Blu Show, il Cult dello IOR da cui nacque lo Show 42
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Da quando abbiamo lanciato le nostre campagne Classic Boat e Classic IOR, mirate alla celebrazione e alla ricerca dei grandi classici della Golden Age della Vela, in tantissimi ci avete scritto per raccontarci le vostre barche e le vostre esperienze e, in altrettanti, avete sfruttato la piattaforma dedicata per caricarle online e condividerle con tutti (QUI). E per questo vi ringraziamo, perché uno step fondamentale perché la loro memoria non vada persa. Dall’altra parte, è anche uno splendido modo perché di queste barche si torni a parlare, perché possano venir conservate e, perché no, anche guadagnare di valore. In primis, però, è la storia che ci interessa, la memoria di questi scafi che hanno reso la vela quello che è. Ecco, quindi, uno di questi, un Classic IOR di culto che ci avete mandato attraverso il portale Classic Boat, un’icona tra gli scafi celesti del maestro Vallicelli: Blu Show.
Blu Show, il “racer” da cui nacque lo Show 42
Il 1979 è un anno di grandi progetti per lo studio Vallicelli (QUI trovi tutta la storia). Nascono prima Filo da Torcere, poi Brava. Due progetti eccezionali che incideranno il nome dello studio nella storia della vela. Appena dopo queste, però, nasce anche un’altro scafo di classe, un disegno fortemente influenzato dai precedenti due: Blu Show appunto. Una barca che si rivelerà così buona come all-round che, nell’81, verrà resa un progetto di serie per Barberis nello Show 42.
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Il progetto
Blu Show nasce come two tonner IOR di media dimensione (12.49 x 3.96 m) con l’intenzione di sviluppare uno scafo che sia compiutamente all-round, ovvero che non presenti grandi sbalzi prestazionali sotto differenti condizioni, eccellendo così, soprattutto, in arie medio-leggere. Costruito basandosi su un’organizzazione delle strutture a sviluppo prevalentemente longitudinale, la sua realizzazione (ad opera del Cantiere Pezzini Viareggio), prevede una maglia di ordinate relativamente rada, poi tessuta da una più densa serie di listelli di cedro ai quali incollare il fasciame incrociato, questa volta di spruce e okumè.
In termini di linee, invece, rispetto alle precedenti due, Blu Show presenta poi un disegno meno assottigliato verso prua, con il profilo del dritto, infatti, più verticale, segno di tempi che cominciano a cambiare, come testimonia anche la poppa, squadrata e dalla sezione immersa a ginocchio più acuto.
La serie nello Show 42
Dopo le sue prime performance ed i buoni risultati dimostrati, tra cui, da ricordare, la partecipazione alla Sardinia Cup del 1980 (con Dick Deaver al timone, contribuì non poco al secondo posto in classifica per la squadra italiana), Barberis contatterà lo studio per produrne un modello di serie. Nascerà così, come accennato, lo Show 42, rendendo lo scafo ora forte di alcune modifiche alle sezioni poppiere e ai volumi, per migliorarne alcune caratteristiche e garantire buona abitabilità interna.
Realizzato ora in vetroresina e non più in lamellare, lo Show 42 sarà anche più lungo del prototipo, forte di 12.62 x 3.96 metri, contro i 12.49 x 3.96 m del Blu Show.
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