12 ore di macchina da Milano a Les Sables per rendere omaggio a Giancarlo Pedote

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Giancarlo Pedote dopo l’arrivo del suo secondo Vendée Globe

Il Vendée Globe è la più dura ed estrema regata che ci sia, in solitaria, intorno al mondo. Una sfida estrema, per super velisti, ma anche un’avventura umana fatta di passione, dedizione totale e insegnamenti che restano per una vita intera. E gli skipper che partecipano al Vendée Globe sono una fonte d’ispirazione per chi li segue da terra, per chi sogna attraverso le loro imprese, per chi ascolta le loro parole per trarne spunto anche per le proprie sfide e le avventure personali, siano esse in Oceano o sulla terraferma. La storia che vi raccontiamo è quella di due appassionati, lettori del Giornale della Vela, e grandi tifosi di Giancarlo Pedote, Stefano ed Alessandro, che hanno deciso di partire in macchina e raggiungere Les Sables d’Olonne per l’arrivo dell’italiano con la sua Prysmian.

Aspettando Giancarlo Pedote – Il racconto di Stefano ed Alessandro

Lunedì 3 febbraio ore 14:22. WhatsApp: bip bip!

Stefano: “Ale, arriva Pedote.” Io: “Andiamo aux Sables d’Olonne?”

Stefano: “In macchina è un viaggio da 11h26min.” Io: “Giancarlo è a 175 miglia dall’arrivo, dal sito

vedo che sta andando a 9 nodi. Tra 19h è arrivato.”. Stefano: “Ci sono, partiamo!”

Sono le 20:30 quando salgo in macchina di fianco a Stefano destinazione Les Sables d’Olonne, un paese che affaccia sull’oceano a nord del golfo di Biscaglia in Francia. È il tempio della vela d’altura, da lì si parte per andare in barca per gli oceani. Distanza da Milano 1.200km. Inizia così un viaggio di 12 ore completamente improvvisato. Un viaggio tenuto insieme dal desiderio di vedere quell’impresa che avevamo seguito per mesi con il cellulare in mano. Non ci bastavano 85 giorni di Reel su Instagram volevamo andare a conoscere di persona una storia incredibile. In questa partenza l’appoggio delle nostre mogli gioca un ruolo determinate “ma quando vi ricapita? Andateci!” ci hanno risposto. In macchina avevamo poco, quasi niente. Uno spazzolino, un cappellino, un pc. Sia mai, qualche improvvisa urgenza lavorativa..

Giancarlo Pedote è uno skipper. Rappresenta l’eccellenza della vela d’altura italiana. È l’unico skipper a rappresentare il nostro paese in questa sfida. Il Vendee Globe è una regata in solitario, una circumnavigazione del globo senza soste e assistenza. Servono 4 anni di rinunce e tenacia per prepararsi. Ma per una sfida così non sei mai pronto. Devi lavorare senza sosta senza perdere di vista, le relazioni, la famiglia, lo sponsor, la forma fisica, la barca, la preparazione psicologica, tutto.

È un’impresa impossibile. Giancarlo, non ci aspettava. Non sapeva nemmeno della nostra esistenza, del nostro programma. Appena partiti gli scrissi un messaggio su Instagram: “Grande Gianca, siamo partiti da Milano per venirti a conoscere, speriamo di poterti incontrare!” Lo dico a Stefano che sorrise, era buio, Giancarlo era a largo della linea di arrivo nel golfo di Guascogna. Praticamente impossibile sperare che potesse leggere quel messaggio. Guidiamo tutta la notte alternandoci, arriva l’alba il nostro viaggio procede. Giancarlo gira l’ultimo video prima dell’arrivo. Nel video lo sentiamo dire: “C’è addirittura gente che è venuta per me da lontano”. Emozionatissimi scoppiamo a ridere, non ci crediamo. Parla di noi, ha letto il messaggio! Alle 9.00 di mattina, arriviamo a destinazione. La strada per il porto piena di teli con le fotografie degli skipper che partecipano a questa regata. Ci facciamo una foto insieme alla sua fotografia.

Forse sarà l’unica che ci porteremo a casa. Arrivati in porto lo vediamo arrivare, è in piedi a prua della sua barca, le scritte degli sponsor sulla fiancata della barca sono erose dalle onde. Saluta il fiume di gente che era lì ad accogliere i 4 skipper arrivati quella mattina. Tra musica, fuochi d’artificio troviamo il fiato per urlargli “Grande Giancarlo, siamo qui, siamo quelli partiti da Milano”. Le nostre urla si dissolvono nel rumore della folla.

Insieme a Giancarlo quella mattina arriva Le Cam, una leggenda degli oceani. Ha 65 anni ed è alla sua sesta edizione. Incredibile. Ci sono anche Isabelle Joschke, si si proprio una donna, e Conrad Colman. Il livello di questi marinai è altissimo. Si apre la porta di un tendone, ci infiliamo dentro siamo schiacciati come sardine. C’è la conferenza stampa di quelli arrivati quella mattina. La distanza percorsa dagli skipper è talmente grande che gli skipper arrivano a distanza di giorni uno dall’altro. Il percorso è lungo circa 25.000 miglia nautiche (46.000 km) Giancarlo sarà l’ultimo a parlare. Incontriamo anche Jakidale, Youtuber con più di 2Mln di iscritti. E’ qui anche lui affascinato dall’avventura di Giancarlo pronto a fare un video per raccontare la sua impresa.

