Le superbarche da battere all’Admiral’s Cup 2025 (e quale sarà il team italiano)

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C’era una volta una regata leggendaria: l’Admiral’s Cup. Dal 1957 al 2003 è stata il Campionato del Mondo ufficioso della vela d’altura, attirando le migliori barche e i più grandi velisti di ogni nazione.

Dopo oltre due decenni di assenza, questa storica competizione tornerà nel 2025, celebrando il centenario del Royal Ocean Racing Club (RORC), organizzatore dell’evento. Mancano meno di otto mesi alla partenza ma i primi equipaggi si stanno già preparando alla sfida. Anche se le regate non inizieranno prima del 19 luglio, alcuni equipaggi si troveranno nel Solent, mitico canale che separa l’isola di Cowes dalla Gran Bretagna, già nell’aprile del 2025. Una vera competizione mondiale che ad oggi vede già 19 iscritti provenienti da 11 nazioni.

Admiral’s Cup: la rinascita di un’icona della vela

L’Admiral’s Cup, che in passato si disputava ogni due anni, ha sempre rappresentato un misto di tradizione e innovazione. Le squadre, composte da due barche, si sfideranno in un formato che unisce regate costiere e d’altura, culminando con la celebre Rolex Fastnet Race.

Non ci saranno limitazioni riguardo ai professionisti a bordo, ma, rispettando l’impegno del RORC verso l’inclusività, verrà rivisto il limite dei membri dell’equipaggio IRC permettendo, a quelle imbarcazioni che avranno a bordo una donna o due ragazzi under 25, o una combinazione di entrambi, di aggiungere un membro all’equipaggio.

L'Admiral's Cup © Matthew Dickens
L’Admiral’s Cup © Matthew Dickens

Tra gli yacht club già confermati spiccano nomi come il Royal New Zealand Yacht Squadron (difensore della America’s Cup), il New York Yacht Club, lo Yacht Club de France e ovviamente il Royal Ocean Racing Club.

I primi iscritti

Le barche che parteciperanno alla prossima edizione rappresentano l’élite della vela d’altura. Tra i primissimi iscritti ci sono imbarcazioni come Caro, il Botin 52 dello svizzero Max Klink, vincitore assoluto della Rolex Fastnet Race 2023, e il GP42 Callisto di James Murray (precedentemente noto come Dark ‘N’ Stormy), in rappresentanza del Royal New Zealand Yacht Squadron.

Caro, il Botin 52 dello svizzero Max Klink
Caro, il Botin 52 dello svizzero Max Klink

A fare da padroni di casa, i due team RORC Red e RORC White. RORC Red sarà composto da In Noir, il Carkeek 45 di James Neville, e Garm, il JPK 1180 di Per Roman. Un duo che avrà probabilmente uno dei rating IRC più bassi in entrambe le classi IRC della Admiral’s Cup, un vantaggio non da poco in alcune condizioni meteo. RORC White, invece sarà composto da Final Final, il PAC52 di Jon Desmond (campione della RORC Transatlantic Race come Warrior Won), e Amp-Lifi, il Carkeek 42 di Chris Frost (campione FAST40+ come Girls on Film).

Per lo Yacht Club de France ci saranno Teasing Machine, il NM54 di Eric de Turckheim, la barca “mattatrice” delle lunghe, e Albator, il NM43 di Philippe Frantz. Teasing Machine ha vinto due volte la RORC Transatlantic Race in classifica generale IRC, oltre alla Rolex Middle Sea Race.

Teasing Machine, il NM54 di Eric de Turckheim
Teasing Machine, il NM54 di Eric de Turckheim

Anche gli americani non scherzano Black Pearl, un Botin 56 con skipper Stefan Jentzsch, e Abracadabra, il Ker 43 guidato dal duo padre-figlio Donald Thinschmidt Jr e Sr, avranno degli equipaggi che includono un mix di velisti esperti in regate oceaniche, America’s Cup e competizioni olimpiche. Il project manager e navigatore di Black Pearl è Marc Lagesse, già vincitore della Rolex Middle Sea Race 2023 con Bullit, la barca di Andrea Recordati, nuovo commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda.

Infine a correre per i tedeschi del Bayerischer Yacht Club, ci saranno Red Bandit, il TP52 di Carl-Peter Forster, già vincitore della Rolex Middle Sea Race 2024 nella classifica generale IRC, e Ginkgo, l’Humphreys 39 di Dirk Clasen.

Red Bandit, il TP52 di Carl-Peter Forster
Red Bandit, il TP52 di Carl-Peter Forster

Quale sarà la squadra italiana?

L’Italia, già vincitrice nel 1995 con una squadra leggendaria formata da Tommaso Chieffi, al timone del Mumm 36 Mumm a Mia!, Francesco De Angelis, al timone dell’ILC 40 Brava Q8, e Flavio Favini, al timone dell’ILC 46 Capricorno, torna nel 2025 con due barche ultracompetitive di Giovanni Lombardi Stronati, socio dello Yacht Club Costa Smeralda.

Una foto di Brava Q8 all'Admiral's Cup del 1995
Una foto di Brava Q8 all’Admiral’s Cup del 1995

Il team sarà composto da Django JPK, un JPK 11.80 – cruiser-racer francese pensato per le regate offshore e la crociera molto sportiva (modello già vincitore del Fastnet e della Middle Sea Race). Voci di banchina ci confermano che molto probabilmente la seconda barca del team italiano sarà il nuovissimo Wally Rocket, di cui ancora non è stato ufficializzato il nome.

Se confermato, il suo debutto alla Admiral’s Cup promette scintille. Leggermente più corto di un TP52 e con uno scafo ultraleggero, WallyRocket mira a diventare la barca più veloce al mondo in tempo compensato. Dietro a questo progetto c’è la firma di un’eccellenza come lo studio Botin Partners, mentre a fare da consulenza ci sono velisti di altissimo livello come Vasco Vascotto e Guillermo Parada.

Vascotto per l’appunto è il team manager di Django, e saranno proprio le acque leggendarie attorno all’isola di Cowes che, nel 2025, faranno da teatro perfetto per il nuovo “razzo” di Luca Bassani.

Giacomo Barbaro

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