Piccole per diventare grandi: le derive sono fondamentali, parola di Francesca Clapcich

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Francesca Clapcich (prua) e Giulia Conti (timone) sul 49er FX, foto Taccola.
Nata a Trieste nel 1988, Francesca Clapcich ha disputato due Olimpiadi, una in Laser, e la seconda in 49er (nella foto in coppia con Giulia Conti). Proprio sul 49er è stata con Conti campionessa italiana, europea e mondiale, prima di dedicarsi alla vela offshore. Ha preso parte a due giri del mondo in equipaggio vincendone. In questo servizio ci racconta la sua visione sulle derive, spiegandoci perché sono fondamentali.

Chi si approccia al mondo della vela avrà sentito dire almeno una volta la fatidica frase “i migliori velisti sono quelli che arrivano dalle derive”. Non è una semplice leggenda di banchina, ma una verità autentica, perché è proprio così, chi cresce sulle derive quando passa alle barche più grandi ha veramente la strada spianata. Cosa danno in più le derive, da un punto di vista tecnico e fisico, che le barche cabinate non offrono? In cosa possono essere utili per formare le basi di un velista?  Il mondo delle derive offre oggi una grande varietà di modelli, dalle più semplici e adatte per la scuola, fino a quelle più evolute e magari anche volanti con i foil, una vera galassia in cui ogni genere di velista può trovare quella ideale alle sue esigenze. 

E soprattutto sfatiamo un mito: andare in deriva non è propedeutico solo per le regate e non è solo per i più giovani, ma è utile a diventare un bravo velista, su qualsiasi barca, con un bagaglio di skills che torneranno utili anche in una semplice navigazione in crociera, a patto di avere voglia di navigare sempre a vela e tenere il motore spento. 

Ne abbiamo parlato con una testimonial d’eccezione, Francesca Clapcich, due Olimpiadi in Laser e 49er, poi passata al mondo della vela offshore con due giri del mondo in equipaggio all’attivo di cui uno vinto, una delle protagoniste del nostro Processo al Vendée Globe. E, parola di Francesca, le derive possono essere utili veramente a tutti, non solo per i più giovani, ma per chiunque voglia mettersi in gioco e ha come obiettivo quello di diventare un velista completo e poliedrico.

In questo approfondimento conosceremo l’opinione di una campionessa come la Clapcich, che ci aiuterà anche a capire perché le derive possono dare qualcosa in più nel nostro bagaglio tecnico. In una seconda news che pubblicheremo prossimamente abbiamo anche selezionato sei modelli, cinque derive pure e una che possiamo considerare come una barca di passaggio tra il mondo delle derive e quello delle barche cabinate. Ma prima, come detto, parola a Francesca Clapcich.

DERIVE – L’OPINIONE DI UNA SUPER VELISTA

L’RS Feva, una deriva planante adatta anche per la scuola vela.

La porta d’ingresso per il mondo della vela e delle derive sono sempre i circoli locali, in modo anche da potere inizialmente non spendere grandi cifre puntando piuttosto su un noleggio o un corso di vela che costano molto meno che comprarne una nuova”, comincia così la nostra chiacchierata con Francesca, iniziando a sfatare un mito: per approcciare il mondo della vela e delle derive non servono per forza subito grandi spese. 

Ricordo che a Trieste c’erano i corsi per derive da bambini ma anche quelli per adulti, in Laser o in Laser 2, sono barche che possono andare bene anche per persone di mezza età che non hanno mai provato prima la vela. Chiaramente bisogna anche capire le capacità fisiche o alcune problematiche che chiunque può avere, quello è basilare per potere svolgere l’attività in sicurezza e senza rischi”, prosegue Francesca. Le derive come dicevamo non sono solo per i giovani, con la giusta guida anche persone di età più adulta possono iniziare da queste barche, gradualmente, con il modello giusto e iniziando con le adeguate condizioni meteo. Per provare quelle sensazioni che solo le derive sanno dare.

