La Coppa America perde pezzi: Ineos è in crisi e ritira la sua sfida
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La Coppa America perde pezzi. Era ormai nell’aria da alcune settimane ma adesso è ufficiale, Ineos Britannia non prenderà parte alla prossima America’s Cup. Lo ha reso noto lo stesso team con un comunicato, dove viene accusato Athena Racing, il nuovo team di Ben Ainslie, di non avere rispettato le tempistiche di un non bene precisato accordo tra le parti. Il tutto dopo che lo stesso patron Jim Ratcliffe aveva assicurato solo poche settimane fa che il team sarebbe comunque andato avanti nonostante il divorzio da Ben Ainslie.
In realtà dietro la scelta di abbandonare la Coppa America, si nasconde una riduzione globale delle sponsorizzazioni in vari settori, lo sport in particolare, del colosso dell’industria chimica.
La crisi di Ineos
Nel mese di febbraio New Zealand Rugby accusava Ineos di non avere rispettato gli accordi sulla sponsorizzazioni delle leghe e delle squadre nazionali neozelandesi. Poco prima Ratcliffe aveva dovuto tagliare pesantemente le spese del suo impegno nel Manchester United, la squadra di calcio di Premier League di cui Ineos possiede una quota importante.
E nelle stesse settimane è stato reso noto anche un taglio sostanzioso nella sponsorizzazione del team di F1 Mercedes dove Ineos era impegnata. Tutti indizi che lasciano intendere una crisi del colosso di cui Ratcliffe è proprietario, che si riflette inevitabilmente nel taglio delle sponsorizzazioni.
La storia di Ineos in Coppa America è tutt’altro che vincente: eliminata nel 2017, eliminata ancora nel 2020 da Luna Rossa in finale di Prada Cup, vince la Louis Vuitton Cup nel 2024 ma viene strapazzata da Team New Zealand in finale. L’obiettivo di riportare l’America’s Cup in Inghilterra non è mai stato a portata di mano, anzi. Il budget speso nelle 3 campagne? Difficile calcolarlo con esattezza, dato che Ineos Britannia era un team praticamente senza limite di fondi, ma approssimante potrebbe essere vicino ai 250 milioni di euro a campagna.
Un danno per la Coppa?
Con la possibilità di avere due team inglesi la Coppa America avrebbe guadagnato uno sfidante in più rispetto alla scorsa edizione. Ben Ainslie con Athena ricoprirà, salvo altre clamorose sorprese, il ruolo di Challenge of Record, ma di fatto ad oggi i team interessati alla partecipazione alla prossima edizione restano Luna Rossa, Athena per l’appunto, American Magic, con un grosso punto interrogativo riguardante il proseguo delle campagne di Alinghi Red Bull Racing e Orient Express.
L’incertezza riguardante la formula e la sede della prossima edizione, ma nel giro dei due mesi si dovrebbe sapere di più, non possono dare per certe le partecipazioni di svizzeri e francesi. Bertarelli, il patron di Alinghi, sembra volere una regola sulla nazionalità meno stringente, che gli consenta di approntare un mailing team più competitivo. Sarà accontentato? L’impressione è che, se Grant Dalton e i neozelandesi non vogliano perdere Alinghi come sfidante, dovrebbero cedere su qualche punto ed elaborare un Protocollo più elastico.
Una cosa è certa, non sono certo settimane memorabili per il Trofeo velico e sportivo più antico che ci sia. I kiwi farebbero bene a pensarci su.
Mauro Giuffrè
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1 commento su “La Coppa America perde pezzi: Ineos è in crisi e ritira la sua sfida”
La coppa è in declino da quando hanno deciso di stravolgere lo spirito della manifestazione portandola a diventare un circo riservato a pochi ed apprezzato ancora da meno persone.
Catamarani, trimarani, barche volanti….chi più ne ha più ne metta.
Sembra un videogioco ed onestamente è poco appassionante, al di la dei numeri prestazionali in termini di velocità.
Il progresso deve andare avanti per migliorare una tradizione e non per stravolgerla completamente; le gare di sci si svolgono sempre sugli sci (sciancrati, curving ecc… ma sempre due sci classici che puoi usare per farti una bella sciata), le gare di tennis si fanno sempre con delle racchette (prima legno poi carbonio poi che altro ma sempre una racchetta incordata che puoi tirare fuori per fare tre set con gli amici di sempre) le gare di ciclismo sulle bici a due ruote (carbonio, ruote lenticolari, freni a disco ma sempre una bici che puoi usare tutti i giorni) e via discorrendo.
Spese folli a parte, alla fine della manifestazione non rimane nulla sulla pelle dei tifosi.
Che senso ha fare una ma manifestazione a livello mondiale ogni 4 anni ed alla fine si presentano 4 o 5 scafi; ma anche 10 sarebbe irrilevante e poco significativo quando al mondo ci sono quasi 200 nazioni.
Bisogna fare un passo indietro per poter guardare avanti.