Stefano ed Alessandro con Giancarlo Pedote

Tra poco parla Giancarlo ci infiliamo dentro un corridoio, eccolo, è lui. Gli urliamo “Giancarlo!!! Che bello incontrarti”. Lui ci sorride, il nostro sogno è realtà. Scattiamo insieme a lui una tonnellata di foto, noi con un sorriso idiota e distrutti dal viaggio di 12 h in macchina lui in formissima dopo 85gg da solo in mare tra tempeste, iceberg e passaggi all’equatore nelle zone di convergenza dove il vento non c’è.

Non ci sembra vero che dopo tutto questo possa trovare voglia e tempo per stare con noi. Giancarlo manifesta la sua delusione, non è contento della posizione di arrivo. È alla sua seconda partecipazione, la prima volta finisce ottavo, è un risultato incredibile, questa volta ventiduesimo. Gli è successo di tutto. È uno sportivo, per lui il risultato è essenziale.

Ci allontaniamo in imbarazzo per avergli fatto perdere del tempo. Facciamo un giro in banchina e mentre ci avviciniamo alla sua barca sentiamo un ragazzo che arriva correndo e ci urla “chi è che è venuto da Milano?”. Non ci crediamo, gli sorridiamo e rispondiamo a voce bassa “eccoci, siamo noi”. Ci dice che Giancarlo è dispiaciuto di non poter dedicarci del tempo. È venuto per farci visitare la barca. A nessuno del pubblico è concesso, ci sembra un sogno.

La barca è incredibile, presenta evidenti segni delle battaglie combattute in mare tra onde, temporali, tempeste. Sembra di visitare una mostra fatta di oggetti e strumenti per combattere le condizioni estreme che ti aspettano nell’oceano atlantico, nel pacifico, nel gelido indiano. Giancarlo ha coordinato tutto. Per svolgere quell’impresa non devi essere solo uno skipper ma una figura poliedrica. Devi gestire tutti gli aspetti di una gara molto complessa, le relazioni con gli sponsor, il coordinamento del team, l’equilibrio con la vita privata.

I team che sono arrivati per primi dispongono di molte risorse, staff molto numerosi e barca più recenti della sua. Queste dinamiche le scopri solo se vai li, i social non te le raccontano! Scesi dalla barca incontriamo Stefania, sua moglie, è rimasta con i figli sul molo. Anche loro sono degli eroi per aver supportato e sopportato una sfida di tale portata. Come dice Giancarlo: il Vendée Globe è un progetto famigliare, senza l’appoggio della famiglia non ce la fai.Giancarlo ha raccontato ogni giorno a migliaia di persone che lo seguono quello che ha vissuto, umilmente. I canali social sono stati il megafono di questa avventura.

I suoi video non sono un diario di bordo ma lezioni di filosofia, rappresentazioni sincere in cui racconti gli ostacoli che attraversi negli oceani quando sei da solo, le soluzioni che adotti, lo spirito che devi mantenere. Devi sempre guardare lontano oltre i singoli imprevisti senza essere demoralizzato. Pare l’unica strada per arrivare alla meta. Questa edizione per lui è stata molto dura, ha collezionato una fitta serie di imprevisti. La strategia, il routage (la scelta delle rotte), le rotture e tanto altro diventano ingredienti di un viaggio che ti mette a dura prova. Giancarlo è tornato a casa con un’avaria al timone!

Nel suo racconto scopri come le singole avventure sono capitoli di un libro, passaggi che portano al traguardo. Il mare è una splendida metafora e questo è un racconto straordinario. È il racconto degli skipper più preparati al mondo, di un grande uomo. Se vai da Giancarlo resti impressionato dall sua mole fisica, il suo sguardo sincero, i sui capelli dritti e una dose incredibile di umiltà.

Il Vendee Globe, non è solo l’Everest dei mari, è una solenne lezione di vita. È una storia che assume una valenza universale. Ci racconta come la ricerca della propria meta è accompagnata da momenti difficili da superate con autenticità e genuina umanità. Non sono lezioni che trovi ovunque. Questo racconto può ispirare lettori di ogni provenienza, di ogni estrazione. L’opera di Giancarlo non viene raccontata abbastanza, è difficile trovarla nei giornali. Tutto questo merita sicuramente di più. Il suo esempio rappresenta una storia di eccellenza sportiva e di resilienza personale. Ripartiamo per Milano con la consapevolezza che ogni traguardo richiede una preparazione speciale. Tenacia e determinazione diventano ingredienti essenziali per tenere insieme tutto questo.

Giancarlo, hai vinto tu!

Buon vento,

Alessandro Di Lelio

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

9 commenti su “12 ore di macchina da Milano a Les Sables per rendere omaggio a Giancarlo Pedote”

  1. Grazie davvero, prepariamoci quindi per la partenza dell’11ma vendee globe e questa volta ci andremo in massa..buon vento a tutti e applausi per il nostro Giancarlone

  2. Bravi, avete fatto bene ad andare, e anche a raccontarcelo! Ogni lasciata è persa! Grazie per la visione la condivisione.
    Luisa

    1. Zicchino Domenico

      Complimenti per l’ iniziativa.
      Sono appassionato di vela e con mia moglie volevamo andare a trovarlo.
      Non siamo più giovanissimi ma sempre sensibili a nuove emozioni.

  3. Luisella Valeri

    Grazie per essere andati. Qualcuno dall’Italia ha avuto, Giancarlo, a riempirgli il cuore di calore, stima, entusiasmo, riconoscenza e gratitudine. Sicuramente nella sua attuale delusione di sportivo questo vostro viaggio l’ha reso umanamente felice. La presenza conta molto più delle parole di incoraggiamento e stima che in molti gli abbiamo scritto dalle nostre calde e confortevoli case. Grazie ragazzi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Torna in alto