Chiamatelo Re Carlo: leggendario Dalin, vince in 64 giorni e 19 ore il Vendée Globe
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Ci ha pensato per 4 anni probabilmente Charlie Dalin a quel podio del Vendée Globe 2020, a quell’arrivo dove non bastò essere primo sul traguardo per essere eletto vincitore, titolo che un calcolo beffardo della Giuria gli tolse. Questa volta però l’unico tempo che va tenuto in mente sono i 64 giorni 19 ore 22 minuti 49 secondi con cui Charlie Dalin ha sgretolato ogni record, circumnavigando il mondo a vela, in solitaria e senza scalo, come mai nessuno era riuscito a fare prima. Ha percorso 27.667 miglia effettive, alla media di 17.79 nodi.
Non chiamatelo più eterno secondo, perché Charlie Dalin con il suo Imoca Macif da oggi è il Re, Re Carlo, e come il leggendario Carlo Martello ha rivendicato il suo diritto al trono. Autore di una regata perfetta, trascorsa per la maggior parte del tempo in testa, disinnescando anche un rivale quanto mai preparato e ostico come Yoann Richomme, che chiuderà al secondo posto, anche lui sotto il record di Armel Le Cleac’h. Semplicemente però, Dalin è stato più bravo: più bravo nello scegliere il progetto vincente, più bravo nella strategia e in particolare nella famigerata depressione delle Isole Kerguelen, quando ha deciso di rischiare lanciandosi davanti a un sistema meteo mostruoso e dimostrando che oggi gli Imoca foiler possono tenere oltre 20 nodi di media davanti a una perturbazione con 50 nodi di vento.
Yoann Richomme forse l’ha perso in quell’occasione quel Vendée Globe, perché nonostante poi abbia recuperato e sia passato in testa a Capo Horn, si sospettava che l’esiguo vantaggio che aveva su Dalin nella risalita dell’Atlantico sarebbe evaporato. Nel vento medio infatti Macif si è rivelata semplicemente la barca di gran lunga più veloce della flotta, e parte della vittoria, oltre che con la mossa delle Kerguelen, Dalin l’ha costruita nella discesa e risalita dell’Atlantico.
Chi è Charlie Dalin
Nato il 10 maggio del 1984 a Le Havre, inizia ad andare in Optimist a 6 anni, nonostante la vela non faccia parte della sua famiglia. Scopre tardi le regate, solo intorno ai 15 anni, quando inizia a partecipare alle prime in 420. Poco prima dei 20 anni inizia ad appassionarsi anche alla vela d’altura, che in Francia è una religione, e il primo passo naturale è quello di iniziare a navigare con i Mini 650 dove inizia a raccogliere le prime vittorie. Si impone due volte nella Transgascogne, prima in doppio e poi in solitaria, poi finisce secondo la Mini Transat del 2008. Il suo talento gli vale l’ingresso nel pôle Finistère Course au Large de Port-la-Forêt, dove sono cresciuti tutti i più grandi come Michel Desjoyeaux.
Nel frattempo trova il tempo per fare qualcosa di fondamentale per la sua carriera, diventare architetto navale con una laurea alla Solent University di Southampton. Un punto cruciale della sua carriera di velista, perché gli consentirà di apportare la sua visione sui futuri Imoca 60 con i quali navigherà. Muove i suoi primi passi come architetto navale lavorando come designer nei team Ericsson Racing e Oman Air
Da quel momento in poi i podi si susseguono, con il passaggio alla classe Figaro, ottiene due secondi posti e tre terzi alla Solitarie. Con questi podi nasce un po’ la leggenda del Dalin eterno secondo, nomea che si porterà dietro anche nella classe Imoca nonostante il suo talento fosse assolutamente indiscusso. Il passaggio nella classe Imoca inizia nel 2015 sotto il mentore Yann Elies, nel 2018 Apriva scommette su di lui e gli regala una barca nuova, con la quale sarà primo sul traguardo del Vendée Globe 2020, vittoria che la Giuria da però a Yannick Bestaven alla luce degli abbuoni di tempo calcolati per il salvataggio di Kevin Escoffier.
Da li inizia la rincorsa a questo Vendée Globe, con Macif che lo aveva già supportato sui Figaro, supportato da Mer Concept, la scuderia di François Gabart, per chiudere il cerchio della storia, per scrollarsi di dosso la nomea di eterno secondo. Lo ha fatto alla grande, esagerando, dominando, facendo sembrare il mondo piccolo. Complimenti Re Carlo.
Il Giornale della Vela celebrerà l’arrivo del vincitore con un doppio appuntamento de Il Processo al Vendèe Globe in diretta sul canale YouTube de Il Giornale della Vela. Oggi, tra le 11,30 e le 12, Mauro Giuffrè e Luca Sordelli faranno un live flash con le primissime immagini dell’arrivo di Charlie Dalin e i primi commenti a caldo. Poi domani, alle ore 18,30 andremo in diretta con il gran finale: una live speciale dove tireremo le somme di questi due mesi di regata, della vittoria di Dalin e dello stato dell’arte della vela oceanica. Ci passeranno a trovare tantissimi ospiti, praticamente tutti quelli che ci hanno accompagnato in questi due mesi di trasmissioni a tema Oceano. Non mancate!
Mauro Giuffrè
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4 commenti su “Chiamatelo Re Carlo: leggendario Dalin, vince in 64 giorni e 19 ore il Vendée Globe”
Mi domando solo quale senso abbia? Fare il giro del mondo su di una barca a vela che in pratica va da sola quasi come un drone e lo skipper diventare un passeggero
Caro signor Maurizio penso che la sua valutazione sia proporzionata alle poche miglia navigate in mare , se mai le abbia fatte !
Non la prenda personalmente ma ricordi un vecchio detto :
Chi in mare naviga chi a terra giudica !!!
Coraggio Si fa sempre in tempo a cambiare opinione …buon vento !!
Perché “calcolo beffardo” della giuria, per aver premiato Bestaven e non Dalin?
Ma ci siete con la testa?
Il primo deviò dalla sua rotta per salvare un collega in difficoltà..
E quindi?……
Buongiorno Franco,
Non ci fraintenda non contestiamo le regole ne la decisione, beffardo nel senso che Dalin fu in testa nello scorso Vendée praticamente per tutta la regata, nonostante importanti avarie alla barca, fu il primo sul traguardo e toccò la vittoria con mano ma senza poterla festeggiare. Beffardo anche nel senso che il calcolo dell’abbuono di Bestaven, che deviò la rotta ma senza poi intervenire (il salvataggio fu di Le Cam), era molto complesso da fare e difficile da determinare con precisione. Non lo contestiamo, ma a nostro avviso fu un po’ una beffa per Dalin.
Saluti