Bretagna vs Italia. Come si naviga lassù in Oceano REPORTAGE
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Di ritorno dal suo primo corso bretone della famosa scuola di vela Les Glenans, l’appassionata velista Erika Baffico ci chiama: “Sono stati undici giorni pazzeschi! Ho imparato un sacco di cose, lo volete un mio reportage illustrato? Bretagna e Mediterraneo, bretoni e italiani… lassù è tutto diverso”.
Bretagna vs Italia
Ne è venuto fuori questo bel servizio (ricco di consigli utili anche per la crociera nel nostro mare) dove scoprite come i bretoni affrontano il loro mare tra le meravigliose isole nella Bretagna del nord, tra paesaggi mozzafiato e impavidi marinai bretoni, in un contesto in cui sono le maree e le correnti a farla da padrone. È infatti indispensabile calcolare l’esatta altezza del mare per entrare e uscire dai porti senza rimanere incagliati o costretti ad aspettare fuori dalle chiuse.
Per pianificare la rotta ed evitare la moltitudine di scogli, più o meno sommersi a seconda della marea. E di conseguenza prevedere il senso e la forza della corrente, anch’essa in continua variazione durante il giorno, in modo da arrivare al momento opportuno nei passaggi più critici, come il superamento di Cap Fréhel. Bretagna vs Italia, come abbiamo titolato. Una cosa va detta: il Mediterraneo è un mare molto più alla portata di tutti!
01 – Allineamenti
La navigazione per allineamenti usa due punti fissi a terra (ad esempio il campanile e la cisterna) come riferimenti per percorrere in modo sicuro tratti di mare abbastanza stretti circondati da ostacoli.
I due punti vengono identificati sulla carta nautica, e devono restare allineati alla vista durante tutto il tratto di navigazione.
02 – Maree
In Bretagna le maree hanno escursioni importanti, che possono andare dai 2 ai 14 metri. Sono variazioni periodiche del livello del mare, e in media nel corso di 24 ore avvengono due alte maree (e due basse maree).
L’altezza delle escursioni e l’orario variano di giorno in giorno, rendendo il calcolo delle maree un fondamentale esercizio quotidiano.
03 – Doppia chiglia
Nei fondali variabili della Bretagna, per evitare l’utilizzo di stampelle di sostegno molte barche sono dotate di doppia chiglia.
È molto comune vedere barche simili posate “in piedi” sulle spiagge durante la bassa marea.
04 – Corrente di marea
Siamo fermi al gavitello, eppure le barche non sono orientate nella direzione del vento. Cosa sta succedendo? La corrente è talmente veloce da diventare l’elemento dominante.
Da non sottovalutare in navigazione! La sua velocità infatti si somma (o sottrae) a quella della barca, con notevoli differenze. Ad esempio, nello stretto di Cap de la Hague la corrente può superare i 10 nodi!
05 – Porto alla bretone
Le architetture dei porti bretoni sono una meraviglia, ognuno con le proprie peculiarità dovute alla geografia del luogo.
In generale, si ormeggia sempre a finger collegati al pontile galleggiante, che al variare della marea scorre su grossi pali, gli unici elementi fissi sul fondale. Per scendere a terra bisogna paradossalmente salire lunghe passerelle, anch’esse mobili (a scorrimento sul pontile).
06 – Regolo Cras
La carta nautica cartacea offre una visione d’insieme più ampia e immediata dell’area circostante rispetto al tablet, facilitando la pianificazione della navigazione e l’identificazione dei punti di riferimento.
La rotta va quindi calcolata usando il regolo… avete mai provato ad usarlo?
07 – Meda
I segnali marittimi indicano direzioni sicure e scogli sommersi, e possono trovarsi a terra o galleggianti.
Essenziali per navigare nelle acque complesse della Bretagna, ma importanti anche in Mediterraneo, è fondamentale integrare la lettura della carta nautica con il portolano, libro che raccoglie le rappresentazioni fotografiche delle mede nell’area in cui si naviga.
08 – Meglio tenersela!
Ogni buon marinaio sa che, quando si è fortemente sbandati e il mare è agitato, è meglio trattenersi, piuttosto che avventurarsi nella discesa al bagno!
