Come il Vendée Globe migliora anche le barche a vela per tutti

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A bordo dell’imola 60 Prysmian di Giancarlo Pedote.

Il mondo delle regate oceaniche e quello della crociera sono due mondi che da tempo comunicano in modo proficuo. Possiamo quasi dire che una regata come il Vendée Globe ha ispirato, e continua a farlo, tante migliorie anche per le barche da diporto.

Rispetto alla Coppa America possiamo dire senza dubbio che la vela oceanica e il Vendée Globe sono più vicini al mondo della vela “per tutti”. Un esempio storico sono gli avvolgitori o i frullini, che sono stati introdotti e sperimentati con successo sulle barche oceaniche prima di diventare di uso comune.

Dedicheremo una serie di approfondimenti al tema, in questo primo affronteremo un aspetto legato ai materiali, e in particolare all’utilizzo del Dyneema, una fibra “nobile” che può essere impiegata con successo dalle barche più estreme da Oceano fino a quelle da diporto. Ecco alcuni esempi.

I materiali per le cime

Cime in Dyneema. Foto Gottifredi Maffioli

Il Vendée Globe, con le sollecitazioni che gli Imoca 60 foiler impongono al rig e alle scotte e ad ogni componente di coperta della barca, sono un banco di prova perfetto per i costruttori. Riuscire a realizzare cime e cavi che reggono l’urto delle velocità di queste barche significa avere prodotti che, in proporzione, possono essere applicati in modo estremamente sicuro al mondo delle barche da crociera sportiva o da crociera.

Un materiale come il dyneema nei suoi derivati dell’industria nautica,  che viene utilizzato per realizzare stralli e altri componenti portanti del rig degli Imoca 60, oltre che per le scotte e le drizze, passa un banco di prova estremamente severo in Oceano.

Come ce lo ha raccontato anche Luigi Maffioli nell’ultima puntata de Il Processo al Vendée Globe, dove ha mostrato la lavorazione di un cavo in dyneema e di uno strallo realizzato per il triturano Ultim Gitana, RIGUARDA QUI LA PUNTATA DE IL PROCESSO AL VENDEE.  

Il Dyneema è una fibra di polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMwPE) molto forte che offre leggerezza e resistenza 15 volte superiore a quella dell’acciaio. Viene prodotta dalla DSM, azienda specializzata in questa particolare fibra che viene poi utilizzata dalla aziende produttrici  di cime e cavi nautici.

La ricerca che le aziende del settore fanno in questo mondo d’avanguardia oceanica, ricade a cascata sui prodotti che possono essere utilizzati anche sulle barche “normali”.

I prodotti in Dyneema in uso sulle barche da diporto si differenziano ovviamente per la quantità di fibra “nobile” presente all’interno della cima rispetto a una che viene utilizzata per esempio su un’Imoca 60, ma ne condividono il materiale di base e la tecnica di costruzione, quindi l’affidabilità. E l’affidabilità anche per una barca da crociera che ha ambizione di fare magari navigazioni lunghe è una condizione fondamentale.

Per questo motivo possiamo quindi scegliere un paterazzo in tessile per la nostra barca, sicuri di avere un prodotto che ne alleggerisce la struttura garantendone la sicurezza. E perché no, anche uno strallo di prua in tessile, se la nostra barca ha anche ambizioni sportive e ricerchiamo un cavo a bassissimo allungamento.

Gli accessori di coperta, dal Vendée Globe alle barche normali

Un esempio dell’utilizzo del dyneema come supporto degli hardware di coperta.

Un altro concetto che ormai viene sempre più trasferito dal mondo degli open oceanici a quello delle barche da regata comuni o da crociera sportiva, riguarda ancora i materiali.

Un tempo le pulegge lavoravano solo sui grilli, i golfari venivano necessariamente realizzati in acciaio, adesso si è sviluppato il concetto dei “soft links”. Ritorna ancora una volta utile il dyneema, che viene impiegato per realizzare i supporti alle pulegge, agli anelli deviatori delle scotte, o utilizzato per realizzare dei simil golfari in tessile dove murare le vele.

Su barche come gli Imoca 60 possiamo dire che i grilli in acciaio sono pressoché spariti, e i soft links la fanno da padrone. Una tecnologia che è disponibile, ovviamente con diametri, carichi di lavoro e composizione interna commisurati, anche per le barche comuni su cui navighiamo noi normali appassionati.

Si tratta di accessori leggermente più costosi rispetto ai classici connettori in acciaio, ma offrono grande affidabilità, leggerezza, per chi cerca delle soluzioni per la coperta evolute.

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Segui il Vendèe Globe con il Giornale della Vela! Nella sezione “Il Giornale del Vendèe Globe” trovi tutte le news aggiornate sulla regata, mentre sul nostro canale Youtube, ogni mercoledì alle 18.30, va in scena live “Il Processo al Vendèe Globe” (in collaborazione con Raymarine, Antal e Gottifredi&Maffioli) dove i nostri esperti, assieme a un parterre de roi di grandi ospiti della vela, commentano la grande avventura del giro del mondo in solitario.

Mauro Giuffrè

 

 

 

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