Anno 1975. Questi sette 15enni (futuri campioni) hanno risalito il Tirreno partendo da Napoli
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Sette quindicenni della squadra agonistica del Circolo Italia, appena terminate le scuole, partono all’avventura. È la loro prima crociera senza genitori, da Napoli a Santa Margherita Ligure, 330 miglia risalendo il Tirreno. Di cognome fanno de Angelis, Signorini, Perrone Capano, Mango, Perriello Zampelli, Berardinone, Magri. Non sanno ancora che ne sarà della loro vita “da grandi” e, soprattutto, non sanno che diventeranno campioni di vela. Una storia di adolescenti alla loro prima prova di maturità nautica, il racconto di come si andava a vela 50 anni fa. Ma anche l’affermazione dell’eccellenza della scuola napoletana, dove si usciva in allenamento da ottobre a maggio sotto lo sguardo amorevole e severo dello scopritore di talenti Gennarino. Scuola di vela ma anche di vita. Era il 1975.
Il libro Rèfole, racconti da mare (Yachting Library) di Roberto Perrone Capano, da cui è tratto questo articolo, è un affresco della vela napoletana dagli anni ’70 ad oggi. Come scrive l’autore: “…è una raccolta di racconti di mare che ha come attori i miei compagni d’avventura e le rèfole, ovvero i soffi di vento quando spira con intensità variabile”. Un volume imperdibile per gli amanti della vela. Si può richiedere alla mail: yachtinglibrary@itheritage.net
Una crociera mitica
Luglio 1975, 15 anni massimo d’età per sette ragazzi della scuola vela agonistica del Circolo Italia. Il dottor Mario Perlingieri, consocio amico, gentiluomo e mecenate sportivo e culturale, decide di vendere il suo Swan 41, progetto Sparkman & Stephens e costruzione finlandese d’autore del cantiere Nautor Swan, un po’ le Rolls Royce a vela di fine millennio scorso. La sua barca, Rocambole, di quasi 13 metri, andava trasferita via mare a Santa Margherita Ligure, base Nautor del Tirreno, dove una signora dai modi vellutati, Ivana, gestiva con maestria i desiderata degli armatori dell’esclusivo club “Nautor’s Swan”.
Gennarino, capitano del Circolo Italia, raduna sette sbarbatelli volontari delle sue derive sociali, classe EJ, che hanno da poco terminato le scuole: Francesco de Angelis, Bernardo Magri, Alberto Signorini, Sebastiano Perniello Zampelli, Stefano Mango, Andrea Berardinone, Roberto Perrone Capano. Capitano Claudio Bettini, 25enne, uomo del Magia II di Paolo Signorini. Entusiasmo alle stelle, era per tutti la prima crociera in barca a vela, a bordo di uno Swan: occasione imperdibile! L’appuntamento fu fissato per un pomeriggio d’inizio luglio, in banchina del Circolo Italia, con Claudio, il capitano prescelto.
Cambusa fatta in casa
Ognuno di noi portava in dote da casa qualcosa per la tavola: frittate rustiche, pasta al forno, polpettone. Tutte preparazioni delle mamme di Napoli, indimenticabili sia le loro figure che quei piatti, cocktails di arte e amore.
Da casa mia, arriva in dote un caciocavallo podolico di Corato (Ba), piccante e buono, ovviamente dal profumo “marcato”. Dopo il primo assaggio il sindacato di bordo, composto da Stefano, Andrea e Alberto, tra scherzi e lazzi lo issa in testa d’albero. Si volevano giustamente evitare sentori decisi sotto coperta. L’alternativa sarebbe stata sacrilega: cibo per i pesci! Il provolone prese subito un posto importante nella storia della crociera, e poi dello spogliatoio sociale. Torniamo in banchina.
Claudio Bettini non si vede, i cellulari non esistevano, il telefono del Club non squillava: che sarà successo? Iniziano a serpeggiare preoccupazione e ansia: non avranno cancellato la nostra crociera: Il Circolo è deserto, siamo un po’ padroni di tutti gli spazi all’aperto: poco personale, nessun Socio al vertice a sorvegliarci, quindi baldoria entusiasta per tutti. Il sole tramonta, ma tornare alle proprie case è un’ipotesi non presa nemmeno in lontanissima considerazione. Ci si accampa a bordo, assegnandoci da soli le cuccette senza proteste. Nessuno di noi ha mai navigato e dormito a bordo di una barca così bella: timone a ruota rivestito di pelle di daino grigia, teak in coperta, attrezzatura Lewmar, strumentazione B&G e un grande SSB, quasi un armadietto verde carrozza accanto al tavolo da carteggio La parola d’ordine è quella di non toccar nulla, finché non fosse arrivato Claudio; sostenuta da un sintetico “chi rompe paga”.
