Coppa America, Team New Zealand al vetriolo contro il Governo di Wellington: Atene in pole position per la prossima edizione

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La bomba era nell’aria ormai da qualche settimana e adesso è definitivamente esplosa: la Coppa America 2027 non si disputerà ad Auckland. Un comunicato stampa al vetriolo ha ufficializzato la rottura tra Team New Zealand e il Governo di Wellington, una frattura che, stando ai toni e ai contenuti, appare totalmente insanabile.

Il comunicato di Team New Zealand

“Dopo la vittoria della 37a America’s Cup nell’ottobre dell’anno scorso, il Royal New Zealand Yacht Squadron (RNZYS) ed Emirates Team New Zealand hanno cercato di esplorare la possibilità di ospitare la 38a America’s Cup ad Auckland, con la consapevolezza che ci sarebbe voluta una combinazione di sostegno privato e aiuti dal governo locale e da quello centrale per realizzare l’obiettivo, senza per questo andare a discapito del finanziamento di altre priorità nel difficile clima economico attuale. In questo periodo, il team ha avuto l’appoggio del sostegno privato e ha lavorato con Tātaki Auckland Unlimited che ha promosso in modo proattivo la candidatura. Apprendiamo  però con delusione che MBIE (Ministery of Business, Innovation and Employment) e il Governo centrale hanno deciso di non sostenere la 38a America’s Cup ad Auckland nel 2027.
Sebbene i significativi vantaggi economici derivanti dall’ospitare l’America’s Cup e altri grandi eventi siano ampiamente dimostrati, come i 1,034 miliardi di € (1,9 miliardi di $ NZD) di vantaggi economici a Barcellona nel 2024, comprendiamo che ci sono altre priorità per il governo neozelandese in questo momento”. 

Un comunicato piuttosto freddo, la cui unica attenuante verso il Governo è quel “difficile clima economico attuale”. Realtà o guerra di nervi messa in piedi da Grant Dalton per fare pressione sul Governo centrale? La sensazione è che la rottura sia difficilmente sanabile.

Coppa America 2027, dove si farà?

Capo Sunio e il tempio di Poseidone

Partiamo dall’unica notizia certa: Team New Zealand si è impegnato a comunicare la prossima sede entro giugno 2025. Entro circa tre mesi quindi sapremo dove si disputerà la prossima America’s Cup e la candidata numero uno, stando agli ultimi rumors, sembrerebbe essere Atene. Dietro la candidatura greca ci sarebbe George Prokopiou, armatore di compagnie commerciali, appassionato velista, con interessi quindi nelle zone portuali ateniesi e che vedrebbe nella Coppa una potenziale opportunità di business oltre che il fascino dell’evento sportivo. La candidatura di Atene è molto forte da tanti punti di vista: fascino, infrastrutture, condizioni meteo, pubblico europeo entusiasta, la Coppa America in Grecia insomma avrebbe tanti lati positivi.

Difficile invece pensare a un’alternativa italiana. Napoli ci avrebbe fatto un pensiero, ma le richieste esose dei neozelandesi senza una forte spinta privata difficilmente sarebbero accontentabili in Italia e Louis Vuitton, che dovrebbe essere confermato main partner dell’evento, non è troppo favorevole a portare la Vecchia Brocca in casa Prada, particolare quest’ultimo assolutamente non trascurabile.

C’è poi un altro fattore, la gestione di Team New Zealand inizia a essere un po’ “indigesta” a diversi attori: alle potenziali città candidate (Atene a parte forse) che si trovano a dover fare fronte a richieste economiche elevatissime in un periodo in cui la congiuntura economica internazionale è poco favorevole, ma anche gli stessi team vedono una gestione dei kiwi che offre poche o nulle chance agli sfidanti di potere realmente competere contro il difensore. Il vincolo rigidissimo sulla nazionalità, alcuni software di gestione delle barche forniti dal defender che nella scorsa edizione aveva anche la possibilità di competere nei Round Robin, insomma una Coppa eccessivamente sbilanciata a loro favore. Gli AC 75 sono delle barche molto complicate, e per gli sfidanti avere anche questo tipo di svantaggi rischia di portare quasi a zero le possibilità di strappare il Trofeo ai neozelandesi.

Luna Rossa al momento, come da sua tradizione per altro, tace su tutto e resta alla finestra. Tra i potenziali sfidanti quello italiano resta quello più pericoloso, anche alla luce delle faide interne alla squadra inglese, ma anche per i lunatici potere insidiare i kiwi resta un obiettivo abbastanza lontano.

Mauro Giuffrè

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