Il Marina di Punta Ala si rifà il look. Un esempio di come si ammoderna un porto
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Uno dei primi marina turistici realizzati in Italia si rifà il look per adeguarsi ai tempi. Stiamo parlando del Marina di Punta Ala, operativo dal 1976 ma il cui progetto risale alla fine degli anni ’50, e che oggi è pronto per diventare un approdo attrezzato anche per ospitare le lunghe (e larghe) barche moderne. Per spiegare meglio l’ammodernamento che sta vivendo il porto abbiamo intervistato Giovanni Tarantino, che con la sua Race Nautica (dealer Dufour, Fountaine Pajot e Solaris) è tra i principali azionisti di Marina di Punta Ala S.p.A.
Giovanni, per parlare del marina partiamo proprio dalla sua forma societaria, per l’appunto la società per azioni.

“La società che gestisce il porto è una sorta di azionariato diffuso, perciò tutti noi soci possediamo un certo numero di azioni che ci permette di avere il posto barca nel marina. È diverso rispetto agli altri marina dove solitamente il proprietario è una società con un maggior azionista che vende con la formula del long rent i posti barca. La concessione demaniale per il Marina di Punta Ala fa capo quindi direttamente a chi è proprietario del posto barca, e non ha scopo di lucro. Perciò tutti i costi e gli introiti del porto vengono gestiti direttamente all’interno della società, senza un intermediario”.
Proprio di recente la concessione a Marina di Punta Ala S.p.A. è stata rinnovata, giusto?
“Esatto, nel 2023 la concessione demaniale è stata rinnovata per 45 anni, fino al 2078. Parte dell’accordo per il rinnovo prevede proprio i lavori di ammodernamento che stanno ora iniziando, per consentire al marina uno sviluppo adeguato ai tempi moderni”.
La riqualificazione e l’ampliamento del Marina di Punta Ala sono già cominciati, e permetteranno al porto di diventare un approdo moderno ed avanzato, senza stravolgerne l’aspetto. Innanzitutto nello scorso anno sono stati realizzati il nuovo impianto idrico e quello per i collegamenti di rete, con la predisposizione per la fibra ottica. Ora però stanno cominciando i lavori veramente “caldi”, tanto nelle strutture in mare quanto per quelle a terra.
Il progetto prevede una prosecuzione della diga foranea sopraflutto, con l’allungamento di quella attuale, e la realizzazione di una nuova diga sottoflutto. Questo progetto consentirà non solo di proteggere meglio lo specchio acqueo interno del porto, migliorando la sicurezza per tutti i diportisti, ma anche di aumentare il numero di posti barca (che attualmente sono 885).
Un altro punto fondamentale previsto dai lavori è l’adeguamento del porto alle mutate dimensioni delle imbarcazioni. Attualmente possono ormeggiare al Marina di Punta Ala le barche che hanno una lunghezza massima di 28 metri, ma alla fine dei lavori qui sorgerà un’area dedicata ai maxi yacht, in grado di ospitare imbarcazioni da 30, 40 e fino a 60 metri di lunghezza. Questo perché sul mercato – è sotto gli occhi di tutti – le nuove imbarcazioni sono sempre più lunghe, ma anche sempre più larghe, e quindi richiedono pontili adeguati per poterle ormeggiare.
Parallelamente ai pontili che permettono di ormeggiare barche di grandi dimensioni, a terra ci saranno nuove strutture per l’alaggio e il varo dei maxi yacht. Sempre a terra verrà realizzato il nuovo piazzale con giardini e aree pedonali, dove sorgerà anche un nuovo ristorante con vetrate che guardano direttamente sul mare. Non bisogna dimenticare l’aggiornamento che riguarderà l’area destinata alla cantieristica, che verrà rivista e ampliata, anche in vista della concessione al nuovo gestore. Infine verrà realizzata una nuova area, che amplierà quella attuale, dedicata all’approdo dei pescherecci per ripararsi in caso di condizioni meteo marine avverse.
L’investimento previsto per poter rendere il Marina di Punta Ala un marina “3.0” e cioè adeguato ai tempi, al mercato e alle nuove imbarcazioni, è di circa 50-60 milioni di euro. Per quanto riguarda le tempistiche, ci vorranno non meno di 2 anni per vedere la nuova faccia di uno dei maggiori punti di riferimento della nautica toscana.
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1 commento su “Il Marina di Punta Ala si rifà il look. Un esempio di come si ammoderna un porto”
Grazie Giovanni della spiegazione ! Claudio Bronzin