Il circolo accanto, lo Yacht Club Canottieri Savoia, dopo il bombardamento del 23 agosto ’43 che aveva distrutto l’area di Santa Lucia, conserva una terrazza al livello banchina, lunga più di 20 metri, larga quasi 10, pavimentata in lucido marmo. Detto fatto, quella sera la terrazza fu liberata in un baleno da sedie e tavoli. Divenne il nostro campo di pallone, presto illuminato da stelle e luna, con i sette ragazzi incuranti delle vetrate che delimitano il lato nord del neonato campo sportivo in riva al mare. Unico ostacolo, il sostegno in filo di ferro per le tende da sole, a quell’ora in posizione di riposo, che impedivano cross e palle alte. L’eccitazione costante, unita al timore per la perdurante assenza del nostro Capitan Bettini, ci impedì di dormire, fu notte bianca per tutti. A Claudio avranno fischiato le orecchie per giorni. Niente musica, solo grida e scherzi, con felicità infinita e un mini incidente: Stefano subisce uno sgambetto involontario, il suo mento finisce sul marmo bianco e si spacca sanguinando. Partita sospesa! La paura di tornare a casa e di subire un divieto di partenza suggerì a Stefano di non rientrare a rapporto dai genitori, e quel taglio privo di punti di sutura, rimarginó lentamente, ancora oggi marca il suo sottomento.
Dopo l’alba, arrivò l’orario d’inizio lavoro per i marinai e il personale dei Circoli di Santa Lucia. Confidavamo che quel gesto avrebbe sciolto i nostri timori, che sarebbe arrivata l’attesa telefonata. Arrivò anche Gennarino, il nostro oracolo, al quale Bettini aveva comunicato un ritardo di circa 20 ore: la crociera era salva, la nostra felicità intatta.
Prima tappa: Ischia
Nel primo pomeriggio si salpa: spiaggia dei Maronti d’Ischia, dopo solo 18 miglia di navigazione, e prima sosta balneare da favola. La fantasia e le illusioni dei sette adolescenti consistevano nel proposito d’imbarcare qualche turista tedesca, magari un filo disinibita, in quanto Ischia all’epoca era gremita da turisti stranieri dediti alle cure termali. Risultato scontato, ovvero un grande buco nell’acqua di quella baia a ponente dell’isola d’Ischia, oggi poco accessibile per le boe che la proteggono. L’energia dei 7 ragazzi partorì allora un’altra idea balzana. Poiché il vento da SW entra in quella baia da S-SE, anche se al largo soffia ponente, e a Ventotene (ovest pieno) era prevista una sosta tecnica per la facilità di rifornirsi di carburante, si decise di alzare lo Spi salpando la pesante ancora a mano, che andava poi calata a prua tramite il boccaporto della coperta. Gli Swan, barche nordiche, non erano infatti dotati del gavone per l’ancora. Il nostro bordo in andatura portante duró pochissimi minuti, il tempo necessario per uscire dalla baia e far capire alle immaginarie ragazze tedesche quale occasione avessero perso. Poi solo bolina, contro vento.
Ventotene e il “suo pusher”
A Ventotene, circa 20 miglia più a ovest, durante il rifornimento di nafta e viveri, ci si avvicina Carmine, il Caronte del porto, probabilmente piccolo pusher dell’isola. Con la sagoma di un bronzo di Riace, un solo remo per muovere il suo battellino di pochi metri, gremito di mercanzie e alimenti, scrutava quell’improbabile equipaggio, e sussurrò: coca cola, bibite, torte fatti in casa, hashish, marijuana, cose ghiotte?! E Sebasthoeni, soprannome di Sebastiano, da prua mentre assicurava alle bitte l’ormeggio: «Grazie, con il ghiaccio siamo ok». Fragore generale di risate ai danni dell’incolpevole “Seba”.
