Coppa America, si va verso Valencia 2027: una tappa anche in Italia?
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La Coppa America è appena finita ma è anche appena iniziata. Sono giorni dei primi “affari” infatti per la Vecchia Brocca, con il grande capo di Team New Zealand, Grant Dalton, che si è preso la scena.
In un comunicato ufficiale Dalton ha illustrato la sua visione per il futuro dell’America’s Cup, a partire da un punto fisso: “è difficile aumentare il numero delle basi dei team sulla attuali possibilità logistiche di Barcellona”. Sembra la pietra tombale sull’esperienza nella capitale Catalana, ma il “trasloco” potrebbe essere breve.
La candidatura che infatti sembra emergere, o meglio riemergere, in queste ore, è quella di Valencia, per un ritorno nella Comunità Valenzana che sarebbe graditissimo a tutti i team. Città relativamente poco costosa ma turistica, buone infrastrutture già in parte pronte dopo la Coppa del 2007, condizioni meteo ideali, sono tanti i punti a favore di Valencia, a cui piacerebbe fare un dispetto ai catalani.
A Valencia, spot interessato da una brezza termica più costante rispetto a Barcellona, ci sarebbero meno regate con picchi alti e bassi di vento come visto nell’ultima edizione, e più match con vento termico costante, di media intensità, che garantirebbe un programma abbastanza lineare anche se, forse, condizioni meno avvincenti da un punto di vista tattico. Quando la Coppa America a Valencia? Presumibilmente nell’estate del 2027.
La Coppa in Oriente
E le sirene d’Oriente? “Cercheremo di accrescere l’audience e gli accordi tra varie regioni, territori e società”, dice sibillino Grant Dalton, ma lo scenario più probabile che si vede all’orizzonte è che in Oriente, Emirati o Arabia, la Coppa ci andrà ma solo per una tappa preliminare, magari ancora con gli AC 40 come era stato a Jeddah.
E i 40 sono la chiave per fare vivere l’America’s Cup anno dopo anno anche aldilà del main event, con tappe preliminari magari già a partire dalla fine del 2025 o inizio del 2026. In ogni caso sembra che quasi nessun team, defender a parte, abbia voglia di disputare la Coppa in Oriente ma tutti puntino sull’Europa e alla fine li sarà la 38ma edizione, quanto meno nel suo atto finale.
Ciò che però appare certo è che i neozelandesi vogliano continuare a sfruttare la Coppa anche da un punto di vista commerciale, interesse che in realtà almeno in minima parte è condiviso da tutti i team e i loro partner. Aumentare il pubblico e allargare i confini della manifestazione è un obiettivo condiviso da tutti. Solo che team New Zealand sfrutterebbe più degli altri, da organizzatore, gli affari commerciali intorno alla Coppa con risorse aggiuntive per rendere sempre più inespugnabile il Trofeo. Un dettaglio non secondario. Per questo sarà cruciale il ruolo del Challenge of Record che dovrà cercare di limitare il più possibile il defender.
Quando la Coppa in Italia?
E l’Italia? Inutile dire che il pubblico italiano è l’enorme deluso di questi anni: prima la tappa del 2020 saltata a causa del Covid, poi il suicidio della Regione Sardegna nella trattativa con i neozelandesi per avere una Preliminare. E una Luna Rossa apparentemente solo spettatrice della contesa.
Sta di fatto che uno dei pubblici centrali della Coppa America moderna, quello italiano, meriterebbe almeno una tappa di avvicinamento: Cagliari, Trapani, Napoli, Brindisi, ci sarebbe l’imbarazzo della scelta su dove disputarla, con la certezza di avere folle enormi a terra ad assistere, come era stato con le fortunate esperienze di Trapani, Napoli e Venezia. Non avere una tappa italiana di avvicinamento alla 38ma edizione sarebbe uno scandalo. E auspichiamo che Luna Rossa faccia pressioni sui neozelandesi affinché si raggiunga questo obiettivo.
Mauro Giuffrè
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