Nanook e Bruma Fugit, una storia di passione firmata alpa
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Procida, un’isola di letteratura, di storia e di memoria, l’isola di un tempo che fu, con le baie sgombre, con allora solo i gozzi a popolarne le rade e le spiagge… Un’isola, anche, dove i racconti e le storie non sono necessariamente scritti; almeno non sempre, non subito. Come questa storia di due Alpa 11.50 che si incontrano; in realtà, è una storia ben più complessa e articolata. Una storia di passioni, di percorsi e di crescita. La storia di Nanook e di Bruma Fugit, rispettivamente il primo e l’ultimo Alpa 11.50 prodotti. Ed è proprio a Procida, alla Vela Cup 2024, dove l’abbiamo scoperta noi, che questa storia trova la sua genesi…
Nanook e Bruma Fugit, un testamento firmato alpa
Siamo nel 1979, Renato Sesto Conte e il fratello Claudio Settimo Conte hanno un programma ben chiaro in mente, dar vita a un sogno. Hanno da poco costruito un Promenade in compensato (daysailer di 6 metri), ma il richiamo del mare è troppo forte e i limiti del piccolo Promenade si fanno sentire. La soluzione è una, in società con Maria Luisa (fidanzata di Claudio), comprare un Alpa 11.50. Per raccogliere la somma necessaria all’acquisto, venderanno “vacanze future” agli amici, crociere in barca per le estati a venire. Il piano funziona e, nel 1979, diventano gli armatori di Nanook. È il primo Alpa 11.50, varato nel 1971. Nel 1980 Nanook è a Napoli, refittato a dovere. Poi le piccole navigazioni verso Procida, isola dove sono cresciuti, l’isola della madre. Tutto, però, ha inizio con l’estate 1980, l’estate della Grecia… Una storia che porterà fino al 2024, con l’incontrarsi del primo e l’ultimo Alpa 11.50 e di diverse generazioni.
Mediterraneo
Dopo il battesimo, la prima vera crociera per Nanook ha come meta la Grecia. L’idea è quella di esplorare il Mediterraneo, cambiando equipaggio ogni due settimane, per rispettare gli accordi presi con gli amici nel racimolare il capitale per l’acquisto. Un’estate di mare che porta esperienze e praticità, creando un legame con lo scafo. Nanook rientrerà a Napoli solo per l’inverno.
L’estate ‘81 guarda invece alla Sardegna, alla Corsica e alle isole toscane. Il ricordo è impressionante: porti spesso vuoti, solo pescatori e poco più, talvolta un’altra barca in rada, spesso nessuna. I posti al transito sempre liberi, gratis. Immaginatevi la Sardegna vuota d’estate… È, però, il 1982 a dare il vero colpo di coda.
Renato è a New York per lavoro quando torna a farsi sentire il sogno, il bisogno di partire. Tornerà a Napoli con carte nautiche del valore di un milione di lire, dal Mediterraneo ai Caraibi. Di fronte a quest’idea, Claudio (più giovane di 5 anni) si rivela entusiasta. Era, ormai, un marinaio a tempo pieno e sarà lui il comandante della “spedizione”.
Atlantico
Siamo ora nell’ottobre del 1983. Nanook è pronta. Il primo Alpa 11.50 mette la prua verso le Baleari, Mahon, poi Gibilterra. A bordo sono Renato, Claudio, Malò (Maria Luisa) e gli amici Sergio e Peppe, quest’ultimo sbarcherà alle Canarie.
Ottobre e novembre sono i mesi mediterranei, quelli della rotta per Gibilterra. Qui la vera prima burrasca, con 72 nodi sotto raffica, fortunatamente affrontati in porto. La mattina successiva si presenta l’unica finestra meteo. Nanook passerà il natale in atlantico. La rotta è pressoché quella standard: Gibilterra-Canarie in 7/8 giorni di navigazione, un mese di soggiorno e poi la partenza da Gomera, come Colombo, con prua sulla Martinica. Gli unici strumenti a bordo sono bussola, orologio e sestante.
«Sulla rotta di Cristoforo Colombo, con il suo “Diario di bordo” che ha fatto, durante tutta la navigazione, da portolano, da guida, e da ispirazione. Portolano d’eccezione quello di Colombo, affascinante e tutt’ora validissimo, con le dettagliate ed acute osservazioni dell’Ammiraglio del Grande Mare Oceano, la sorpresa e la meraviglia di scoprire che in 500 anni poco è cambiato in Mare Aperto. L’Oceano, fino all’avvistamento della terra, è rimasto identico. […] Solo quando ti avvicini ad una certa distanza tale da riconoscere le prime costruzioni, ritorni nel tuo tempo nel 1984!».
