Il progetto del nuovo Porto di Torre del Greco è fermo. Perché?
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Un’area del porto degradata, vecchi cantieri fatiscenti, un litorale abbandonato a sé stesso. È questa la realtà del porto di Torre del Greco (Campania) per la cui riqualificazione è già pronto un progetto all’avanguardia. Ma che di fatto stenta a partire.
In un Paese come l’Italia fondato sul mare, al centro del Mediterraneo e circondato da oltre 8.000 chilometri di costa, i porti turistici rappresentano uno snodo cruciale e strategico non solo per la diffusione del turismo nautico, ma soprattutto per il rilancio dell’economia e la promozione del nostro territorio.
Eppure, nonostante l’aumento progressivo del numero dei posti barca e la realizzazione di strutture efficienti e all’avanguardia, come per esempio Capo d’Orlando Marina, Marina d’Arechi, Cala dei Sardi, Marina Cala de’ Medici solo per citarne alcune, rimangono una serie di criticità che frenano il settore: strutture vecchie e in stato di abbandono, concessioni scadute e connessioni ferroviarie e stradali inefficaci. A ciò si aggiungono lungaggini burocratiche e sovrapposizione di competenze tra enti di controllo. Per non parlare degli interessi personali, le attività speculative e gli abusivismi edilizi lungo costa.
Porti e marina turistici: animali complessi e multiformi
A farne le spese sono soprattutto i diportisti, e non solo italiani, che invece di essere in qualche modo incoraggiati nella loro passione per l’andar per mare, vengono di fatto ostacolati da una rete di porti piena di buchi e incertezze. Fanno fatica a trovare posti barca, prezzi equi e personale competente. Così in molti fuggono all’estero, oppure rinunciano del tutto a navigare.
Purtroppo è la struttura stessa di un porto a essere complessa. Un animale multiforme, grande e ingombrante che nasconde al suo interno aspetti tecnici, logistici, demaniali, archeologici, paesaggistici, amministrativi e, non ultimo, politici. La gestione di un porto mette insieme tante voci, tante competenze, tanti interessi e spesso trovare la quadra è un’impresa titanica. Anche perché tra tutte queste teste in gioco si parla poco e male. Ognuno viaggia da solo e non si fa un vero ed efficace lavoro di squadra.
Il caso di Torre del Greco, un progetto fermo al palo
È il caso per esempio del Porto di Torre del Greco, in Campania, dove da anni si parla di un progetto di riqualificazione. Anzi, non solo se ne parla, un progetto a dire il vero c’è, è nuovo, è all’avanguardia e piace a tutti, ai diportisti, ai cittadini e alle istituzioni. Eppure tra studi tecnici, burocrazia, ripensamenti e tira e molla vari tra Comune e Regione, rimane lì su un tavolo a fare la muffa. Ne parliamo con Giuseppe Fortuna, originario di Torre del Greco, ma che da oltre 15 anni risiede all’estero, in Spagna. Giuseppe è un appassionato velista, un armatore e soprattutto un Ingegnere che con il porto della sua città ha da sempre un rapporto speciale, sia come velista che come professionista. E’ lui che ci ha segnalato questa situazione di “stallo”.
- Perché sarebbe utile riqualificare il Porto di Torre del Greco?
“Del rifacimento di questo porto sento parlare da oltre vent’anni, sia da parte dei cittadini, sia da chi sul mare ci lavora e anche da parte delle istituzioni che via via si sono succedute nelle varie amministrazioni. Aggiornare questa struttura, riqualificarla e ampliarla con nuovi posti barca e servizi risponde a un esigenza non solo della nostra città, ma di un bacino di potenziali utenti molto più grande. Parliamo infatti di un approdo assolutamente strategico per il turismo nautico del centro Italia. Siamo esattamente a 15 miglia da Capri e altrettante da Ischia e Procida, proprio nel centro del Golfo di Napoli. I marina turistici operativi in questa zona sono quelli di Salerno, Procida e Napoli, oggettivamente piuttosto lontani da Torre del Greco”.
- Oltre ai diportisti chi usa attualmente il porto?
“Torre del Greco è una città marinara che da sempre è popolata anche dai pescatori. Qui c’è ancora un’importante flotta di pescherecci che nonostante le difficoltà degli ultimi anni in qualche modo resiste alla crisi del settore e lavora in tutte le stagioni. Inoltre c’è un a realtà cantieristica, con diversi operatori che hanno la propria sede proprio all’interno del porto. La struttura si trova peraltro nel cuore del centro cittadino”.
- Come si presenta ad oggi il porto della città?
