Guida illustrata alla navigazione invernale – Parte 2

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Nella prima puntata di questa guida illustrata alla navigazione invernale abbiamo visto alcune tecniche, situazioni e consigli per affrontare le sfide stagionali. Proseguiamo quindi con la seconda – e ultima – parte della guida illustrata (con metodi testati sulla sua pelle) dalla nostra reporter Erika Baffico.

Ripassa & Ancora

 

Quando si getta l’ancora in rada e si prevede qualche capriccio di vento, meglio fare un ripassino sull’ancoraggio. Prima di rilassarsi, assicurati che la barca abbia abbastanza spazio per una rotazione completa di 360° rispetto all’ancora senza andarsi a scontrare né con gli scogli né con la costa. Ricorda: il vento cambia spesso, quindi per evitare spiacevoli sorprese meglio fare un controllo in più e poi godersi la rada senza preoccupazioni!

Occhio alle secche

 

La natura è un grande alleato quando sappiamo interpretare i suoi messaggi. Le turbolenze in superficie, infatti, possono essere preziosi indicatori di scogli sommersi e secche. Occhi aperti, perché questi segnalini naturali ti avvisano di tenerti a distanza dai punti più pericolosi, anche se non sono stati mai messi in evidenza con segnali cardinali.

Ochette

 

Le ochette – ovvero le tipiche creste frastagliate che si formano sull’acqua col vento – iniziano a comparire in mare già a partire dai 15 nodi, un segnale certo del vento che inizia a farsi sentire. Nei laghi, però, le ochette compaiono con venti più forti, dato che, in assenza di sale, l’acqua è meno viscosa. Insomma, in mare o in lago, le ochette sono un promemoria che indica: “È ora di indossare il cappello, il vento è arrivato”.

Fila la cima

 

Per filare le cime in sicurezza, impugnale con le mani chiuse a pugno e con i pollici rivolti verso l’interno e vicini tra loro. Sì, sembra un dettaglio da poco, ma una presa sbagliata può costare dita e pollici indolenziti… o peggio.
E poi, ammettiamolo, tenere le mani così ci fa sentire tutti un po’ più professionisti.

Non farti male

Quando è il momento di rilasciare tensione dalla cima in pozzetto, ricorda di afferrare il winch con le mani sulle spire, tenendo il pollice verso l’alto. È come un piccolo “ok” alla navigazione sicura, e riduce il rischio di scottature sulle mani. Facile, no? Anche se ci vuole un po’ di pratica per farlo sembrare naturale…

Questa è la seconda parte della guida Velisti d’inverno. Trovate qui la prima parte.


Chi è l’autrice di questa guida

Erika Baffico è un’appassionata velista di base a Milano. Combina la sua passione per il mare con il lavoro, progettando innovativi sistemi luminosi che ricreano negli interni il mutevole colore del cielo, a lungo osservato e ammirato dalla barca (www.fulcrodesign.com).

Ha iniziato a navigare grazie a un corso coi Les Glenans nella loro baia quasi piratesca, nei pressi di Bonifacio, un luogo raggiungibile solo via mare o a piedi. Da quel momento le vele l’hanno inseguita anche a terra, e ha progettato collezioni di borse e zaini per BolinaSail. Ogni volta che esce in mare ha il suo inseparabile blocco da disegno su cui illustra i suoi diari di bordo. Per Il Giornale della Vela ha realizzato anche questo reportage illustrato sulla navigazione in Bretagna, e non vede l’ora di disegnarne altri. Seguitela su Instagram https://www.instagram.com/fulcro.design/!

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