(estratto da: Stamane c’è ancora vento – uno scritto di Renato Sesto Conte)
La traversata è di fatto veloce, è Aprile e l’Aliseo è sostenuto. Canarie-Martinica in 17 giorni, velocità media, 6.5 nodi…
«Forse comincio a capire, quel senso di vuoto nell’avvistare terra, una sensazione difficile da spiegare e forse ancora di più da capire, ma alla immensa gioia di essere riusciti nella nostra piccola impresa di aver organizzato e vissuto tutto da soli, barca, rotta, navigazione, amici, meta, e tutto perfettamente riuscito… bene, al raggiungimento dell’obiettivo, all’orgoglio misto alla felicità senti un certo senso di vuoto, che non è solo il “ ma come è già finito”….. è qualcosa di più profondo, giungere è un po’ come morire».
(estratto da: Stamane c’è ancora vento – uno scritto di Renato Sesto Conte)
Da Martinica si vaga per i Caraibi, poi l’equipaggio si divide. Claudio e Malò rimarranno a bordo, Renato torna a Napoli, per sposarsi con la prima moglie, che non era riuscita a raggiungerli. Viaggio di nozze a bordo, perché, sulla via del ritorno del Nanook, si imbarcheranno alle Azzorre con Claudio e Malò per il rientro a Procida. Lei, non velista, impara tutto il necessario durante la rotta. La barca svernerà lì. Prima del marina, prima di tutto…. Era l’unica barca a vela nel porto di Procida….
Siamo nel 1984. La vita, poi, porterà i matrimoni, i figli e tutto quello che accadrà nei vent’anni successivi, un susseguirsi di crociere estive per Nanook, con la coperta calpestata anche da 6 bambini alla volta. Per altri vent’anni la barca accompagna Renato, sia con il primo figlio, Moreno Ivan, sia con i successivi due, Ferdinando Azor e Alessandro Primo. Fino al 2005. Il crack, l’anno in cui qualcosa inizia a rompersi.
Terra
Nel 2005, ormai con le sue miglia sotto la chiglia, Nanook è provata dagli anni. Viene messa a terra per un refit completo, ma è in realtà l’inizio del suo declino. Il cantiere, poco dopo l’impostazione dei lavori, fallisce, poi, nel 2007, l’ictus di Renato, il radicale cambio di vita. Napoli è lasciata alle spalle per il Cilento. Nel 2010 manca Claudio, fratello minore e compagno di vita e di avventure. Nanook è abbandonata, gli anni la sciupano e i vandali la saccheggiano, rubandone anche il motore. Passeranno quasi 10 anni prima che qualcosa si muova…
È il turno di Moreno Ivan Conte, il primogenito di Renato. Quando trova Nanook è ricoperta dalla vegetazione, totalmente abbandonata. Un guscio in una foresta di licheni e rami. Dopo una serie di disavventure con diversi cantieri, la soluzione sembra quella di occuparsene in autonomia. Diventa elettricista, carpentiere e quant’altro. Nel 2019, però, una scoperta porta alla nuova svolta. A bocca di Magra, sul confine tra Liguria e Toscana, Moreno scopre un Alpa 11.50 in vendita e si fa accompagnare da Renato a vederla. È l’incontro con Francesco, l’armatore, a dare una svolta al tutto. Le storie di Nanook portano alla scoperta, Bruma Fugit, l’Alpa in questione, è l’ultimo della serie, la coincidenza….
Rinascita
Due calcoli a mente, un quinto della pensione, dovrebbe funzionare… Renato, senza dire niente, senza lasciar intender nulla, subito propone una cifra. Tutto a bordo è messo bene, Bruma Fugit è in forma. Dovrebbe esser un buon acquisto. E così è. Di colpo sono due gli Alpa in famiglia, il primo e l’ultimo mai prodotti. Nanook viene simbolicamente venduta a Moreno, e Nanook resta in cantiere sul Magra, in attesa del trasferimento. Se non fosse per il Covid, tutto trasla…, poi i lavori del caso, le tempistiche dilatate e il trasferimento.
Finalmente è il momento del loro primo incontro, Bruma Fugit e Nanook si incrociano in mare per la prima volta alla Vela Cup, a Procida, dove tutto, forse, si può dir abbia avuto inizio.