La terza tappa alla Gorgona
Terza tappa il Marina di Cala Galera. Poi ponente sostenuto con mare mosso fra Argentario e Elba, con terzaroli intorno al boma rotante e cinture di sicurezza: un pò per gioco, un po’ per tener tranquillo Claudio Bettini. A seguire sulle banchine di un deserto Porto Azzurro, per pizza al forno elettrico serale sul molo, e altri buchi nell’acqua, nel senso di conquiste femminili. Poi in rada alla Gorgona, lato sud, per un tuffo nell’isola che ospita un penitenziario di massima sicurezza, molto poco accessibile, all’insegna del detto: radio accesa, e se non ci allontanano … possiamo ancorare!
L’arrivo a Santa Margherita Ligure
Una prima splendida crociera, un ricordo perenne immortalato dalla Polaroid di Sebasthoeni. Non so che ricordi avrà Claudio Bettini, ma lo interpelleremo presto, lui sempre molto autonomo e difficilmente reperibile. L’atterraggio nel porto ligure avvenne in piena notte, con barca a motore spento e ferma in calma di vento per capire quale fosse il faro del porto di Santa Margherita fra una miriade di luci, con il libro marrone dei fari e fanali consultato da Claudio come se fosse il Vangelo. L’elettronica non esisteva, era perfettamente normale non sapere dove si stesse, dove atterrare sulla costa. Furono di Gennarino la regia e la benedizione del programma, che oggi apparirebbe audace o anche folle, ma che all’epoca era normalissima scuola di marineria.
Merito ai nostri 14 genitori, per aver autorizzato la crociera più emozionante della vita: 15 anni non ritornano, e l’allegra compagnia sciolse tanti piccoli timori ai sette adolescenti, sbarbatelli, alla prima vera prova di maturità, soltanto nautica.
W Rocambole, culla di un branco di marinai che hanno mantenuto moltissime promesse, in senso sportivo e professionale.
Chi sono i protagonisti di questa avventura
1. FRANCESCO DE ANGELIS (Napoli, 1960) Il primo skipper non anglosassone ad andare in finale di Coppa America, con Luna Rossa nel 2000. Uno dei velisti italiani più titolati della storia: sei mondiali, era su Brava primo alla One Ton Cup 1989 e nel 1995 quando l’Italia vinse il mondiale a squadre di barche d’altura, l’Admiral’s Cup.
2. ROBERTO PERRONE CAPANO (Napoli, 1959) Comincia a vincere in 429 nel 1976 e non si è più fermato. Nel suo infinito curriculum da dilettante spiccano le vittorie negli anni ’80 con il J24 e nei primi anni del 2000 con l’X 41, entrambi “Le Coa Hardi”. Medaglia d’oro al valore atletico nel 1987. Va ancora sulla deriva Flying Dutchman.
3. ALBERTO SIGNORINI (Napoli, 1961) Uno del fenomeni dilettanti italiani. Ha vinto campionati mondiali nei 420, Farr 40,X35 e con la squadra italiana alla Sardinia Cup. Grande rivale di de Angelis al mondiale a Cabri dei J 24 nel mondiale 1987. Medaglia d’oro al valore atletico. Ancora oggi regata con i “barconi” alla Swan Cup, Giraglia ecc.
4. BERNARDO MAGRI (Napoli, 1960) Fa parte della “cucciolata” di talenti in erba che si cimenta con i Flying Junior del Circolo Italia nel 1975. Poi Laser, Soling, J24. Ma anche tantissima vela d’altura con Fantasqua, Magia II, Sole di Giada ecc. Oggi è armatore di barche con cui va in crociera.
5. ANDREA BERARDINONE (Napoli, 1960- 1984) Nel 1976 fa coppia con Stefano Mango sul 420 come prodiere partecipando al Campionato italiano 420. Poi si dedica alla sua altra passione oltre alla vela, la pesca subacquea, arrivando secondo all’italiano nel 1982. Scompare nel 1984 durante una fatale immersione in apnea a Salina.
6. STEFANO MANGO (Napoli, 1959) Disegna barche: una vita in regata, in crociera, in trasferimento nei mari di tutto il mondo. A partire dal 1975 con il 420, poi in equipaggio sull’X41 Le Coq Hardi plurivincente nel 2011/2018. Progettista, costruttore, armatore di Alisea, open 40 piedi vincitore della Giraglia x 2 e Roma x 2 nel 2007/2008.
7. SEBASTIANO PERRIELLO ZAMPELLI (Napoli, 1960) Inizia nel 1975 come prodiere di Alberto Signorini prima con il Flying Junior e poi con il 470 dove sono il più forte equipaggio napoletano. Poi sul Soling dal ’79 all’81. Si ferma per studio per risalire in barca nel 1987 al mondiale J24 e prosegue su barche d’altura. Oggi naviga sul 60 piedi Aleph.
