere un bordo libero basso, presupposto indispensabile per aver un profilo elegante, bisogna per forza rinunciare a generose altezze interne. Ai piedi della scaletta, sulla sinistra una piccola cucina con fuochi a induzione, sulla destra il bagno.


 

I numeri del Grand Soleil Blue

Il GS Blue ha un armo frazionato, senza crocette, con Jib autovirante. Niente paterazzo, ma un lungo trasto di randa. A prua sul bompresso da 130 cm si può murare un gennaker da 110 mq (di bolina la superficie totale è di 64 mq). Il timone è singolo, profondo e piuttosto stretto. La chiglia è in scatolato con bulbo finale in piombo e un pescaggio notevole, 2,20 m (optional la versione da 1,80).

Il dislocamento non è particolarmente contenuto (la barca è infatti super accessoriata, compresa la coperta in Flexiteek, e la costrizione con resine termoplastiche impone un peso del 5% in più) ma il Grand Solelil Blue è, nel suo insieme, “leggerissimo”: al timone risponde con facilità; le accelerazioni in uscita dalle manovre sono brillanti, le velocità medie sorprendenti.


Grand Soleil Blue, in navigazione

È “leggero” anche perché quasi non ci si accorge di portarlo, a bordo ogni manovra è molto semplice, nonostante i numeri siano sempre alti. Di bolina “vera”, con 10/12 nodi di reale e una volta in assetto i 6,1/6,2 di passo li tenevamo senza problema; col gennaker a riva, e il vento salito a 16/17 nodi stavamo sui 10/10,2 nodi (a 145°).

E tutto accadeva con cinque persone a bordo di cui solo una si occupava realmente della conduzione della barca, il timoniere. Dalla sua postazione, grazie a quattro winch elettrici, tutto succede in punta di dita. E gli altri? “invisibili”, a chiacchierare, stesi a poppa sul prendisole, o comodamente seduti in pozzetto. Lo spazio da vivere in coperta, una volta a poppavia dell’albero, è sconfinato.

Quattro winch Harken, elettrici sulla barca della prova, gestiscono tutte le manovre.

È vero, l’abbiamo provato in condizioni ideali: alto Lago di Garda, acqua piatta e vento tra i 10 e i 17 nodi, ma veramente la piacevolezza con cui ci siamo potuti godere una bella giornata di vela a bordo del GS Blue è stata sorprendente.

A motore l’autonomia garantita è poco sopra le venti miglia navigando a 5 nodi. Sfruttando tutti i 6 kW dell’E-Propulsion si raggiungono i 6,7 nodi.


Grand Soleil Blue – Il prezzo

E il prezzo? Come è facile immaginare non bassissimo. Alta qualità delle finiture, costruzione ecosostenibile e decisamente più impegnativa della media, propulsione elettrica, alte performance: per avere un prodotto ben al di sopra della media, ci si deve aspettare un prezzo commisurato. Si parte da 229.000 Euro più Iva.

di Luca Sordelli


Grand Soleil Blue

Lunghezza fuori tutto 11,30 m
Lunghezza scafo 9,99 m
Baglio massimo 3,70 m
Pescaggio 2,20 m (1,80 optional)
Dislocamento 3.500 kg
Superficie velica bolina 64 mq
Gennaker 110 mq
Motorizzazione E-Propulsion 6.0 Evo 6KW
Capacità batterie 4 kWh
Progetto Nauta Design – Matteo Polli

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