In generale la zona portuale si presenta abbastanza degradata. Il bacino è protetto da un molo di Ponente sul quale insistono poco meno di 10 pontili, ognuno dato in concessione e gestito in maniera indipendente da altrettanti operatori. Tra l’altro, la maggior parte di queste concessioni sono in via di scadenza o addirittura già scadute. Sul lato opposto del bacino ci sono invece la sede del Circolo Nautico di Torre del Greco e il molo dei pescatori. E infine c’è un tratto di litorale, chiamato la ‘Spiaggia del Fronte’, che in teoria sarebbe molto suggestivo, ma che ora è occupato dai capannoni dei cantieri, alcuni in attivita’ principalmente di rimessaggio, altri ormai chiusi, abbandonati e fatiscenti. I posti barca attualmente sono pochi e limitati: già ormeggiare una barca di 12-14 metri diventa difficile. Peccato, perché i fondali del porto garantiscono 8-9 metri di pescaggio”.
- Cosa prevede nello specifico il progetto del nuovo porto?
“L’idea principale è quella innanzitutto di riqualificare tutta la zona del porto. In particolare l’area dei cantieri. Qui si vorrebbe creare una grande ‘piazza sul mare’, con ristoranti, negozi, giardini, parcheggi e spazi vivibili da tutti i cittadini. Quindi raddoppiare gli spazi tecnici e operativi della struttura per aumentare sia il numero dei posti barca che di servizi nautici. Nel progetto figura anche la costruzione di un auditorium da destinare a eventi, concerti e spettacoli. E poi ancora si vogliono inserire delle nuove aree operative”.
- Quali sarebbero i nuovi spazi da utilizzare?
“La nuova area da riqualificare sarebbe quella più a Sud, attualmente occupata da un muraglione costruito negli Anni 70 per proteggere l’adiacente ferrovia Borbonica che un tempo arrivava fino a Portici e poi è stata prolungata. La ferrovia in pratica taglia in due Torre del Greco, privandola del suo naturale contatto con il mare. Oggi tutta la zona è molto degradata. Ci sono dei sottopassi della ferrovia che accedono al mare, ma sono sporchi e abbandonati. La spiaggia con gli anni è stata progressivamente erosa dal mare e ad oggi non è balneabile. Il progetto in quest’area prevede di costruire un nuovo braccio del porto per guadagnare terra dal mare, procedere quindi a un interramento e trasferirci le sedi dei cantieri navali ancora operativi”.
- A che stadio è il progetto del nuovo porto?
“Il progetto, che peraltro è molto all’avanguardia e sostenibile a livello ambientale, ha tutte le caratteristiche per ottenere i fondi europei del PNRR ed è stato promosso dal Comune di Torre del Greco già dal 2021. È frutto di anni di lavoro e io stesso seppure in maniera indiretta ho avuto modo di partecipare alla sua ottimizzazione. Addirittura il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, lo ha sostenuto pubblicamente. Il progetto, preceduto da una serie di studi ambientali ed archeologici, di fatto è stato già approvato dalla Giunta Comunale e nell’ultima versione inviato ufficialmente alla Regione nell’ottobre 2024. L’ente regionale tuttavia ha una gestione centrale di tutti i progetti sul territorio campano. E nonostante i molteplici tentativi, la riqualificazione del porto rimane ancora in coda con i cittadini di Torre del Greco che rischiano così di perdere una grande opportunità. Manca lo studio definitivo del progetto e l’istituzione della gara per l’appalto. Oltre che i ritardi gestionali, a mio avviso il vero problema è la comunicazione tra gli enti”.
- Cittadini e diportisti cosa dicono di questi ritardi e disagi?
“Ma sai, qui siamo tutti un po’ figli della cultura napoletana votata, come è noto, alla rassegnazione e alla filosofia “adda passà a nuttata…”. Peccato però perché la stessa città di Napoli negli ultimi anni ha conosciuto una riqualificazione enorme, è diventata oggettivamente molto più bella e attrae se possibile ancora più turisti del passato. Per cui oggi i cittadini campani sono ancora più consapevoli che è possibile lavorare bene e riqualificare il nostro territorio, in mare come lungo la costa. Dovrebbero essere le istituzioni ad attivarsi per tempo e segnare la nuova rotta”.
Tanti casi isolati in Italia, ma con problemi comuni
Quella di Porto di Torre del Greco è solo una delle tante situazioni critiche che si registrano oggi in Italia. Altri approdi e marina turistici, affetti da criticità, disagi e progetti di ristrutturazioni mancate sono quelli di Civitavecchia, Formia, Anzio, ma anche Otranto, Marsala, Talamone, solo per fare alcuni esempi. Ognuno ha la sua storia, problemi e gestioni specifiche. E troppo spesso gli enti governativi rimangono inermi.
Ed è proprio questa la difficoltà. Manca una visione strategica coordinata e un lavoro integrato a livello amministrativo che unisca innovazione, sostenibilità e formazione su tutto il territorio italiano. Solo così sarà possibile garantire ai porti italiani il ruolo di scali strategici per il turismo nautico e l’economia nazionale. E ai velisti del Mediterraneo, italiani e stranieri, l’accoglienza nautica che meritano.
D.I.
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