Quando il carrello non c’è: ecco come regolare la randa anche senza
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Le barche da crociera moderne sempre più spesso eliminano dalla coperta il carrello della randa. Il motivo di questa scelta è duplice: non avere un ingombro in coperta e semplificare la regolazione della vela con una manovra in meno da curare.
In termini di efficienza della vela occorre sottolineare che con il punto fisso si perde molto. Il carrello infatti ci consente di “cambiare” marcia alla vela e quindi alla barca, aumentando l’angolo di incidenza quando lo portiamo sopravvento, incrementando così i cavalli, e diminuendoli quando scarrelliamo sottovento con aria fresca. Tutto ciò con il punto fisso non è fattibile.
Punto fisso della randa – Come migliorare la regolazione
Come possiamo ovviare a questa mancanza? Di fatto non c’è una soluzione sostitutiva, a meno che non vogliamo aggiungere degli ingombranti paranchi, sopravvento e sottovento al boma, per cercare di cambiare l’angolo di incidenza della vela con risultati spesso modesti, ma a questo punto sarebbe stato meglio acquistare direttamente una barca con il carrello.
Possiamo prestare però più attenzione alla tensione di scotta che diamo in base alle condizioni di vento, e alla regolazione del vang e della drizza. L’unica possibilità di cambiare la forma della vela che abbiamo con il punto fisso è quella di rendere efficiente la curvatura della balumina e la forma della vela in base alle condizioni del vento.
Punto fisso della randa – Occhio alla curva della balumina
Con il punto fisso la curvatura della balumina viene di fatto gestita esclusivamente da scotta e vang. Come regolarci? Con vento fino ai 10 nodi, dovremo cercare di avere la balumina il più curva possibile e quindi potente.
Attenzione quindi a quanto cazziamo la scotta, servirà dare il minimo di tensione possibile e mai oltre, per avere una vela sufficientemente potente anche senza modificarne l’angolo di incidenza al vento tramite il carrello. Cazzeremo la scotta fin quando non vedremo sparire la “bolla” vicino l’albero, avendo cura però di non andare mai oltre questa tensione.
Le rande solitamente hanno dei filetti segna vento posizionati lungo la balumina: per ottenere una regolazione efficace il secondo filetto dall’alto dovrà essere completamente steso, il primo potrà “flappare” ma sarà meglio che per la maggior parte del tempo sia steso anch’esso.
In pratica con vento leggero dovremo dare la tensione di scotta minima possibile, anche a costo di lasciare un goccio di “bolla” sventata all’albero, che sarà sempre meglio rispetto a una randa con la balumina troppo magra.
Punto fisso della randa – Lavorare col vang
Il vang verrà regolato di conseguenza, fino agli 8 nodi di fatto possiamo appena appuntarlo leggermente o lasciarlo quasi lasco. All’aumento del vento il vang andrà progressivamente cazzato, e la regolazione della randa potrà essere sviluppata attraverso una tensione di scotta più generosa, almeno fino ai 12-14 nodi. Ad un certo punto, diciamo intorno ai 15 nodi, saremo costretti a lascare un po di scotta per contrastare lo sbandamento, ma il vang con vento forte rimarrà piuttosto cazzato al fine di smagrire la balumina.
Le drizze seguiranno lo stesso schema, ma con poco vento esagereremo un po con la regolazione avendo cura di tenere la drizza morbida fino a fare comparire, l’ungo l’inferitura, delle leggere pieghe orizzontali.
Mauro Giuffrè
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2 commenti su “Quando il carrello non c’è: ecco come regolare la randa anche senza”
The Real Person!
Non so fino a che punto un vang e i suoi attacchi potranno sostenere quegli sforzi.
Auguri
The Real Person!
esattamente……