«È un po’ un testamento alla qualità degli Alpa, degli 11.50 sopratutto, se vogliamo. Non ci siamo mai sentiti traditi da queste barche, mai un problema. Uno forse, quest’estate, la prima volta che ho navigato senza garrocci, un disastro con il rollafiocco…. A parte questa disavventura, io sono legatissimo a quella bellezza, all’eleganza che solo le barche di quel periodo sanno avere. E poi è un testamento di tante cose, delle passioni, delle avventure, degli insegnamenti. Io non ho mai insegnato nulla ai miei figli. Loro, stando appresso a me, hanno imparato giocando con me su questi miei giocattoli, e ora, tutti loro, li vedo che restituiscono a me questa bellezza».
Così finisce la nostra intervista con di Renato Sesto Conte, il racconto di una storia iniziata a fine anni ‘70 e lungi dal concludersi. Un monumento in cui leggere contemporaneamente sia la celebrazione di un cantiere emblematico (Qui ne trovi la storia) e di una passione infinita, sui una storia di esplorazioni e condivisioni che, tutto sommato, potrebbe esser fonte di ispirazione per tanti. Non esistono le barche vecchie, il limite sta nel quantitativo di passione che serve per sistemarle.
«Ma quanto costa un viaggio così? …Domanda sbagliata o, quanto meno, inutile.
Costa Tutto. Per noi in quegli anni il viaggio in barca a vela, con la “nostra barca”, valeva tutto. Tutto il nostro tempo, tutte le nostre energie, tutto il nostro impegno, tutte le nostre risorse e ancora tutto il nostro denaro. In una parola tutta la nostra passione monotematica o monomaniaca, così qualsiasi cosa spendevamo per la barca, la spendevamo contenti e felici di essere in quello che sentivamo di essere e di assecondare solo il nostro bisogno profondo di fantasia; e non è poco».
(estratto da: Stamane c’è ancora vento – uno scritto di Renato Sesto Conte)
Tre “chicche” sulle Classic Boats
- Vuoi saperne di più sul mondo delle Classic Boats (1967-1998), sulle barche icona del periodo, sui progettisti mito, sulle storie e sulle regate della “golden age” della vela? Dai un occhio alla nostra sezione dedicata alle Classic Boats!
- Hai una Classic Boat da vendere? Mettila (gratis) sul nostro mercatino degli annunci!
- Hai una Classic Boat? Partecipa alla VELA CUP con la tua barca. C’è una classifica speciale per te! Scopri la tappa che fa per te!
Potrebbe interessarti anche:
Condividi:
Sei già abbonato?
Catamarani fuori dal coro per il 2025: guarda questi modelli
Catamarani 2025: quattro multiscafi per crociere da sogno
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
USATO Classic Boat. Le cinque migliori barche di Najad (10 – 15 m)
Il panorama relativo le Classic Boat –ovvero le barche di serie ultraventiquenni e varate a partire dal 1967– è un contesto vasto e in continua via d’espansione, composto da scafi di ogni foggia e dimensione e, forse, non così facilmente “navigabile” come
Addio all’Aga Khan, il principe che ha fatto innamorare della vela gli italiani con Azzurra
Si è spento a Lisbona (Portogallo) all’età di 88 anni Karim Aga Khan, il principe ismailita, imprenditore e filantropo, fondatore tra l’altro della Costa Smeralda, dell’omonimo Yacht Club e soprattutto promotore della sfida italiana di “Azzurra” all’America’s Cup. Un leader
USATO Classic Boat. Le cinque migliori barche di Jeanneau (Sun Fast) (6.6-15.5 m)
Il panorama relativo le Classic Boat –ovvero le barche di serie ultraventiquenni e varate a partire dal 1967– è un contesto vasto e in continua via d’espansione, composto da scafi di ogni foggia e dimensione e, forse, non così facilmente “navigabile” come
Vendono e affittano posti barca: ecco 5 occasioni per voi
Se sei alla ricerca di un nuovo ormeggio, abbiamo selezionato per te 5 posti barca liberi all’ormeggio: garantisce il Giornale della Vela. Il nostro mercatino viene periodicamente aggiornato con nuove offerte ed è un punto di riferimento per chi è
1 commento su “Nanook e Bruma Fugit, una storia di passione firmata alpa”
È bellissimo leggere la nostra storia di mare e famiglia sul giornale più importante nel settore.
Nanook e bruma adesso finalmente possono navigare assieme e condividere le loro avventure. Grazie di cuore