Condividi:
Sei già abbonato?
Catamarani fuori dal coro per il 2025: guarda questi modelli
Catamarani 2025: quattro multiscafi per crociere da sogno
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
World Wide Charter apre una nuova base a Portorosa: le Eolie a portata di vela da Pasqua!
World Wide Charter ha annunciato l’apertura della sua nuova base charter a Portorosa, sulla costa settentrionale della Sicilia. L’operatore, già attivo nel settore del noleggio di imbarcazioni con le basi di Marina d’Arechi (Salerno) e Portisco (Olbia) ha lanciato la nuova
Abolite le limitazioni per i charter nell’AMP di Punta Campanella
Le limitazioni imposte recentemente alle società di noleggio per navigare nell’Area marina protetta di Punta Campanella, lo splendido promontorio che si insinua tra i golfi di Napoli e Salerno, sono illegittime. Così ha deciso il Tar della Campania con una
L’onda gigante che trasformò per sempre il Mediterraneo
Un recente studio scientifico rivela come circa 5,33 milioni di anni fa il Mediterraneo sia stato colpito da uno tsunami di proporzioni colossali che riempì il bacino in un appena un paio di anni. Immaginate un evento così catastrofico da
Testato sul campo. Come la vela aiuta a far crescere un’azienda
Che la vela faccia bene, senza farmaci e terapeuti per migliorare la salute psico/fisica, è un dato di fatto. E non ve lo diciamo solo noi del Giornale della Vela, ma anche autorevoli ricerche. Meno scontato dimostrare che la “pratica
12 commenti su “Anno 1975. Questi sette 15enni (futuri campioni) hanno risalito il Tirreno partendo da Napoli”
Lo swan 41 è un progetto di Sparkman & Stephens e non di Ron Holland…
Pardon, io ero sicuro che fosse un Holland, come anche che fosse un 41? Verificherò comunque grazie mille!
Matteo temo che tu abbia ragione, e che io confonda con il 39 (Bruda II) . Modello con la poppa a spigolo nella sua parte bassa. Amen, grazie per la dritta!
Tanti fraterni amici che ho il piacere di rivedere spesso e uno che non posso più incontrare, ma che è rimasto scolpito nel mio cuore.
Bravo Roberto, splendido ricordo, meraviglioso racconto di una vita da ricordare sempre, con infinita tenerezza.
Grazie Carlo, siamo stati una generazione fortunata: niente guerre (per ora), boomer (come dicono i ns figli); educazione più libere e responsabilizzanti per noi adolescenti, fiducia con bastone e carota: se ti fai male le prendi pure da me! Cose impensabili oggi, a 18 anni con auto e carrello in giro per l’Europa, la vs Interrail etc etc! See
you !
Grazie Luca e Gdv, che nostalgia. Purtroppo sembra a noi tutti l’altro ieri, ma sono volati come Rèfole a tondo oltre 50 anni, dei quali moltissimi trascorsi sul mare , che riempie ancora le ns vite e polmoni di aria pura e sana . A presto per un cin cin insieme a voi e anche Fabio (ndr:Ratti)? Roberto
Bellissimo pezzo!
Grazie Giuseppe! Passa alla STV di Trieste il 14.3 alle 19 e ti divertirai con presentazione triestina, culla di grandissimi derivisti. VEdevo le loro prue solo in partenza, classe FJ periodo 1975/76!
onoratissimo di aver conosciuto apprezzato e regatato con alcuni di loro. Persone speciali come Sebastiano non s’incontrano tutti i giorni . Bellissimo articolo che mi ha davvero commosso !
Grazie Stefano, mio padre diceva “non ti fare agnello che il lupo prende coraggio”. E Il tuo cognome mi ha fatto tornare in mente questa battuta , mi scuserai se scherzo senza conoscerti?
Ero al CRVI qualche anno dopo… al remo, insieme col fratello di Francesco De Angelis, Bruno Scuotto ed altri amici, mentre Andrea divideva i fondali napoletani con mio fratello… intanto sono passati 50 anni, mitici Gennarino e Sauro burberi custodi del capannone delle barche… Che tempi
Bello ricordare le cose belle, la vita di Santa Lucia, incrocio di ceti sociali, umori, personaggi sempre diversi, legge e fuori legge!