09 – Silenzio nelle baie
C’è chi valorizza la discrezione e chi l’espressione emotiva… Meglio alla bretone o all’italiana?
10 – Fa bel tempo più volte al giorno
L’espressione “Il fait beau plusieurs fois par jour” è un modo ironico di descrivere il clima instabile e mutevole della Bretagna.
Riflette l’umorismo locale di fronte alle condizioni meteorologiche imprevedibili, che passano dal sole alla pioggia più volte nell’arco della stessa giornata.
11 – Italiano vs bretone
Ognuno si equipaggia a modo suo per “le crachin breton”, la tipica pioggerella leggera e intermittente della Bretagna. Le temperature restano comunque miti, e ad agosto oscillano tra i 12 °C e 22°C.
Chi è l’autrice di questo reportage
Erika Baffico è un’appassionata velista di base a Milano. Combina la sua passione per il mare con il lavoro, progettando innovativi sistemi luminosi che ricreano negli interni il mutevole colore del cielo, a lungo osservato e ammirato dalla barca (www.fulcrodesign.com).
Ha iniziato a navigare grazie a un corso coi Les Glenans nella loro baia quasi piratesca, nei pressi di Bonifacio, un luogo raggiungibile solo via mare o a piedi. Da quel momento le vele l’hanno inseguita anche a terra, e ha progettato collezioni di borse e zaini per BolinaSail. Ha realizzato questo reportage illustrato per Il Giornale della Vela sulla navigazione in Bretagna, e non vede l’ora di disegnarne altri. Seguitela su Instagram https://www.instagram.com/fulcro.design/!
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6 commenti su “Bretagna vs Italia. Come si naviga lassù in Oceano REPORTAGE”
The Real Person!
Ciao. Appartieni al cap baffico della marina militare durante la guerra? Mio padre ci navigo’ sui mas nel canale di Sicilia.
The Real Person!
A me 2 cose mi ricordo che mi colpirono la prima volta:
1) la corrente di marea sul naso che ci fece rinunciare a uscire dal golfo del Morbihan e a ridossarci in una bellissima isola della baia
2) il respiro dell’ oceano, con onde completamente diverse da quelle del mediterraneo, più ampie, veloci, bellissime.
La prima volta poi era un noleggio a Vannes, c’era Groupama a secco, Class 40, Imoca, e avevamo un meraviglioso Pogo 10,50.
Sarà stata la splendida costa atlantica, sarà stata la barca, ma finora il Pogo resta l’unica dalla quale sono sceso dicendo a mia moglie “andiamo a comprarla! Subito!”. Poi mi fece rinsavire.
The Real Person!
Ho partecipato a un campionato europeo J24 in Bretagna un po’ di anni fa: vento difficilmente sotto i 20 nodi, spesso sopra i 30. Mentre rientravamo in porto dopo le regate, imbacuccati, incerati e infreddoliti con più di 30 nodi c’erano allegre famiglie (padre, madre e figli piccoli) che uscivano a vela in barca a godersi il sole in maglietta e pantaloncini. Eravamo sbalorditi. Con le stesse condizioni in Italia nessuno uscirebbe dai porti..
The Real Person!
Da vecchio allievo dei Glenans (sull’isola di Penfret) condivido pienamente le considerazioni e le emozioni riportate!
Brava!!
The Real Person!
Ricordo un campionato first 8 a Riva del Garda… noi italiani inceratati stivali e compagnia bella… gli equipaggi bretoni invece pantaloncini corti, maglietta e scalzi.. eccezionali
The Real Person!
Buongiorno,
non so nulla di vela e raramente sono uscito fuori dall’Italia, ma, mi è piaciuto molto l’articolo..;sa di semplicità, serenità..: l’Oceano colle sue Meraviglie e Difficoltà, la gente Bretone vestita con maglietta e pantaloncino (come me durante quasi tutto l’anno..), ed i tuoi gradevolissimi disegnini, che dall’alto della loro Semplicità, spiegano abbastanza bene tutto quanto..
La Vita Semplice è a portata di mano sempre ed ovunque.., peccato però che noi umani dobbiamo sempre complicarcela disdicevolmente