Paterazzo, a cosa serve e perché è importante che sia regolabile
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La forma delle vele si modifica con la tensione delle drizze, il punto di scotta, i carrelli, e poi c’è il caro vecchio paterazzo, una manovra che ancora oggi, nonostante su alcuni cruiser sia fisso o sparisca del tutto, è ancora fondamentale per un controllo corretto del grasso delle vele.
Paterazzo, come si è evoluto
Un tempo era solo uno strallo di poppa fisso, poi si è “evoluto” in manovra con i primi sistemi di regolazione della tensione che vennero poi ben sviluppati durante gli anni 70′-80′ del secolo scorso. Oggi il paterazzo a volte torna a essere fisso, non regolabile, su alcuni modelli di barche a vela per la crociera pura, come quelli per il charter, ma non ha smesso di evolversi nella sua versione da “manovra”, con l’introduzione di un materiale come il tessile che ne ha di molto migliorato le prestazioni.
Fino a circa 20 anni fa il materiale più diffuso per il paterazzo infatti era l’acciaio, oggi i materiali tessili hanno quasi totalmente sostituito la vecchia soluzione offrendo performance medesime o superiori in fatto di tenacia dei cavi, insieme a un notevole risparmio di peso.
Paterazzo, a cosa serve
La funzione principale della regolazione del paterazzo è quella di modificare la forma delle vele, sia fiocco/genoa che randa, smagrendole o aumentandone la profondità. Quando cazziamo il paterazzo, la testa dell’albero va indietro, tesando così lo strallo di prua, soprattutto negli armi in testa d’albero, mentre la zona mediana si flette andando in avanti. La curvatura dell’albero fa si che il grasso della randa e del fiocco si spostino verso prua riducendosi, “mangiati” dalla preflessione dell’albero e dalla riduzione della catenaria. Le vele sono più magre, e i due effetti combinati fanno si che la barca sbandi di meno e sia meno orziera.
Al contrario quando lo laschiamo diamo potenza alle vele: lo strallo di prua aumenta la su catenaria e il fiocco ha una forma più profonda, l’albero si raddrizza e il grasso della randa aumenta spostandosi verso poppa. In condizioni di vento molto leggero di bolina, 4-5 nodi, il paterazzo deve essere solo appuntato (in caso di albero con crocette in linea) o addirittura, negli armi con crocette acquartierate, praticamente in bando.
In poppa, se l’albero ha le crocette in linea, il paterazzo andrà tenuto sempre con un minimo di tensione, e totalmente cazzato con vento forte. Negli armi con crocetta angolate le sartie sorreggono già una buona parte del carico dell’albero e si può osare una regolazione diversa, lascandolo del tutto con poco vento e tenendolo a tensione moderata con vento teso.
Mauro Giuffrè
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1 commento su “Paterazzo, a cosa serve e perché è importante che sia regolabile”
Scusate ma il grasso funziona al contrario di come descritto, patterazzo cazzato vele smagrite e quindi il grasso o svergolamento verso poppa, patterazzo lascato grasso verso prua e vele ovviamente ingrassate….