Addio Jean Marie Finot, se ne è andato il guru che ha rivoluzionato la vela moderna
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Si è spento a 83 anni uno dei geni dell’architettura navale, Jean Marie Finot, un pioniere nel mondo della progettazione di barche a vela nonché uno dei progettisti che più ha influenzato le carene moderne. Vulcanico, dal carattere non facile, fonda il suo studio nel 1972, poi dal 1985 si lega a quello che all’epoca era un nome emergente, Pascal Conq, dando vita a una serie di progetti leggendari firmati appunto con la mitica sigla Finot-Conq.
Jean Marie Finot, il mito tra regata e crociera
La leggenda di Jean Marie Finot nasce soprattutto con una barca, l’ Ecume de Mer, che si narra fosse stata concepita durante un periodo di apprendistato che Finot stava svolgendo presso lo studio di Philippe Harlè. La barca Finot l’aveva pensata per le piccole crociere, ma in realtà ben presto si capì quanto la carena fosse abbastanza veloce. Vince la Quarter Ton Cup nel 1970 e dal 1975 viene scelta come barca per il Tour de France a vela.
Il nome di Finot diventa quindi noto nel mondo della cantieristica e ben presto bussano alla sua porta prima il cantiere Beneteau, che gli affida le origini della fortunatissima serie First (della quale ha firmato numerosi modelli), poi anche l’italiana Comar dove Jean Marie realizzerà alcuni modelli iconici, come il Comet 800 o il 910. Prima ancora però, nel 1972, Jean Marie Finot firmava una pietra miliare per il Cantiere del Pardo, il Grand Soleil 34, una barca che segnò un’epoca e diede il via alla fortuna della casa italiana.
Con Pascal Conq inizia la fase “oceanica” di Jean Marie Finot. Prima i Mini 650, poi il fortunatissimo Figaro 1 per Beneteau che viene scelto per la Solitaire du Figaro, dalla cui carena nascerà poi anche il First 31.7. I tempi per il grande salto sono maturi, e gli anni ’90 segnano per il duo il periodo dei grandi successi oceanici in regata. Finot-Conq disegneranno numerosi Open 60, diventati poi classe Imoca, e vinceranno per 4 volte di fila il Vendée Globe, giro del mondo in solitaria senza scalo (1993, 1997, 2001 e 2005), e tre volte di fila il BOC Challenge (giro del mondo a tappe in solitaria) nel 1991, 1995 e nel 1999 con il Fila di Giovanni Soldini, progettato in collaborazione con Andrea Romanelli.
Lo studio Finot-Conq, anche in epoca recente è rimasto molto attivo, oltre che sul fronte del diporto e della crociera con la lunga unione con Beneteau, anche su quello delle regate oceaniche. La recente collaborazione con Antoine Koch ha portato alla nascita di progetti di successo come l’Arkea Paprec di Yoann Richomme, giunto secondo al Vendée Globe, e ricordiamo che Ambrogio Beccaria ha acquistato la sistership, ex Vulnerable, che diventerà Allagrande Mapei Racing. Con Jean Marie Finot se ne va uno dei progettisti navali più influenti dell’era contemporanea delle barche a vela.
Mauro Giuffrè
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6 commenti su “Addio Jean Marie Finot, se ne è andato il guru che ha rivoluzionato la vela moderna”
Dopo il figaro,il First 310 con la stessa carena poi il 31.7 per precisare
Oltre a un grande architetto navale che a fatto delle barche particolari e sarà ricordato x questo, se ne andato a miglior vita un uomo. Condoglianze all uomo che era e che è stato anche x quello che ha fatto.
Quanto studio e quante intuizioni dentro le sue creature di mare.
Un artista geniale che grazie alle sue straordinarie visioni ha consentito il nascere di navigazioni intrepide .
Super
Ebbi la fortuna di un volo accanto a lui nel periodo dei progetti per Comet; mi colpìrono la sua grande capacità di cogliere l’ essenziale e una sua osservazione sulla italica carenza di civismo.
Riposa in pace Maestro
Non hai citato il Passatore, progetto capostipite di tutte le sue creature.
Per non parlare dei Pogo!!! Un genio assoluto!