Strambare il gennaker con vento leggero, “late main”: quando la randa arriva in ritardo

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In un’era in cui, anche nel mondo delle regate d’altura a compenso, gli spinnaker simmetrici e i tangoni stanno gradualmente scomparendo in favore di bompressi e asimmetrici, sapere manovrare con buona tecnica il gennaker sarà utile anche per partecipare alle regate, per esempio di un campionato invernale. La strambata dell’asimmetrico con vento medio leggero in particolare, è una manovra che se eseguita correttamente può portare grandi vantaggi. Spesso si tende ad attenzionare maggiormente la strambata con vento forte perché più “rischiosa” e fisica da eseguire, ma anche strambare con meno vento richiede una tecnica accurata per guadagnare metri alle andature portanti.

“Late main”, la strambata in ritardo

La tecnica più efficace per strambare con il gennaker correttamente in vento medio-leggero, è la cosiddetta “late main”, ovvero il cambio di mure della randa ritardato rispetto a quello del gennaker, che funziona in particolare modo su barche dislocanti o che comunque non hanno grande facilità a planare e che quindi hanno bisogno di riportate il più velocemente possibile il gennaker in pressione per non perdere drasticamente velocità. Una manovra in cui la coordinazione tra timone e tailer del gennaker, oltre che il randista, sarà cruciale per la riuscita della stessa.

La strambata inizia con il timoniere che parte con una poggiata lenta e il tailer che lasca la scotta del gennaker. Il timoniere si fermerà per un attimo in fil di ruota o poco oltre consentendo al gennaker di iniziare a gonfiarsi sulle nuove mura prima che venga strambata anche la randa. In questo modo l’asimmetrico si gonfia prima di ricevere il disturbo della randa, e la barca resta per un secondo quasi a farfalla con la randa sulle vecchie mura e il gennaker sulle nuove.

Il gennaker è già passato sulle nuove mura, la randa no, il timoniere ha fermato la rotazione della barca favorendo il ritardo del passaggio della randa. Una manovra che con la giusta intensità di vento, sotto i 15 nodi, si può eseguire anche in equipaggio ridotto su barche da crociera. Foto UK Sailmakers YouTube

A questo punto il randista, che sotto i 10 nodi può provare a tenere fisicamente il boma bloccato per impedirne il passaggio (se la barca non è troppo grande), o verrà aiutato da un membro dell’equipaggio che afferra il boma dal vang, favorirà la strambata della vela e il timoniere contemporaneamente orzerà sulle nuove mura. Il randista nel momento in cui il boma sta passando, recupererà qualche bracciata di scotta sia per favorirne il passaggio sia per evitare che la randa vada a battuta contro le crocette sulle nuove mura e in “zona teste” dell’equipaggio. Per rendere la manovra ancora più sicura il randista può “chiamare” il passaggio della vela per allertare l’equipaggio. L’orzata finale del timoniere è importante anche per ripartire subito in accelerazione con le vele gonfie. Se resta troppo poggiato il gennaker farà fatica a tornare correttamente in pressione e la manovra verrà vanificata.

Il tailer sulla nuova scotta, dovrà recuperarla velocemente durante la rotazione della vela (coadiuvata dagli uomini a prua in caso di conduzione in equipaggio). Chi eventualmente sta aiutando il passaggio del gennaker, tirando la scotta insieme al tailer, e si trova in piedi sul bordo, dovrà prestare particolare attenzione al passaggio della randa che avverrà molto velocemente e con un’ampia estensione di scotta. Una volta che il gennaker è gonfio e la barca ha completato la strambata, se la rotta d’uscita è stata corretta, il timoniere poggerà leggermente e il tailer lascherà di conseguenza la vela per aumentare la velocità.

Mauro Giuffrè

 

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