Spy Coppa America: Re Felipe VI si è goduto le regate, il tifo dei kiwi, il librone della Coppa
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Se volete sapere tutto sulla Coppa America di Barcellona e su quello che è successo in mare, non dimenticate di riguardarvi il nostro Processo alla Coppa e tutte le news della nostra sezione “Il Giornale della Coppa“. Ma se volete conoscere cosa è successo dietro le quinte del circo della Coppa America, negli angoli nascosti delle basi, invidie e amicizie tra velisti, buone azioni e sgarbi, gossip, qui siete nel posto giusto.
Spy Coppa America
La nostra inviata a Barcellona Ida Castiglioni vi racconta tutto quello che non vi racconta nessuno. Ecco l’ultima puntata – per ora di “Spy Coppa America“: grazie per averlo seguito in così tanti!
- Spy Coppa America, la prima puntata (un’Alinghi di 100 piedi)
- Spy Coppa America, la seconda puntata (adieu fromage!)
- Spy Coppa America, la terza puntata (Soldini in Coppa?)
- Spy Coppa America, la quarta puntata (il megayacht del signor INEOS)
- Spy Coppa America, la quinta puntata (consigli enogastronomici)
- Spy Coppa America, la sesta puntata (la sabbia di Barceloneta)
- Spy Coppa America, lo scotch miracoloso
Il Re velista alla Coppa America
Si è saputo solo dopo. Sua Maestà Felipe VI ha assistito domenica 13 ottobre nelle acque di Barcellona alla terza regata di Coppa America. Era a bordo della portaerei anfibia spagnola LHD “Juan Carlos I” che stazionava attorno ai boundary del campo di regata. L’attuale Re di Spagna, ex Principe delle Asturie, 56 anni, figlio di Re Juan Carlos e di Sofia di Grecia, era arrivato alle 13 su un elicottero atterrando sul ponte di uno dei mezzi più moderni e avanzati della Marina Militare spagnola.
Lo accompagnavano importanti autorità oltre a Salvador Illa, presidente della Regione Autonoma di Catalogna. Il Re era già stato a Barcellona il 29 di agosto per l’inaugurazione ufficiale della 37° edizione della Coppa America: un evento con lunghi discorsi in spagnolo, catalano e inglese che si era svolto presso il museo marittimo di Barcellona, a poche decine di metri dalla base neozelandese.
Nel covo dei Kiwi
Ho seguito le ultime tre regate di Coppa al Real Club Nautico di Barcellona, il circolo nautico gemellato con il Royal New Zealand Yacht Squadron che ha conservato materialmente la preziosa Coppa in questi ultimi mesi. E allora 676 soci dello storico club del defender hanno deciso di venire dalla Nuova Zelanda a Barcellona per seguire le regate e tifare per la loro barca.
Oltre a loro, il sito dei sostenitori kiwi ‘livesaildie’ riferisce che da ‘down under’ sono arrivati qui a Port Vel 5.052 neozelandesi e che un paio di migliaia di ‘expat’ ha raggiunto Barcellona da tutta Europa e pure dagli Stati Uniti. In pratica, un’invasione di velisti targati NZ. E così la banchina del porto e il viale che costeggia la base kiwi sono affollati di bambini e ragazzi avvolti nella bandiera nazionale, l’Union Jack su fondo blu (come l’oceano) che certifica l’appartenenza Commonwealth, mentre le quattro stelle di dimensioni diverse (al variare della luminosità reale), bordate di bianco, simboleggiano la costellazione dell’Orsa Minore.
L’America’s Cup Village, le birrerie, i tapas bar e i ristoranti traboccano invece di sostenitori, nella solita divisa nera con la felce verde, la stessa che indossa l’equipaggio. Rimarranno qui fino alla fine della prossima settimana perché si sarebbe potuti arrivare al 7 a 6. Il Real Club Nautico ha allestito un enorme tendone per accogliere i soci gemellati e i suoi, e permettere loro di seguire le regate trasmesse in sala stampa e sugli schermi posizionati a Placa del Mar e vicino al Porto Olimpico. E’ stato il posto giusto per vedere le ultime regate in mezzo a sostenitori davvero appassionati.
Un amico svizzero mi aveva tenuto un posto in seconda fila in questo spazio enorme, dove divani e poltrone si mescolavano a poltroncine, e tutto attorno tavolini alti. Più in là verso il mare tre baracche che rifornivano a ritmo continuo di tapas, fritas, panini vari, bevande e molta birra. L’ambiente era surriscaldato, anche se ai velisti veraci si mescolavano distinti uomini in giacca e cravatta (i dirigenti di alcuni sponsor).
Le famiglie degli uomini dell’equipaggio e del team invece si sono sempre riuniti per assistere alle regate sotto l’altro tendone, quello con il finto prato verde posizionato vicino alla base. Qui lo spettacolo era inimitabile: tantissimi bambini e ragazzi, dai tre ai 10 anni, con la faccia segnata da tratti in cera sventolavano bandiere, urlavano, cantavano e ballavano.
Al Real Club Nautico lo spettacolo era più contenuto ma il livello sonoro era impegnativo perché a ogni manovra giusta partiva una claque impressionante. Da ricordare.
Il Librone della Coppa America
Nella serata di martedì scorso qui a Barcellona è stato presentato al primo piano dello store di Louis Vuitton, posizionato lungo il Paseo de Gracia (come tutti quelli dei leader della moda mondiale), il progetto del grande libro (di dimensioni inusuali) sulla storia della Vuitton Cup e della Coppa America.
The America’s Cup. Limited Edition celebra l’eredità della più antica competizione sportiva internazionale del mondo: sarà un’edizione limitata a 1.000 copie, disegnata da Marc Newson. Una speciale Art Edition, limitata invece a 250 copie, includerà anche un leggio in fibra di carbonio disegnato da Newson che ricorda la chiglia di una barca a vela.
Il libro è curato dal giornalista e scrittore sportivo Pino Allievi, che ha coordinato il progetto negli ultimi cinque anni selezionando autori di talento e curando centinaia di fotografie (molte saranno di Carlo Borlenghi) disegni e numerosi inediti che abbracciano oltre 170 anni della storia di queste regate.
Il volume, che uscirà nelle librerie nella primavera 2025, nasce da un accordo tra Louis Vuitton e l’editore Taschen, e propone attraverso le immagini (molte saranno di Carlo Borlenghi) e i testi un viaggio inedito attraverso una competizione che appassiona il mondo da decenni.
Al lancio in anteprima di questo nuovo libro sono intervenuti alcuni dei principali rappresentanti dei team della Louis Vuitton 37th America’s Cup in corso a Barcellona: Matteo de Nora, Team Principal di Emirates Team New Zealand, Stephane Kandler, CEO di Orient Express Racing Team, Terry Hutchinson, CEO di American Magic, Francesco Bruni, timoniere di Luna Rossa, Michel Hodara, CEO di Alinghi Red Bull Racing.
Spy Coppa America, tutte le puntate
Pillole, curiosità e indiscrezioni da Barcellona: questo è stato Spy Coppa America.
- Spy Coppa America, la prima puntata (un’Alinghi di 100 piedi)
- Spy Coppa America, la seconda puntata (adieu fromage!)
- Spy Coppa America, la terza puntata (Soldini in Coppa?)
- Spy Coppa America, la quarta puntata (il megayacht del signor INEOS)
- Spy Coppa America, la quinta puntata (consigli enogastronomici)
- Spy Coppa America, la sesta puntata (la sabbia di Barceloneta)
- Spy Coppa America, lo scotch miracoloso
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