La lezione più grande che impari dalle derive è che non ti perdonano nessun errore, a differenza delle barche a chiglia che ti concede molte più cose, ma è così che si imparano velocemente le reazioni di una barca alle regolazioni o agli spostamenti di peso. Su una deriva ogni azione ha una reazione, immediata, in positivo o in negativo. Sulle barche cabinate tutto è più “ovattato”, le reazioni  della barca spesso non sono così lampanti, ma se hai imparato ad andare in barca sulle derive le saprai cogliere prima anche sulle barche grandispiega Francesca, entrando nel cuore della questione, ovvero cosa hanno di diverso le derive rispetto alle barche grandi. “Con le derive invece scuffi” prosegue, “quindi ti fa capire tutta la fisica che c’è dietro al navigare, in modo diretto. Queste sensazioni te le da solo la deriva, le conservi come bagaglio e sono fondamentali per andare in barca con la tecnica migliore”. 

Oggi sul mercato ci sono varie decine di modelli a disposizione, dai più performanti ai più semplici o adatti alla scuola vela. Da dove iniziare? Francesca pensa subito a una barca che è stata importante per la sua carriera, e che è una vera e propria pietra miliare nel mondo delle derive, nonché il modello più diffuso al mondo. Stiamo parlando ovviamente del mitico Laser, oggi conosciuto come ILCA. “Il Laser rimane una delle barche più semplici, anche da armare e mettere in acqua. Ti permette se hai qualche ora dopo una giornata di lavoro, di fare la tua uscitina e divertirti”. 

Come dicevamo però il Laser è solo uno dei tantisssimi modelli di derive che garantiscono divertimento un po’ per ogni tipo di velista. In realtà ultimamente ci sono talmente tante possibilità tra barche doppie o in equipaggio che c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Quando ero piccola io ce n’erano molto di meno rispetto ad oggi. Senza dimenticare poi anche qualche deriva più “classic”, a Trieste per esempio c’è una flotta di Snipe bellissima, una barca che è un doppio, anche un po’ esigente da un livello fisico magari, che però da grandi soddisfazioni. Poi ci sono ovviamente barche molto leggere, adatte sia per la scuola vela che per la vela adrenalinica, come gli RS che ti danno sensazioni diverse”.

Oggi però c’è il grande fenomeno del foil, che è partito proprio dal mondo delle derive in singolo per poi espandersi a macchia d’olio in tutta la galassia vela. Le derive foil sono per tutti? Forse in questo caso le cose stanno in modo diverso, perché in linea teorica tutti possono andare anche sulle derive volanti, ma il background fisico necessario è diverso.

Per quanto riguarda le derive foil il Waszp sicuramente, anche come livello di costi, può essere una buona porta d’ingresso a questo mondo. Ti da la possibilità di utilizzare anche vele diverse in base al tuo peso e al meteo, non ha derive intercambiabili come il Moth ed è in generale più semplice. Il problema delle derive foil è che richiedono una logistica più complessa come barche, per esempio sarebbe meglio che anche i più esperti uscissero in mare con il supporto di un gommone in caso di problemi. Diciamo che l’esperienza foil in deriva è già per velisti che hanno già un bagaglio tecnico e una buona condizione fisica. Diversi circoli, per esempio sul Garda o in Sardegna, si sono organizzati anche come scuola per le derive foil, quindi ci sono comunque dei canali di accesso dove potere provare queste barche”. 

E se si volesse provare l’emozione del foiling in un modo magari più semplice e diretto? “C’è il grande mondo delle tavole foil, che dal punto di vista economico sono meno costose, offrono super divertimento e si stanno sviluppando molto, penso per esempio ai Wing Foil, che sono un nuovo modo per approcciarsi alle attività veliche e puoi benissimo tenere tutta l’attrezzatura nel cofano della macchina”.

Qual è però in definitiva il miglior modo per avvicinarsi al mondo delle derive e delle barche simili, per fare in modo di avere un’esperienza positiva e che possa continuare nel tempo in modo proficuo? “Il mio consiglio è sempre quello di affidarsi a mani esperte, avere dei buoni istruttori è il modo migliore per innamorarsi delle derive, della vela, e sviluppare le proprie basi per il futuro”. Parola di Francesca Clapcich. 

A cura di Mauro Giuffrè

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1 commento su “Piccole per diventare grandi: le derive sono fondamentali, parola di Francesca Clapcich”

  1. Ottimi consigli. Peccato che però oggi si notino velisti con poca esperienza ma sopratutto nessuna sulle derive che comprano barche oltre 12mt.

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